Non c'è un momento storico in cui si sia parlato con più intensità e interesse del ruolo svolto dalla Cina di oggi. Questo perché il ¿dragone cinese¿, da economia ritenuta quasi terzomondista negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, si trova oggi - dopo aver sorpassato ufficialmente il Giappone nel 2011, ad inseguire gli Stati Uniti nella classifica mondiale delle economie con il più alto prodotto interno lordo. Economisti e politologi di tutto il mondo affermano che entro i prossimi venti/trent'anni la posizione ormai salda degli USA verrà scalzata dalla Repubblica Popolare Cinese. Dal 2009 si è arrivati addirittura a parlare di ¿G2¿ per identificare gli incontri che hanno luogo periodicamente tra il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il suo collega cinese Hu Jintao o, già, l'uomo che con molta probabilità il prossimo ottobre prenderà il suo posto, il ¿principino¿ Xi Jinping. Il fattore principale che ha permesso alla Cina di assurgere alla posizione di seconda economia mondiale è l'enorme quantità di beni prodotti sul suo territorio, tanto da farla soprannominare la ¿fabbrica del mondo¿. Questi beni, la cui maggior parte è venduta nei mercati occidentali, comportano una circolazione di grandi flussi di denaro diretti in Cina. Di conseguenza, il Paese del Dragone si trova in possesso di enormi riserve di denaro, già in valuta straniera: quale modo migliore che investirle all'estero, magari negli stessi Paesi da cui quelle valute provengono? Per rendere ciò ancora più efficace e trasparente, nel 2007 venne creato il primo fondo sovrano della Repubblica Popolare Cinese, il China Investment Corporation. I capitoli che compongono il mio lavoro vogliono essere una guida iniziale, seppur con ambizioni di completezza, alla materia degli investimenti esteri cinesi, agli strumenti utilizzati e alle forme di interazione degli stessi coi Paesi recipienti e col diritto internazionale. Avendo questo schema in mente, il primo capitolo vuole essere un'introduzione al diritto internazionale degli investimenti e agli istituti che lo caratterizzano; il secondo capitolo identifica i due veicoli tipici per investire all'estero, ossia l'investimento diretto estero e il fondo sovrano; il terzo capitolo inizia a focalizzarsi sull'esperienza cinese, concentrandosi sugli investimenti diretti esteri realizzati dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC); il quarto e ultimo capitolo raggiunge il climax del mio lavoro, cercando di spiegare nel modo più dettagliato e completo possibile l'organizzazione interna del China Investment Corporation, il ruolo da questo rivestito nella politica economica e commerciale cinese e il peso esercitato, soprattutto oggi, sull'economia mondiale e sui Paesi occidentali. Nella mia ricerca ho cercato di trovare fonti il più possibile aggiornate e di recente pubblicazione. Ciò mi è stato talvolta difficile per via dei continui mutamenti e sviluppi di cui è oggetto la materia, nonché della segretazione di dati o documenti dovuta a scelte di politica sociale dei gestori del fondo. Ciononostante, ho cercato di mettere insieme un lavoro che potesse essere di facile lettura e comprensione, anche se impiegante termini o concetti che alle volte possono apparire sterili tecnicismi o nozionismi.
Gli investimenti esteri della Repubblica Popolare Cinese e il diritto internazionale
FOCHI, GUIDO
2010/2011
Abstract
Non c'è un momento storico in cui si sia parlato con più intensità e interesse del ruolo svolto dalla Cina di oggi. Questo perché il ¿dragone cinese¿, da economia ritenuta quasi terzomondista negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, si trova oggi - dopo aver sorpassato ufficialmente il Giappone nel 2011, ad inseguire gli Stati Uniti nella classifica mondiale delle economie con il più alto prodotto interno lordo. Economisti e politologi di tutto il mondo affermano che entro i prossimi venti/trent'anni la posizione ormai salda degli USA verrà scalzata dalla Repubblica Popolare Cinese. Dal 2009 si è arrivati addirittura a parlare di ¿G2¿ per identificare gli incontri che hanno luogo periodicamente tra il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il suo collega cinese Hu Jintao o, già, l'uomo che con molta probabilità il prossimo ottobre prenderà il suo posto, il ¿principino¿ Xi Jinping. Il fattore principale che ha permesso alla Cina di assurgere alla posizione di seconda economia mondiale è l'enorme quantità di beni prodotti sul suo territorio, tanto da farla soprannominare la ¿fabbrica del mondo¿. Questi beni, la cui maggior parte è venduta nei mercati occidentali, comportano una circolazione di grandi flussi di denaro diretti in Cina. Di conseguenza, il Paese del Dragone si trova in possesso di enormi riserve di denaro, già in valuta straniera: quale modo migliore che investirle all'estero, magari negli stessi Paesi da cui quelle valute provengono? Per rendere ciò ancora più efficace e trasparente, nel 2007 venne creato il primo fondo sovrano della Repubblica Popolare Cinese, il China Investment Corporation. I capitoli che compongono il mio lavoro vogliono essere una guida iniziale, seppur con ambizioni di completezza, alla materia degli investimenti esteri cinesi, agli strumenti utilizzati e alle forme di interazione degli stessi coi Paesi recipienti e col diritto internazionale. Avendo questo schema in mente, il primo capitolo vuole essere un'introduzione al diritto internazionale degli investimenti e agli istituti che lo caratterizzano; il secondo capitolo identifica i due veicoli tipici per investire all'estero, ossia l'investimento diretto estero e il fondo sovrano; il terzo capitolo inizia a focalizzarsi sull'esperienza cinese, concentrandosi sugli investimenti diretti esteri realizzati dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC); il quarto e ultimo capitolo raggiunge il climax del mio lavoro, cercando di spiegare nel modo più dettagliato e completo possibile l'organizzazione interna del China Investment Corporation, il ruolo da questo rivestito nella politica economica e commerciale cinese e il peso esercitato, soprattutto oggi, sull'economia mondiale e sui Paesi occidentali. Nella mia ricerca ho cercato di trovare fonti il più possibile aggiornate e di recente pubblicazione. Ciò mi è stato talvolta difficile per via dei continui mutamenti e sviluppi di cui è oggetto la materia, nonché della segretazione di dati o documenti dovuta a scelte di politica sociale dei gestori del fondo. Ciononostante, ho cercato di mettere insieme un lavoro che potesse essere di facile lettura e comprensione, anche se impiegante termini o concetti che alle volte possono apparire sterili tecnicismi o nozionismi.File | Dimensione | Formato | |
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