Se c'è una vocazione della comunicazione nell'accezione più vasta e cioè rivolta al mondo intero, questa è la vocazione dell'unica Chiesa che ha nella sua stessa dicitura ¿Cattolica¿ l'impegno all'universalismo. Fin dai tempi più antichi, la comunicazione del messaggio del più antico popolo monoteista è avvenuta attraverso l'uso dell'¿oralità primaria¿, con la predicazione dei Profeti e da parte di figure carismatiche che in ogni epoca hanno fatto da richiamo costante all'esistenza di Dio. Gli ambiti da me trattati nella ricerca ¿Chiesa Cattolica e Comunicazione¿ riguardano la stampa, la radio, la televisione e Internet, prima e dopo la svolta significativa che il Concilio Vaticano II diede al problema della comunicazione, attraverso il fondamentale decreto Inter Mirifica. Per la stampa, ho preso in considerazione, dato il loro particolare profilo istituzionale o per la loro larga diffusione, il quotidiano L'Osservatore Romano (proprietà della Santa Sede), il settimanale Famiglia Cristiana (Società San Paolo) ed il quotidiano Avvenire (CEI). Da questa ricerca emerge come l'utilizzo dell'editoria da parte della Chiesa ha sempre svolto una funzione importantissima di punto di riferimento morale in ogni epoca. In tutti e tre i casi si tratta di prodotti editoriali che anche oggi non sono legati ad alcun potere politico e le cui caratteristiche riescono a soddisfare ¿target¿ di lettori con diverse necessità. Per quanto riguarda la radio, la ricerca si è indirizzata alle emittenti cattoliche, sia istituzionali che private, di rilevanza nazionale ed in alcuni casi anche internazionale. L'itinerario ha avuto inizio con la Radio Vaticana, con cui la Chiesa ha dato avvio all'utilizzo di questo importante mezzo di comunicazione utile all'evangelizzazione fin dai suoi esordi. Ad essa altre ne sono seguite e l'attenzione si è concentrata su quelle di più recente realizzazione che sono state avviate sulla scia dello spirito post-conciliare, che sono: Radio Maria, Radio Mater e Radio InBlu. Le prime due hanno caratteristiche similari, in quanto sono gestite da volontari e non trasmettendo messaggi pubblicitari, vivono delle offerte che ricevono dagli ascoltatori e dei proventi della vendita del materiale di propaganda (giornali, libri, audiovisivi). Per quanto riguarda la televisione invece, si è iniziato a raccontare l'esperienza della prima televisione religiosa con sede in Vaticano nel lontano 1950, per poi continuare con le esperienze successive a partire dall'avvio in Italia della programmazione televisiva ad opera della Rai, la cui collaborazione continua ancora oggi con Rai Vaticano. Successivamente vengono illustrate le nuove realtà televisive cattoliche che si riferiscono al Centro Televisivo Vaticano (CTV) e a TV2000. La ricerca inoltre si è indirizzata a considerare la presenza della Chiesa nella Rete. I siti presi in esame sono quelli istituzionali (cosiddetti ¿siti vetrina¿) e precisamente quelli della Chiesa Cattolica Italiana (CEI), quello della Santa Sede e quello riferito al Progetto Culturale della Chiesa Cattolica Italiana. Sono anche state prese in esame le realtà di siti più interattivi, a prova di come anche in campo religioso, ci si stia dirigendo verso realtà più consone al Web 2.0 che permettono di realizzare reti di relazioni e di raggiungere anche individui non credenti. Infine, sono state illustrate alcune realtà cattoliche locali nell'ambito della Provincia di Cuneo e della Provincia di Torino.
CHIESA CATTOLICA E COMUNICAZIONE
ELIA, MARCELLA
2010/2011
Abstract
Se c'è una vocazione della comunicazione nell'accezione più vasta e cioè rivolta al mondo intero, questa è la vocazione dell'unica Chiesa che ha nella sua stessa dicitura ¿Cattolica¿ l'impegno all'universalismo. Fin dai tempi più antichi, la comunicazione del messaggio del più antico popolo monoteista è avvenuta attraverso l'uso dell'¿oralità primaria¿, con la predicazione dei Profeti e da parte di figure carismatiche che in ogni epoca hanno fatto da richiamo costante all'esistenza di Dio. Gli ambiti da me trattati nella ricerca ¿Chiesa Cattolica e Comunicazione¿ riguardano la stampa, la radio, la televisione e Internet, prima e dopo la svolta significativa che il Concilio Vaticano II diede al problema della comunicazione, attraverso il fondamentale decreto Inter Mirifica. Per la stampa, ho preso in considerazione, dato il loro particolare profilo istituzionale o per la loro larga diffusione, il quotidiano L'Osservatore Romano (proprietà della Santa Sede), il settimanale Famiglia Cristiana (Società San Paolo) ed il quotidiano Avvenire (CEI). Da questa ricerca emerge come l'utilizzo dell'editoria da parte della Chiesa ha sempre svolto una funzione importantissima di punto di riferimento morale in ogni epoca. In tutti e tre i casi si tratta di prodotti editoriali che anche oggi non sono legati ad alcun potere politico e le cui caratteristiche riescono a soddisfare ¿target¿ di lettori con diverse necessità. Per quanto riguarda la radio, la ricerca si è indirizzata alle emittenti cattoliche, sia istituzionali che private, di rilevanza nazionale ed in alcuni casi anche internazionale. L'itinerario ha avuto inizio con la Radio Vaticana, con cui la Chiesa ha dato avvio all'utilizzo di questo importante mezzo di comunicazione utile all'evangelizzazione fin dai suoi esordi. Ad essa altre ne sono seguite e l'attenzione si è concentrata su quelle di più recente realizzazione che sono state avviate sulla scia dello spirito post-conciliare, che sono: Radio Maria, Radio Mater e Radio InBlu. Le prime due hanno caratteristiche similari, in quanto sono gestite da volontari e non trasmettendo messaggi pubblicitari, vivono delle offerte che ricevono dagli ascoltatori e dei proventi della vendita del materiale di propaganda (giornali, libri, audiovisivi). Per quanto riguarda la televisione invece, si è iniziato a raccontare l'esperienza della prima televisione religiosa con sede in Vaticano nel lontano 1950, per poi continuare con le esperienze successive a partire dall'avvio in Italia della programmazione televisiva ad opera della Rai, la cui collaborazione continua ancora oggi con Rai Vaticano. Successivamente vengono illustrate le nuove realtà televisive cattoliche che si riferiscono al Centro Televisivo Vaticano (CTV) e a TV2000. La ricerca inoltre si è indirizzata a considerare la presenza della Chiesa nella Rete. I siti presi in esame sono quelli istituzionali (cosiddetti ¿siti vetrina¿) e precisamente quelli della Chiesa Cattolica Italiana (CEI), quello della Santa Sede e quello riferito al Progetto Culturale della Chiesa Cattolica Italiana. Sono anche state prese in esame le realtà di siti più interattivi, a prova di come anche in campo religioso, ci si stia dirigendo verso realtà più consone al Web 2.0 che permettono di realizzare reti di relazioni e di raggiungere anche individui non credenti. Infine, sono state illustrate alcune realtà cattoliche locali nell'ambito della Provincia di Cuneo e della Provincia di Torino.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/19251