La presente tesi studia un campione di 62 pazienti affetti da Anoressia Nervosa (AN), in cura al CPR DCA all'interno dell'Ospedale Battista di Torino. L'Anoressia Nervosa è un grave disturbo mentale che si manifesta come rifiuto di mantenere un peso adeguato richiesto per l'età, intensa paura d'ingrassare e vissuto patologico della forma del proprio corpo. Essa coinvolge sia aspetti nutrizionali che psicopatologici e neuropsicologici. Lo scopo del lavoro è di confrontare e valutare le possibili correlazioni tra essi, analizzando quantitativamente l'alimentazione dei soggetti AN, l'aderenza alla dieta, l'assunzione di integratori alimentari (IA) e/o l'impiego della nutrizione artificiale (NA), e in che modo lo stile alimentare correli con la psicopatologia nutrizionale e i diversi test neurocognitivi. I soggetti presentano in media BMI 15,38±2,14 e amenorrea, conseguenti alla restrizione calorica. Il loro stile alimentare è caratterizzato dall'assunzione di 1258,21±443 kcal per os, 389,08±199,04 kcal di IA, 453,8±241,51 kcal per NA dal 25,8% del campione. Le kcal totali sono 1532,03±484,03 formate dalla somma degli introiti per os e NA. Le kcal introdotte per os correlano significativamente e inversamente con le caratteristiche peculiari dell'AN valutate dal test EDI-2 di bulimia e ascetismo, e con l'insoddisfazione corporea, che è un cardine eziologico e del mantenimento dell'AN; le kcal presentano correlazioni dirette significative con l'età dei soggetti, e con l'impulso alla magrezza (p<0,001). Le kcal totali (per os, IA e NA) non sono correlate alla gravità psicopatologica, ma mostrano risultati significativi con il punteggio globale e gli errori non perseverativi del test WCST (che valuta il grado di rigidità cognitiva), evidenziando che una maggior rigidità si associa ad una maggior assunzione di IA e alla NA. Il campione è suddiviso in base all'aderenza alla dieta concordata: il 62,91% dei soggetti non sono aderenti e il 37,09% sono aderenti; questi hanno punteggi minori significativi rispetto ai pazienti non aderenti, per impulso alla magrezza, bulimia e perfezionismo, e hanno una ridotta insoddisfazione corporea. Un'altra divisione è fatta in base all'assunzione di integratori: il gruppo che non prende IA possiede BMI maggiore rispetto a quello che li assume. Chi assume IA mostra risultati minori per punteggio globale, errori non perseverativi e mancato mantenimento del set, del WCST. Anche il BMI correla significativamente con punteggio globale e errori perseverativi del WCST. Quindi maggiore è la rigidità cognitiva, maggiore è la rigidità che risulta nello stile alimentare, soprattutto per l'assunzione di IA. Concludendo la rigidità cognitiva tipica dei pazienti può indirizzarli positivamente verso uno schema alimentare corretto e favorirne l'aderenza. Ciò può essere sfruttato per ottenere una migliore compliance alla terapia nutrizionale (TN). Questo dato non è presente in letteratura e può avere importanti implicazioni cliniche. Infine, la psicopatologia alimentare rappresenta un potente ostacolo all'aderenza alla TN per os, ma non lo è per quanto riguarda l'accettazione degli IA e della NA; pertanto, diversamente dal passato, nei pazienti con gravità psicopatologica può essere più utile la NA, e potrebbe consentire la correzione di alcune alterazioni caratteriali, secondarie alla malnutrizione, per rendere il paziente più disponibile successivamente alla TN per os e a quella psicologica.
Aspetti neurocognitivi dell'Anoressia Nervosa e studi nutrizionali: possibili correlazioni tra alterazioni neurocognitive e dieta
MIGLIORERO, DANIELA
2010/2011
Abstract
La presente tesi studia un campione di 62 pazienti affetti da Anoressia Nervosa (AN), in cura al CPR DCA all'interno dell'Ospedale Battista di Torino. L'Anoressia Nervosa è un grave disturbo mentale che si manifesta come rifiuto di mantenere un peso adeguato richiesto per l'età, intensa paura d'ingrassare e vissuto patologico della forma del proprio corpo. Essa coinvolge sia aspetti nutrizionali che psicopatologici e neuropsicologici. Lo scopo del lavoro è di confrontare e valutare le possibili correlazioni tra essi, analizzando quantitativamente l'alimentazione dei soggetti AN, l'aderenza alla dieta, l'assunzione di integratori alimentari (IA) e/o l'impiego della nutrizione artificiale (NA), e in che modo lo stile alimentare correli con la psicopatologia nutrizionale e i diversi test neurocognitivi. I soggetti presentano in media BMI 15,38±2,14 e amenorrea, conseguenti alla restrizione calorica. Il loro stile alimentare è caratterizzato dall'assunzione di 1258,21±443 kcal per os, 389,08±199,04 kcal di IA, 453,8±241,51 kcal per NA dal 25,8% del campione. Le kcal totali sono 1532,03±484,03 formate dalla somma degli introiti per os e NA. Le kcal introdotte per os correlano significativamente e inversamente con le caratteristiche peculiari dell'AN valutate dal test EDI-2 di bulimia e ascetismo, e con l'insoddisfazione corporea, che è un cardine eziologico e del mantenimento dell'AN; le kcal presentano correlazioni dirette significative con l'età dei soggetti, e con l'impulso alla magrezza (p<0,001). Le kcal totali (per os, IA e NA) non sono correlate alla gravità psicopatologica, ma mostrano risultati significativi con il punteggio globale e gli errori non perseverativi del test WCST (che valuta il grado di rigidità cognitiva), evidenziando che una maggior rigidità si associa ad una maggior assunzione di IA e alla NA. Il campione è suddiviso in base all'aderenza alla dieta concordata: il 62,91% dei soggetti non sono aderenti e il 37,09% sono aderenti; questi hanno punteggi minori significativi rispetto ai pazienti non aderenti, per impulso alla magrezza, bulimia e perfezionismo, e hanno una ridotta insoddisfazione corporea. Un'altra divisione è fatta in base all'assunzione di integratori: il gruppo che non prende IA possiede BMI maggiore rispetto a quello che li assume. Chi assume IA mostra risultati minori per punteggio globale, errori non perseverativi e mancato mantenimento del set, del WCST. Anche il BMI correla significativamente con punteggio globale e errori perseverativi del WCST. Quindi maggiore è la rigidità cognitiva, maggiore è la rigidità che risulta nello stile alimentare, soprattutto per l'assunzione di IA. Concludendo la rigidità cognitiva tipica dei pazienti può indirizzarli positivamente verso uno schema alimentare corretto e favorirne l'aderenza. Ciò può essere sfruttato per ottenere una migliore compliance alla terapia nutrizionale (TN). Questo dato non è presente in letteratura e può avere importanti implicazioni cliniche. Infine, la psicopatologia alimentare rappresenta un potente ostacolo all'aderenza alla TN per os, ma non lo è per quanto riguarda l'accettazione degli IA e della NA; pertanto, diversamente dal passato, nei pazienti con gravità psicopatologica può essere più utile la NA, e potrebbe consentire la correzione di alcune alterazioni caratteriali, secondarie alla malnutrizione, per rendere il paziente più disponibile successivamente alla TN per os e a quella psicologica.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/19472