In un contesto dove la tecnologia ha ampliato enormemente le possibilità d'azione dell'essere umano, gli ordinamenti giuridici sono stati chiamati a regolare nuove fattispecie in continuo sviluppo, createsi in seguito a questo fenomeno. Nello specifico, in questo breve studio verranno trattati i principali modelli di business che si sono sviluppati nell'era digitale, suddivisi in tre principali categorie: 1) i modelli proprietari, sostenitori del "tutti i diritti riservati"; 2) i modelli FLOSS, sostenitori del "nessun diritto riservato"; 3) i modelli che si basano sulle Creative Commons, sostenitori di "alcuni diritti riservati". Per quanto concerne i modelli proprietari, dopo aver eseguito un'analisi storica sull'evoluzione del copyright e del diritto d'autore, ho cercato di focalizzare l'attenzione sul come le nuove tecnologie abbiano reso problematica l'estensione, alla sfera informatica, dei paradigmi di protezione tradizionali che, invece, regolano efficacemente la sfera reale. Nel secondo capitolo ho ripercorso la storia della comunità del free software, che si è opposta al sistema proprietario, lamentando che lo stesso sia un limite considerevole per lo sviluppo di nuovi programmi. A sostegno del movimento del free software, sono state elaborate delle licenze, tra cui la General Public License, che sfruttano le normative sul copyright per mantenere i software liberi e accessibili per chiunque. La locuzione "free" ha tuttavia generato notevoli problemi a causa dell'ambiguità del suo significato in lingua inglese, tanto da spingere alcuni appartenenti al movimento del software libero a scindersi da esso e dare vita al movimento open source, che ha obiettivi più pratici che ideologici. Sovente si fa riferimento ad entrambi i movimenti utilizzando l'acronimo FLOSS, per indicare quello strumento che, creando spazi aperti e accessibili, rende il mercato online più competitivo. In questo capitolo ho anche riassunto le possibili motivazioni che spingono un singolo a sviluppare programmi aperti, confrontandole con le motivazioni che inducono un'impresa ad operare nel medesimo modo e mostrando, con esempi empirici, quanto sia stata importante la collaborazione da parte della comunità di utenti per lo sviluppo dell'idea di un singolo. Questo capitolo si conclude mostrando la possibilità di utilizzare nuovi modelli ibridi, che sono il risultato della combinazione di elementi dei modelli proprietari con quelli aperti. La terza parte del mio studio verte sull'analisi dei Creative Commons, un modello che permette la libera circolazione delle opere, consentendo all'autore di decidere in che misura e quali parti della sua creazione condividere. Tramite l'utilizzo di licenze Creative Commons, si mira ad ottenere un sistema più elastico che sia una via di mezzo tra i modelli proprietari e quelli del pubblico dominio integrale e che sia conforme alle norme degli ordinamenti giuridici dei paesi in cui opera. In questo capitolo ho analizzato anche alcune licenze CC e le sue prospettive future, che dovrebbero risolvere alcune problematiche emerse con le licenze attuali.

Modelli di business e tecnologie digitali: riflessioni giuridiche sul modello "FLOSS"

DALPONTE, GUIDO
2011/2012

Abstract

In un contesto dove la tecnologia ha ampliato enormemente le possibilità d'azione dell'essere umano, gli ordinamenti giuridici sono stati chiamati a regolare nuove fattispecie in continuo sviluppo, createsi in seguito a questo fenomeno. Nello specifico, in questo breve studio verranno trattati i principali modelli di business che si sono sviluppati nell'era digitale, suddivisi in tre principali categorie: 1) i modelli proprietari, sostenitori del "tutti i diritti riservati"; 2) i modelli FLOSS, sostenitori del "nessun diritto riservato"; 3) i modelli che si basano sulle Creative Commons, sostenitori di "alcuni diritti riservati". Per quanto concerne i modelli proprietari, dopo aver eseguito un'analisi storica sull'evoluzione del copyright e del diritto d'autore, ho cercato di focalizzare l'attenzione sul come le nuove tecnologie abbiano reso problematica l'estensione, alla sfera informatica, dei paradigmi di protezione tradizionali che, invece, regolano efficacemente la sfera reale. Nel secondo capitolo ho ripercorso la storia della comunità del free software, che si è opposta al sistema proprietario, lamentando che lo stesso sia un limite considerevole per lo sviluppo di nuovi programmi. A sostegno del movimento del free software, sono state elaborate delle licenze, tra cui la General Public License, che sfruttano le normative sul copyright per mantenere i software liberi e accessibili per chiunque. La locuzione "free" ha tuttavia generato notevoli problemi a causa dell'ambiguità del suo significato in lingua inglese, tanto da spingere alcuni appartenenti al movimento del software libero a scindersi da esso e dare vita al movimento open source, che ha obiettivi più pratici che ideologici. Sovente si fa riferimento ad entrambi i movimenti utilizzando l'acronimo FLOSS, per indicare quello strumento che, creando spazi aperti e accessibili, rende il mercato online più competitivo. In questo capitolo ho anche riassunto le possibili motivazioni che spingono un singolo a sviluppare programmi aperti, confrontandole con le motivazioni che inducono un'impresa ad operare nel medesimo modo e mostrando, con esempi empirici, quanto sia stata importante la collaborazione da parte della comunità di utenti per lo sviluppo dell'idea di un singolo. Questo capitolo si conclude mostrando la possibilità di utilizzare nuovi modelli ibridi, che sono il risultato della combinazione di elementi dei modelli proprietari con quelli aperti. La terza parte del mio studio verte sull'analisi dei Creative Commons, un modello che permette la libera circolazione delle opere, consentendo all'autore di decidere in che misura e quali parti della sua creazione condividere. Tramite l'utilizzo di licenze Creative Commons, si mira ad ottenere un sistema più elastico che sia una via di mezzo tra i modelli proprietari e quelli del pubblico dominio integrale e che sia conforme alle norme degli ordinamenti giuridici dei paesi in cui opera. In questo capitolo ho analizzato anche alcune licenze CC e le sue prospettive future, che dovrebbero risolvere alcune problematiche emerse con le licenze attuali.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/19408