This work deals with the truffle's sector and represents a development and widening of the theme faced in the last relation of I° level. The graduation thesis is articulated in 3 main parts: The first one in about the description of the national truffle's sector based on information that come from bibliographical sources as far as the production and regulations are concerned. The second one is composed by a deeper analysis about the most important areas: Piemonte, Lombardia, Toscana, Liguria, Marche and Umbria. This analysis is based on the comparison of different areas' regulations and composed by a widening made by interviewing some presidents of association and officials prepared about this theme. The aim of this research is to find out the undertaken actions and the obtained results in some contexts that are not always so homogeneous, due to productive and territorial characteristics. We can confirm the difficulty to quantify the amount of the production, due to the fact that the trade is always made in informal ways. The quantity of truffles trade in markets is very small and so the productions reported in statistics are underestimated. Piemonte, a well-known area all over the world for the production of the white truffle of Alba, referring to ISTAT data, is set on the 9th position as far as the quantity of production is concerned, and it influences only for a 3% on the national total. These data underline an high value of the production, because of the great trade influenced by the quantity of tuber magnatum compared with t.melanosporum and t.aestivum. After the comparison of different areas we can notice many differences due to the local traditions and other factors for example: the opening and closing of the harvesting calendar in the next areas. This difference is not joined with the clime , that could influence the growth of truffles, that is influenced by the weathers each year. So the most useful solution could be to create an homogeneous calendar to harvest truffles, because man could take advantages from it and they could permit a correct development of the truffle's production. The 3rd part is about the truffle's production in Valle Grana, where since few years is born the interest about black truffle, natural or cultivated, thanks to the collaboration of some operators in the sector guided by public administrators, who are deeply convinced on the potentiality of this product. In this part I took into account the development from 2009, year of the last check, to nowadays. To promote this sector we need some man passionate on it. First of all we must save the natural area in which the truffles born and secondly we can find out other ways to cultivate it. Indeed only with a bigger production there will be also a touristic development of the sector. The last project started in Valle Grana demonstrated that it is a good idea to take into account the truffle as a gastronomical event for the territory. But this organization need a structure in which prosecuting the history of truffle. A base, from which the truffle's spread can start; and also restaurants have to use this product in meals to create a continuity with the territorial tradition. To create this structure there must be the intervention of public functionaries that must push this project.
Il presente lavoro ha per oggetto il settore tartuficolo e rappresenta uno sviluppo ed approfondimento di quanto svolto nella relazione finale di I° livello. La tesi si articola in tre parti principali. La prima riguarda la descrizione del settore tartuficolo nazionale sulla base di informazioni ritraibili da fonti bibliografiche relativamente alle produzioni ed alle normative. La seconda contiene un'analisi di maggiore dettaglio relativa alle Regioni più rilevanti.Tale analisi ha riguardato innanzitutto il confronto delle rispettive normative regionali e successivamente un approfondimento svolto intervistando alcuni presidenti di associazioni e i funzionari regionali competenti in materia. Si è avuto conferma della nota difficoltà di quantificare l'entità della produzione, dovuta al fatto che gli scambi commerciali avvengono per lo più in via informale. La quantità di tartufi scambiata sui mercati è molto ridotta e quindi le produzioni riportate nelle statistiche ufficiali sono sottostimate. Dal confronto tra le diverse regioni sono emerse alcune diversità imputabili sia a tradizioni locali sia ad altri fattori non meglio definibili come ad esempio l'apertura e la chiusura del calendario di raccolta differente in regioni confinanti. Questa diversificazione geografica è difficilmente correlabile a condizioni pedo-climatiche tali da influenzare una diversa ecologia dei tartufi che risulta maggiormente soggetta alle variazioni meteorologiche annuali. Sarebbe quindi auspicabile una omogeneizzazione dei calendari correlati dalla presa di coscienza dei cercatori sull'importanza di attuare una raccolta consapevole, esclusivamente nei periodi consentiti, per mantenere negli anni la produttività delle tartufaie. La terza parte riguarda il caso della produzione tartuficola della Valle Grana, dove da alcuni anni l'interesse per il tartufo nero, sia spontaneo che coltivato, si è riacceso grazie alle azioni congiunte di alcuni operatori privati coadiuvati da amministratori pubblici particolarmente sensibili alle potenzialità di questo prodotto può esercitare per il territorio. In questa parte vengono analizzati gli sviluppi verificatesi dal 2009, anno di stesura della prova finale, ad oggi ed i progetti futuri. Dopo avere sviluppato i vari punti della filiera del tartufo presente in Valle Grana si sono formulate alcune proposte per uno sviluppo futuro che possa garantire una buona disponibilità di prodotto con il consumo finale in loco. Infatti dall'analisi emerge che solo grazie ad una produzione soddisfacente di tartufi possono nascere gli effetti sperati di richiamo turistico con i relativi sviluppi positivi per il territorio. I progetti intrapresi negli ultimi anni rappresentano una possibile strada da percorrere per incentivare la diffusione della cultura del tartufo tra gli abitanti della Valle Grana per una migliore gestione del territorio ed un apprezzamento gastronomico del prodotto. Inoltre emerge la necessità di formare un'area strutturata, in grado di gestire la promozione, favorendo l'utilizzo del fungo da parte dei ristoratori della valle per un'integrazione territoriale con il tartufo. Di questa possibilità e delle conseguenze positive che possono crearsi devono essere consapevoli oltre ai soggetti privati anche le istituzioni locali che devono essere direttamente coinvolte per una collaborazione attiva tra enti pubblici e cittadini.
