Le infezioni nosocomiali rappresentano un problema di notevole importanza essendo una tra le principali cause dell'aumento della morbilità e mortalità ospedaliera e dei costi di gestione. Le infezioni nosocomiali o infezioni ospedaliere sono le infezioni insorte durante il ricovero in ospedale o dopo le dimissioni del paziente, che al momento dell'ingresso non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione. Negli ultimi anni, nonostante siano stati compiuti notevoli passi avanti nella conoscenza dei fattori di rischio e delle misure di prevenzione e controllo, l'incidenza delle infezioni ospedaliere non si è ridotta e nuovi patogeni multiresistenti hanno assunto un ruolo sicuramente più rilevante. Tra questi patogeni ci sono i batteri appartenenti al genere Acinetobacter che sono coccobacilli Gram negativi, catalasi positivi ed ossidasi negativi, immobili, strettamente aerobi. La maggior parte delle infezioni da Acinetobacter sono causate dalla specie baumannii. A. baumannii infetta pazienti ospedalizzati, immunocompromessi, lungodegenti, i portatori di comorbilità importanti, i grandi ustionati od i politraumatizzati, i portatori di cateteri, i soggetti ventilati meccanicamente, sottoposti a prolungata terapia antibiotica e a procedure invasive. L'isolamento di A. baumannii si pratica di norma sia dai pazienti ricoverati, sia dalle attrezzature e dalle apparecchiature collegate ai pazienti o presenti nei locali delle unità di terapia intensiva. Infatti, gli isolamenti più frequenti del batterio si ottengono dalle apparecchiature di supporto alla respirazione, dai gas-analizzatori e dai cateteri urinari; quindi, di conseguenza, dai broncoaspirati, dal sangue, dalle urine e dalla cute dei pazienti. Le numerose epidemie nosocomiali ad esso attribuite sono spesso sostenute da ceppi con un'elevata antibiotico-resistenza. Il profilo delle antibiotico-resistenze di questo microrganismo risulta sempre più estremo: la rapida diffusione di ceppi produttori di carbapenemasi ha determinato un significativo aumento di resistenza ai carbapenemi. L'unico antibiotico i cui livelli di sensibilità permangono elevati è la colistina, il cui impiego è gravato da problematiche di tossicità e purtroppo dall'emergere di ceppi resistenti. Di conseguenza, il frequente isolamento di A. baumannii conferma l'importanza dei programmi di sorveglianza per il controllo e la prevenzione delle infezioni da microrganismi resistenti ai trattamenti antimicrobici. Sono stati messi a punto protocolli di sorveglianza attiva basati sul monitoraggio microbiologico dei pazienti ricoverati e degli ambienti allo scopo di individuare i soggetti con maggiori probabilità di contrarre infezioni, descrivere nel tempo l'incidenza di tali infezioni, evidenziare eventuali epidemie, individuare serbatoi e meccanismi di trasmissione, e intraprendere una terapia antibiotica mirata. La resistenza antimicrobica e la sua diffusione globale minacciano, infatti, l'efficacia di molti farmaci usati oggi per curare le infezioni, mentre allo stesso tempo rischiano di compromettere gli importanti progressi compiuti contro temibili killer infettivi.
Acinetobacter baumannii quale patogeno emergente di infezioni nosocomiali
HULEA, GEORGIANA
2010/2011
Abstract
Le infezioni nosocomiali rappresentano un problema di notevole importanza essendo una tra le principali cause dell'aumento della morbilità e mortalità ospedaliera e dei costi di gestione. Le infezioni nosocomiali o infezioni ospedaliere sono le infezioni insorte durante il ricovero in ospedale o dopo le dimissioni del paziente, che al momento dell'ingresso non erano manifeste clinicamente, né erano in incubazione. Negli ultimi anni, nonostante siano stati compiuti notevoli passi avanti nella conoscenza dei fattori di rischio e delle misure di prevenzione e controllo, l'incidenza delle infezioni ospedaliere non si è ridotta e nuovi patogeni multiresistenti hanno assunto un ruolo sicuramente più rilevante. Tra questi patogeni ci sono i batteri appartenenti al genere Acinetobacter che sono coccobacilli Gram negativi, catalasi positivi ed ossidasi negativi, immobili, strettamente aerobi. La maggior parte delle infezioni da Acinetobacter sono causate dalla specie baumannii. A. baumannii infetta pazienti ospedalizzati, immunocompromessi, lungodegenti, i portatori di comorbilità importanti, i grandi ustionati od i politraumatizzati, i portatori di cateteri, i soggetti ventilati meccanicamente, sottoposti a prolungata terapia antibiotica e a procedure invasive. L'isolamento di A. baumannii si pratica di norma sia dai pazienti ricoverati, sia dalle attrezzature e dalle apparecchiature collegate ai pazienti o presenti nei locali delle unità di terapia intensiva. Infatti, gli isolamenti più frequenti del batterio si ottengono dalle apparecchiature di supporto alla respirazione, dai gas-analizzatori e dai cateteri urinari; quindi, di conseguenza, dai broncoaspirati, dal sangue, dalle urine e dalla cute dei pazienti. Le numerose epidemie nosocomiali ad esso attribuite sono spesso sostenute da ceppi con un'elevata antibiotico-resistenza. Il profilo delle antibiotico-resistenze di questo microrganismo risulta sempre più estremo: la rapida diffusione di ceppi produttori di carbapenemasi ha determinato un significativo aumento di resistenza ai carbapenemi. L'unico antibiotico i cui livelli di sensibilità permangono elevati è la colistina, il cui impiego è gravato da problematiche di tossicità e purtroppo dall'emergere di ceppi resistenti. Di conseguenza, il frequente isolamento di A. baumannii conferma l'importanza dei programmi di sorveglianza per il controllo e la prevenzione delle infezioni da microrganismi resistenti ai trattamenti antimicrobici. Sono stati messi a punto protocolli di sorveglianza attiva basati sul monitoraggio microbiologico dei pazienti ricoverati e degli ambienti allo scopo di individuare i soggetti con maggiori probabilità di contrarre infezioni, descrivere nel tempo l'incidenza di tali infezioni, evidenziare eventuali epidemie, individuare serbatoi e meccanismi di trasmissione, e intraprendere una terapia antibiotica mirata. La resistenza antimicrobica e la sua diffusione globale minacciano, infatti, l'efficacia di molti farmaci usati oggi per curare le infezioni, mentre allo stesso tempo rischiano di compromettere gli importanti progressi compiuti contro temibili killer infettivi.File | Dimensione | Formato | |
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