In questo lavoro abbiamo voluto ritracciare la strada percorsa da diversi studiosi che hanno abbracciato la nuova teoria economica dell'economia della felicità, introdotta da Easterlin nel 1974, anno in cui che ha dato l'impulso alla revisione del tradizionale assunto per il quale l'aumento della ricchezza delle nazioni e degli individui è sufficiente a garantire un aumento della felicità. Queste indagini vedono alcuni economisti aprirsi ai contributi della psicologia, della sociologia, della scienza politica, della filosofia, in uno sforzo che intende accogliere il bisogno, sempre più sentito in ambito scientifico, di una scienza sociale che sia frutto di apporti interdisciplinari e che, arricchita dalle diversità, porti a una nuova e migliore comprensione degli individui e delle società.Abbiamo visto che se è vero che per i paesi poveri un aumento del reddito provoca aumenti della felicità, ciò non corrisponde nei paesi ricchi, o cosiddetti industrializzati: continuare a puntare a politiche che permettano di aumentare la ricchezza, condurrà a mantenere inalterato il livello della felicità, poiché come abbiamo visto, l'attitudine dell'uomo all'adattamento a situazioni agevolate provoca l'entrata diretta in un vortice senza fine ¿del più si ha più si vuole¿. Infatti abbiamo visto che i meccanismi psicologici dell'adattamento e del confronto dell'uomo con i suoi simili porta velocemente ad una situazione di insoddisfazione e di avere aspirazioni sempre più alte . Il tempo impiegato per ottenere maggior denaro più toglierne per quelle attività che invece renderebbe l'uomo più soddisfatto, come il mantenersi in forma, un hobby, rapporti familiari e amicali, l'impegno civico, le attività culturali. Inoltre abbiamo visto come nella determinazione della felicità entrino in gioco altri fattori, quali i valori, la salute, i servizi pubblici, una buona istruzione, una buona amministrazione cittadina e statale e altri fattori prettamente economici, come il lavoro, lo status sociale, il reddito, l'inflazione. Una valutazione diversa del comportamento dell'uomo, diverso da quello atteso dall'homo oeconomicus, porta ad un diverso approccio nella valutazione delle migliori politiche pubbliche e le condizioni che favoriscono la felicità dovrebbero diventare l'obiettivo delle stesse. Abbiamo visto infine i risultati di una ricerca sulla felicità in Italia, e dei dati riportati. E infine abbiamo presentato la ricerca condotta dal Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Torino, che pur non essendo completata può presentare alcune conclusioni preliminari: per quanto riguarda le valutazioni metodologiche del questionario, si può dire che la scala a 7 gradini ben rappresenta le sfumature necessarie per poter garantire una corretta espressione delle possibilità di risposta. La scala numerica bipolare è quella che maggiormente presenta ambiguità.: il valore negativo distorce la valutazione in quanto il segno meno induce l'intervistatore a dare una valutazione con un'accezione negativa.
fattori economici e non, che influenzano la qualità della vita
COMMODO, EUGENIA
2010/2011
Abstract
In questo lavoro abbiamo voluto ritracciare la strada percorsa da diversi studiosi che hanno abbracciato la nuova teoria economica dell'economia della felicità, introdotta da Easterlin nel 1974, anno in cui che ha dato l'impulso alla revisione del tradizionale assunto per il quale l'aumento della ricchezza delle nazioni e degli individui è sufficiente a garantire un aumento della felicità. Queste indagini vedono alcuni economisti aprirsi ai contributi della psicologia, della sociologia, della scienza politica, della filosofia, in uno sforzo che intende accogliere il bisogno, sempre più sentito in ambito scientifico, di una scienza sociale che sia frutto di apporti interdisciplinari e che, arricchita dalle diversità, porti a una nuova e migliore comprensione degli individui e delle società.Abbiamo visto che se è vero che per i paesi poveri un aumento del reddito provoca aumenti della felicità, ciò non corrisponde nei paesi ricchi, o cosiddetti industrializzati: continuare a puntare a politiche che permettano di aumentare la ricchezza, condurrà a mantenere inalterato il livello della felicità, poiché come abbiamo visto, l'attitudine dell'uomo all'adattamento a situazioni agevolate provoca l'entrata diretta in un vortice senza fine ¿del più si ha più si vuole¿. Infatti abbiamo visto che i meccanismi psicologici dell'adattamento e del confronto dell'uomo con i suoi simili porta velocemente ad una situazione di insoddisfazione e di avere aspirazioni sempre più alte . Il tempo impiegato per ottenere maggior denaro più toglierne per quelle attività che invece renderebbe l'uomo più soddisfatto, come il mantenersi in forma, un hobby, rapporti familiari e amicali, l'impegno civico, le attività culturali. Inoltre abbiamo visto come nella determinazione della felicità entrino in gioco altri fattori, quali i valori, la salute, i servizi pubblici, una buona istruzione, una buona amministrazione cittadina e statale e altri fattori prettamente economici, come il lavoro, lo status sociale, il reddito, l'inflazione. Una valutazione diversa del comportamento dell'uomo, diverso da quello atteso dall'homo oeconomicus, porta ad un diverso approccio nella valutazione delle migliori politiche pubbliche e le condizioni che favoriscono la felicità dovrebbero diventare l'obiettivo delle stesse. Abbiamo visto infine i risultati di una ricerca sulla felicità in Italia, e dei dati riportati. E infine abbiamo presentato la ricerca condotta dal Dipartimento di Economia dell'Università degli Studi di Torino, che pur non essendo completata può presentare alcune conclusioni preliminari: per quanto riguarda le valutazioni metodologiche del questionario, si può dire che la scala a 7 gradini ben rappresenta le sfumature necessarie per poter garantire una corretta espressione delle possibilità di risposta. La scala numerica bipolare è quella che maggiormente presenta ambiguità.: il valore negativo distorce la valutazione in quanto il segno meno induce l'intervistatore a dare una valutazione con un'accezione negativa.File | Dimensione | Formato | |
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