The status of Alpine galliform populations is a good ecological index of the deterioration of alpine environments. Such process has also affected the territory of the study area (Val Troncea Natural Park), where land abandonment and inadequate pasture management have resulted in the deterioration of pastoral resources. This condition have influenced the distribution of three Alpine galliformes: Tetrao tetrix, Alectoris graeca saxatilis and Lagopus muta helvetica).Therefore, the main goals of the study were (i) to describe the vegetation of the area and (ii) to analyze how topography and grazing management affect bird presence. The classification of 581 vegetation surveys led to the identification of 31 Pasture Vegetation types. The results indicate a dominance of medium-short size and shrubland types. The most widespread types were Festuca gr. ovina and Carex sempervirens types. Among shrublands, Juniperus nana, Vaccinium gaultherioides, and Rhododendron ferrugineum types were dominant. The main factors affecting the presence of Alpine galliformes were identified by analyzing fauna data. Within the study area, the presence of Black grouse and Rock Partridge during reproductive season was mainly associated to mountain and subalpine belts and habitats with a mosaic structure, where herbaceous areas are interspersed with shrublands and sparse woodlands. This configuration is optimal to satisfy primary needs during reproductive seasons. Both the bird species preferred medium-size herbaceous coenoses with some disperse Juniperus nana samples. They were also associated to environments with moderate tree cover, avoiding bare soil and rocky areas (which are generally typical of high altitudes). The Black Grouse, unlike the Rock Partridge, attended also Calamagrostis villosa and Rhododendron ferrugineum types. The Rock Ptarmigan was more closely linked to the alpine belt and to cold environments, as snowbeds at Salix herbacea. The results also showed that Rock Ptarmigan selected medium-high rock cover environments with Salix serpyllifolia and Saxifraga oppositifolia covers. Unlike the other two galliformes, the Rock Ptarmigan did not attend medium-tall types. The medium-short size coenoses of thermic conditions at high altitudes (Festuca quadriflora, Carex rosae, Carex sempervirens) were more suitable to the species. To evaluate the effect of livestock presence during the grazing season (June-September 2010), the movements of two herds exploiting the same areas were monitored by GPS collars. A positive relation between the presence of Black Grouse and cattle was found. No clear relations emerged between the livestock and Rock Partridge and Rock Ptarmigan presence. Hence Rock Partridge and Rock Ptarmigan need probably further investigations about the effects of cattle grazing. The restore or maintenance of habitat suitability may be achieved through appropriate grazing management. The extensive continuous grazing carried out for several decades in the Park led to an under-exploitation of some areas and to an over-exploitation of other more accessible areas with negative effects on vegetation. The adoption of more rational grazing techniques (rotational grazing) could improve vegetation composition and structure. To prevent the shrubland spread interventions with pastoral techniques would be suitable. The use of night camps and attractive points would improve land heterogeneity.
Le popolazioni di Galliformi che vivono sulle Alpi sono fortemente influenzate dai cambiamenti antropici e climatici. Questa situazione è del tutto riscontrabile nel Parco Naturale Val Troncea, area oggetto del presente studio. Il progressivo abbandono della montagna e una gestione pastorale inadeguata hanno infatti influenzato la distribuzione di tre galliformi,Tetrao Tetrix,Alectoris graeca saxatilis e Lagopus muta helvetica monitorati per anni dal Parco. Il presente lavoro, svolto nel 2010-2011, si è pertanto posto come obiettivo la valutazione dello stato della vegetazione e l'analisi di parametri topografici e gestionali, per verificarne gli effetti sui galliformi. L'analisi della vegetazione, basata su 581 rilievi, ha consentito di individuare 31 Tipi Pastorali, attribuibili a condizioni ecologiche termiche, intermedie, nivali, arbustive e rupicole. E' emersa una prevalenza di Tipi a taglia medio-bassa (Festuca gr. ovina, Carex sempervirens) e di formazioni arbustive (Juniperus nana, Vaccinium gaultherioides, Rhododendron ferrugineum). L'elaborazione dei dati faunistici ha consentito di individuare i principali fattori condizionanti la presenza dei galliformi. Il Forcello e la Coturnice frequentano in periodo riproduttivo i piani montano e subalpino e ambienti strutturati a mosaico, dove le aree a pascolo sono inframezzate a settori con vegetazione arbustiva e a boschi radi. Entrambe le specie prediligono cenosi erbacee di taglia media e arbusteti a Juniperus nana non troppo chiusi. Esse sono associate anche ad ambienti caratterizzati da una modesta copertura arborea, rifuggendo i contesti territoriali con una percentuale di suolo nudo e rocciosità troppo elevata tipici dei settori di altitudine. Il Fagiano di Monte, a differenza della Coturnice, tende a frequentare il Tipo a Calamagrostis villosa e a Rhododendron ferrugineum. La Pernice è legata alla fascia alpina e agli ambienti freddi, esposti a nord, frequentando le praterie