Aspetti economici e normativi della tartuficoltura in Italia
ELLENA, FABRIZIO
2010/2011
Abstract
Il presente lavoro ha per oggetto il settore tartuficolo e rappresenta uno sviluppo ed approfondimento di quanto svolto nella relazione finale di I° livello. La tesi si articola in tre parti principali. La prima riguarda la descrizione del settore tartuficolo nazionale sulla base di informazioni ritraibili da fonti bibliografiche relativamente alle produzioni ed alle normative. La seconda contiene un'analisi di maggiore dettaglio relativa alle Regioni più rilevanti.Tale analisi ha riguardato innanzitutto il confronto delle rispettive normative regionali e successivamente un approfondimento svolto intervistando alcuni presidenti di associazioni e i funzionari regionali competenti in materia. Si è avuto conferma della nota difficoltà di quantificare l'entità della produzione, dovuta al fatto che gli scambi commerciali avvengono per lo più in via informale. La quantità di tartufi scambiata sui mercati è molto ridotta e quindi le produzioni riportate nelle statistiche ufficiali sono sottostimate. Dal confronto tra le diverse regioni sono emerse alcune diversità imputabili sia a tradizioni locali sia ad altri fattori non meglio definibili come ad esempio l'apertura e la chiusura del calendario di raccolta differente in regioni confinanti. Questa diversificazione geografica è difficilmente correlabile a condizioni pedo-climatiche tali da influenzare una diversa ecologia dei tartufi che risulta maggiormente soggetta alle variazioni meteorologiche annuali. Sarebbe quindi auspicabile una omogeneizzazione dei calendari correlati dalla presa di coscienza dei cercatori sull'importanza di attuare una raccolta consapevole, esclusivamente nei periodi consentiti, per mantenere negli anni la produttività delle tartufaie. La terza parte riguarda il caso della produzione tartuficola della Valle Grana, dove da alcuni anni l'interesse per il tartufo nero, sia spontaneo che coltivato, si è riacceso grazie alle azioni congiunte di alcuni operatori privati coadiuvati da amministratori pubblici particolarmente sensibili alle potenzialità di questo prodotto può esercitare per il territorio. In questa parte vengono analizzati gli sviluppi verificatesi dal 2009, anno di stesura della prova finale, ad oggi ed i progetti futuri. Dopo avere sviluppato i vari punti della filiera del tartufo presente in Valle Grana si sono formulate alcune proposte per uno sviluppo futuro che possa garantire una buona disponibilità di prodotto con il consumo finale in loco. Infatti dall'analisi emerge che solo grazie ad una produzione soddisfacente di tartufi possono nascere gli effetti sperati di richiamo turistico con i relativi sviluppi positivi per il territorio. I progetti intrapresi negli ultimi anni rappresentano una possibile strada da percorrere per incentivare la diffusione della cultura del tartufo tra gli abitanti della Valle Grana per una migliore gestione del territorio ed un apprezzamento gastronomico del prodotto. Inoltre emerge la necessità di formare un'area strutturata, in grado di gestire la promozione, favorendo l'utilizzo del fungo da parte dei ristoratori della valle per un'integrazione territoriale con il tartufo. Di questa possibilità e delle conseguenze positive che possono crearsi devono essere consapevoli oltre ai soggetti privati anche le istituzioni locali che devono essere direttamente coinvolte per una collaborazione attiva tra enti pubblici e cittadini.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
279225_tesiellenafabrizio.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
8.16 MB
Formato
Adobe PDF
|
8.16 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/19511