La questione degli anziani e della solidarietà tra generazioni ha assunto in anni recenti un rilievo crescente nel dibattito politico italiano, per via dell'inarrestabile processo di invecchiamento della popolazione che disorienta in qualche modo i tradizionali sistemi di protezione sociale. Se la longevità è di per sé una conquista, l'invecchiamento demografico è una conseguenza inevitabile che però ha posto nuovi problemi di ordine sociale, culturale ed economico. Tale processo risulta particolarmente accentuato nel nostro paese che è quello che ha un indice di vecchiaia tra i più alti d'Europa . Nonostante ciò, è l'Italia a offrire uno dei panorami storiografici più disadorni riguardo alle indagini sulla vecchiaia e sulle condizioni di vita degli anziani nel passato. Angela Groppi, una delle poche studiose italiane ad avere affrontato il problema, riflettendo su un simile ritardo storiografico ha ipotizzato che la vecchiaia sia «un soggetto ingrato, ancora più ingrato della morte» e per questo di scarso interesse. Va sottolineato che le indagini in tale settore sono rimaste ai margini della ricerca storica un po' ovunque, sviluppandosi solo a partire dagli anni Ottanta del Novecento grazie ai contributi di studiosi appartenenti in gran parte all'area anglosassone . In particolare uno studioso inglese, L. Stone, aveva già da tempo richiamato l'attenzione sull'importanza del problema: Gli interrogativi che gli storici si pongono sul passato - è una verità lapalissiana - hanno sempre una diretta implicazione nelle società in cui essi si trovano a vivere [...]. Sino a ora gli atteggiamenti del passato nei confronti della vecchiaia non sono mai stati presi in considerazione dagli studiosi. Il motivo di tanto disinteresse è l'odierna associazione della vecchiaia con la morte, un nesso di origine assai recente: in passato si moriva soprattutto da giovani, non da vecchi. [...] Nell'ultimo decennio, però, il tabù è caduto [...]. . Considerata l'assenza di studi sul problema soprattutto per quanto riguarda l'Italia, studiare la condizione degli anziani in età moderna non è stato facile. Nella convinzione che studiare il passato possa aiutarci a riflettere sulle strategie da adottare nei confronti di un ¿esercito di vecchi¿, additati spesso come una minaccia per le giovani generazioni e per gli equilibri economici nazionali, le pagine che seguiranno proporranno alcuni considerazioni sul tema del welfare degli anziani prima della nascita del Welfare State. Il quadro geografico e cronologico è offerto dall'Italia pre e post unitaria tra età moderna e contemporanea; quello euristico è centrato sulla dialettica esistente tra solidarietà familiare e solidarietà sociali, così come sul ruolo avuto dalle istituzioni, dai sistemi giuridici e dagli apparati giudiziari nella costruzione e nell'organizzazione dello Stato sociale italiano. La prospettiva di ¿lunga durata¿ mi ha consentito di andare oltre le mie convinzioni, liberandomi da quel tradizionale schema evolutivo secondo cui l'affermarsi dell'assistenzialismo moderno è stata la causa di una progressiva sottrazione di spazio alle iniziative in precedenza gestite dai privati, e dal graduale alleggerimento degli oneri familiari sotto la spinta dell'intervento dello Stato. Schema messo ampiamente in discussione come si vedrà nell'elaborato.
Anziani nel tempo. Forme di assistenza fra età moderna e contemporanea
MAROTTA, ROSARIA
2010/2011
Abstract
La questione degli anziani e della solidarietà tra generazioni ha assunto in anni recenti un rilievo crescente nel dibattito politico italiano, per via dell'inarrestabile processo di invecchiamento della popolazione che disorienta in qualche modo i tradizionali sistemi di protezione sociale. Se la longevità è di per sé una conquista, l'invecchiamento demografico è una conseguenza inevitabile che però ha posto nuovi problemi di ordine sociale, culturale ed economico. Tale processo risulta particolarmente accentuato nel nostro paese che è quello che ha un indice di vecchiaia tra i più alti d'Europa . Nonostante ciò, è l'Italia a offrire uno dei panorami storiografici più disadorni riguardo alle indagini sulla vecchiaia e sulle condizioni di vita degli anziani nel passato. Angela Groppi, una delle poche studiose italiane ad avere affrontato il problema, riflettendo su un simile ritardo storiografico ha ipotizzato che la vecchiaia sia «un soggetto ingrato, ancora più ingrato della morte» e per questo di scarso interesse. Va sottolineato che le indagini in tale settore sono rimaste ai margini della ricerca storica un po' ovunque, sviluppandosi solo a partire dagli anni Ottanta del Novecento grazie ai contributi di studiosi appartenenti in gran parte all'area anglosassone . In particolare uno studioso inglese, L. Stone, aveva già da tempo richiamato l'attenzione sull'importanza del problema: Gli interrogativi che gli storici si pongono sul passato - è una verità lapalissiana - hanno sempre una diretta implicazione nelle società in cui essi si trovano a vivere [...]. Sino a ora gli atteggiamenti del passato nei confronti della vecchiaia non sono mai stati presi in considerazione dagli studiosi. Il motivo di tanto disinteresse è l'odierna associazione della vecchiaia con la morte, un nesso di origine assai recente: in passato si moriva soprattutto da giovani, non da vecchi. [...] Nell'ultimo decennio, però, il tabù è caduto [...]. . Considerata l'assenza di studi sul problema soprattutto per quanto riguarda l'Italia, studiare la condizione degli anziani in età moderna non è stato facile. Nella convinzione che studiare il passato possa aiutarci a riflettere sulle strategie da adottare nei confronti di un ¿esercito di vecchi¿, additati spesso come una minaccia per le giovani generazioni e per gli equilibri economici nazionali, le pagine che seguiranno proporranno alcuni considerazioni sul tema del welfare degli anziani prima della nascita del Welfare State. Il quadro geografico e cronologico è offerto dall'Italia pre e post unitaria tra età moderna e contemporanea; quello euristico è centrato sulla dialettica esistente tra solidarietà familiare e solidarietà sociali, così come sul ruolo avuto dalle istituzioni, dai sistemi giuridici e dagli apparati giudiziari nella costruzione e nell'organizzazione dello Stato sociale italiano. La prospettiva di ¿lunga durata¿ mi ha consentito di andare oltre le mie convinzioni, liberandomi da quel tradizionale schema evolutivo secondo cui l'affermarsi dell'assistenzialismo moderno è stata la causa di una progressiva sottrazione di spazio alle iniziative in precedenza gestite dai privati, e dal graduale alleggerimento degli oneri familiari sotto la spinta dell'intervento dello Stato. Schema messo ampiamente in discussione come si vedrà nell'elaborato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/19651