Università degli Studi di Torino Università degli Studi del Piemonte Orientale ¿Amedeo Avogadro¿ Facoltà di Scienze M.F.N. Corso di Laurea Magistrale interateneo in Analisi e Gestione dell'Ambiente (AGAM) RIASSUNTO della Tesi Candidato: Emanuele Lavezzaro Docente responsabile: Stefano Fenoglio Titolo: Decomposizione e colonizzazione macrobentonica del detrito fogliare in tratti fluviali prealpini con differente qualità ambientale. I sistemi lotici sono sistemi fondamentalmente eterotrofi, in quanto poco adatti alla presenza massiccia di produttori primari: la velocità della corrente ostacola lo sviluppo del phytoplancton, e assieme all'elevata instabilità dell'alveo, alla torbidità e al trasporto solido limita drasticamente la presenza di alghe bentoniche, briofite e angiosperme. Dal punto di vista ecologico si può affermare che, mentre gran parte dei sistemi terrestri sono largamente basati sulla catena del pascolo, cioè sul consumo diretto di produttori viventi, i fiumi sono strutturati sulla catena del detrito, cioè sul consumo di organismi produttori morti o frammenti di essi. Questo input energetico è in gran parte di origine alloctona, deriva da organismi vegetali terrestri, ed è costituito nei sistemi temperati essenzialmente da foglie. La capacità metabolica del fiume, cioè la sua capacità di degradare questo input energetico, può essere compromessa dal peggioramento delle condizioni ambientali? L'inquinamento o l'alterazione ambientale possono stravolgere, oltre alla struttura e composizione del biota fluviale, anche la sua funzionalità? Questi sono stati i quesiti alla base della presente tesi. Comparando il tasso di degradazione di cinque specie fogliari (per un totale di 600 leaf-packs dislocato in due siti) risulta evidente come nel sito A, caratterizzato da un'elevata qualità ambientale, la capacità metabolica del fiume sia elevata, con una veloce assimilazione del materiale alloctono; nel sito B, caratterizzato da una situazione ambientale profondamente alterata, la decomposizione dei leaf-packs risulta essere notevolmente più lenta, a dispetto delle maggiori temperature dell'acqua. Le ragioni di questa differente capacità metabolica dei due tratti è stata individuata, almeno in parte, nella diversa fauna macrobentonica che colonizza gli ammassi fogliari nei due tratti: nel sito A sono stati raccolti e identificati 17420 organismi appartenenti a 30 taxa mentre nel sito B sono stati individuati 5926 macroinvertebrati appartenenti a 23 taxa. A livello di ordini tassonomici nel sito A dominano Plecotteri, Efemerotteri e Tricotteri, mentre nel sito B questi organismi scompaiono e vengono soppiantati da Ditteri Chironomidi e Oligocheti. Questa diversità tassonomica in realtà è legata ad una profonda diversità funzionale: i taxa EPT sono sempre associati a tratti di basso ordine, e quindi naturalmente adattati a nutrirsi di materiale organico grossolano di origine terrestre. Il crollo dell'ossigenazione nel tratto a valle impedisce la vita di questi organismi stenoeci, che vengono sostituiti da organismi poco specializzati che si nutrono di detrito particellato fine e che quindi hanno una modesta capacità di degradazione del detrito grossolano. In conclusione, nell'ambito del processo di monitoraggio della qualità ambientale, l'analisi del processo degradativo di materiale alloctono attraverso i leaf-packs può rappresentare un elemento di importante valore, in quanto permette di tracciare un quadro più completo e di fornire interessanti dati sugli aspetti funzionali del sistema fiume.

Decomposizione e colonizzazione macrobentonica del detrito fogliare in tratti fluviali prealpini con differente qualità ambientale

LAVEZZARO, EMANUELE
2010/2011

Abstract

Università degli Studi di Torino Università degli Studi del Piemonte Orientale ¿Amedeo Avogadro¿ Facoltà di Scienze M.F.N. Corso di Laurea Magistrale interateneo in Analisi e Gestione dell'Ambiente (AGAM) RIASSUNTO della Tesi Candidato: Emanuele Lavezzaro Docente responsabile: Stefano Fenoglio Titolo: Decomposizione e colonizzazione macrobentonica del detrito fogliare in tratti fluviali prealpini con differente qualità ambientale. I sistemi lotici sono sistemi fondamentalmente eterotrofi, in quanto poco adatti alla presenza massiccia di produttori primari: la velocità della corrente ostacola lo sviluppo del phytoplancton, e assieme all'elevata instabilità dell'alveo, alla torbidità e al trasporto solido limita drasticamente la presenza di alghe bentoniche, briofite e angiosperme. Dal punto di vista ecologico si può affermare che, mentre gran parte dei sistemi terrestri sono largamente basati sulla catena del pascolo, cioè sul consumo diretto di produttori viventi, i fiumi sono strutturati sulla catena del detrito, cioè sul consumo di organismi produttori morti o frammenti di essi. Questo input energetico è in gran parte di origine alloctona, deriva da organismi vegetali terrestri, ed è costituito nei sistemi temperati essenzialmente da foglie. La capacità metabolica del fiume, cioè la sua capacità di degradare questo input energetico, può essere compromessa dal peggioramento delle condizioni ambientali? L'inquinamento o l'alterazione ambientale possono stravolgere, oltre alla struttura e composizione del biota fluviale, anche la sua funzionalità? Questi sono stati i quesiti alla base della presente tesi. Comparando il tasso di degradazione di cinque specie fogliari (per un totale di 600 leaf-packs dislocato in due siti) risulta evidente come nel sito A, caratterizzato da un'elevata qualità ambientale, la capacità metabolica del fiume sia elevata, con una veloce assimilazione del materiale alloctono; nel sito B, caratterizzato da una situazione ambientale profondamente alterata, la decomposizione dei leaf-packs risulta essere notevolmente più lenta, a dispetto delle maggiori temperature dell'acqua. Le ragioni di questa differente capacità metabolica dei due tratti è stata individuata, almeno in parte, nella diversa fauna macrobentonica che colonizza gli ammassi fogliari nei due tratti: nel sito A sono stati raccolti e identificati 17420 organismi appartenenti a 30 taxa mentre nel sito B sono stati individuati 5926 macroinvertebrati appartenenti a 23 taxa. A livello di ordini tassonomici nel sito A dominano Plecotteri, Efemerotteri e Tricotteri, mentre nel sito B questi organismi scompaiono e vengono soppiantati da Ditteri Chironomidi e Oligocheti. Questa diversità tassonomica in realtà è legata ad una profonda diversità funzionale: i taxa EPT sono sempre associati a tratti di basso ordine, e quindi naturalmente adattati a nutrirsi di materiale organico grossolano di origine terrestre. Il crollo dell'ossigenazione nel tratto a valle impedisce la vita di questi organismi stenoeci, che vengono sostituiti da organismi poco specializzati che si nutrono di detrito particellato fine e che quindi hanno una modesta capacità di degradazione del detrito grossolano. In conclusione, nell'ambito del processo di monitoraggio della qualità ambientale, l'analisi del processo degradativo di materiale alloctono attraverso i leaf-packs può rappresentare un elemento di importante valore, in quanto permette di tracciare un quadro più completo e di fornire interessanti dati sugli aspetti funzionali del sistema fiume.
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