nivali a Salix herbacea. E' inoltre emerso che essa predilige gli ambienti caratterizzati da una copertura rocciosa medio-elevata, Saliceti a Salix serpyllifolia e a Saxifraga oppositifolia. La Pernice non ama le formazioni di taglia medio-alta, ma sono maggiormente vocate le cenosi di taglia medio-bassa (Festuca quadroflora, Carex rosae, Carex sempervirens). Per valutare l'effetto della presenza degli animali domestici nel periodo di monticazione, sono stati utilizzati collari GPS. E' emersa una relazione positiva tra la presenza del Forcello e i bovini; per gli altri galliformi non è emersa una chiara relazione. Per Coturnice e Pernice occorrerebbe approfondire gli effetti della presenza dei bovini in maniera congiunta al loro monitoraggio. Per ripristinare o conservare la vocazionalità degli habitat è possibile intervenire sulla componente vegetazionale mediante interventi di gestione pastorale. Il pascolamento libero adottato per diversi decenni all'interno del Parco ha generato situazioni di generale sottocarico, alternato a puntuale sovraccarico nelle aree più accessibili con conseguenze negative sulla vegetazione. L'adozione di tecniche di pascolamento razionali (pascolamento turnato) potrebbe migliorare la composizione e la struttura della vegetazione. Per impedire l'espansione degli arbusti sarebbe opportuno intervenire in modo puntuale con tecniche pastorali (mandrature e punti di attrazione) con l'obiettivo di beneficiare dell'effetto congiunto delle restituzioni animali e del calpestamento
analisi della nicchia ecologica dei galliformi alpini nel parco naturale della val troncea. effetti dei fattori topografici, vegetazionali e gestionali sulla distribuzione in periodo riproduttivo del fagiano di monte, della coturnice e della pernice bianca
PITTARELLO, MARCO
2010/2011
Abstract
Le popolazioni di Galliformi che vivono sulle Alpi sono fortemente influenzate dai cambiamenti antropici e climatici. Questa situazione è del tutto riscontrabile nel Parco Naturale Val Troncea, area oggetto del presente studio. Il progressivo abbandono della montagna e una gestione pastorale inadeguata hanno infatti influenzato la distribuzione di tre galliformi,Tetrao Tetrix,Alectoris graeca saxatilis e Lagopus muta helvetica monitorati per anni dal Parco. Il presente lavoro, svolto nel 2010-2011, si è pertanto posto come obiettivo la valutazione dello stato della vegetazione e l'analisi di parametri topografici e gestionali, per verificarne gli effetti sui galliformi. L'analisi della vegetazione, basata su 581 rilievi, ha consentito di individuare 31 Tipi Pastorali, attribuibili a condizioni ecologiche termiche, intermedie, nivali, arbustive e rupicole. E' emersa una prevalenza di Tipi a taglia medio-bassa (Festuca gr. ovina, Carex sempervirens) e di formazioni arbustive (Juniperus nana, Vaccinium gaultherioides, Rhododendron ferrugineum). L'elaborazione dei dati faunistici ha consentito di individuare i principali fattori condizionanti la presenza dei galliformi. Il Forcello e la Coturnice frequentano in periodo riproduttivo i piani montano e subalpino e ambienti strutturati a mosaico, dove le aree a pascolo sono inframezzate a settori con vegetazione arbustiva e a boschi radi. Entrambe le specie prediligono cenosi erbacee di taglia media e arbusteti a Juniperus nana non troppo chiusi. Esse sono associate anche ad ambienti caratterizzati da una modesta copertura arborea, rifuggendo i contesti territoriali con una percentuale di suolo nudo e rocciosità troppo elevata tipici dei settori di altitudine. Il Fagiano di Monte, a differenza della Coturnice, tende a frequentare il Tipo a Calamagrostis villosa e a Rhododendron ferrugineum. La Pernice è legata alla fascia alpina e agli ambienti freddi, esposti a nord, frequentando le praterie nivali a Salix herbacea. E' inoltre emerso che essa predilige gli ambienti caratterizzati da una copertura rocciosa medio-elevata, Saliceti a Salix serpyllifolia e a Saxifraga oppositifolia. La Pernice non ama le formazioni di taglia medio-alta, ma sono maggiormente vocate le cenosi di taglia medio-bassa (Festuca quadroflora, Carex rosae, Carex sempervirens). Per valutare l'effetto della presenza degli animali domestici nel periodo di monticazione, sono stati utilizzati collari GPS. E' emersa una relazione positiva tra la presenza del Forcello e i bovini; per gli altri galliformi non è emersa una chiara relazione. Per Coturnice e Pernice occorrerebbe approfondire gli effetti della presenza dei bovini in maniera congiunta al loro monitoraggio. Per ripristinare o conservare la vocazionalità degli habitat è possibile intervenire sulla componente vegetazionale mediante interventi di gestione pastorale. Il pascolamento libero adottato per diversi decenni all'interno del Parco ha generato situazioni di generale sottocarico, alternato a puntuale sovraccarico nelle aree più accessibili con conseguenze negative sulla vegetazione. L'adozione di tecniche di pascolamento razionali (pascolamento turnato) potrebbe migliorare la composizione e la struttura della vegetazione. Per impedire l'espansione degli arbusti sarebbe opportuno intervenire in modo puntuale con tecniche pastorali (mandrature e punti di attrazione) con l'obiettivo di beneficiare dell'effetto congiunto delle restituzioni animali e del calpestamentoFile | Dimensione | Formato | |
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