Mitbestimmung , più che una legge che regola la corporate governance delle grandi società, è un modo per concepire i rapporti sociali. Il pensiero che la sostiene è, in origine, di matrice cristiana e ancora oggi si impernia sul concetto di responsabilità sociale dell'impresa. Mitbestimmung si è evoluta attraverso diversi periodi storici, con leadership politiche molto differenti tra loro: Bismark, Ebert, Adenauer, Schmidt, Schroder e Merkel. Ciò nonostante i principi di base sono rimasti inalterati. La prima legge strutturata e operativa è del 1951, la legge completa più recente risale al 1976. Le critiche alla partecipazione dei lavoratori alla gestione d'impresa dettata per legge sono convincenti e diffuse, anche in Germania. Ciò nonostante il modello è forte ed è stato recentemente confermato. In termini giuridici Mitbestimmung si innesta sulla governance dualistica e non avrebbe senso in un sistema diverso. E' diffuso il parere secondo il quale la forza dell'economia tedesca sia tale anche grazie a Mitbestimmung che, nei momenti difficili ha consentito patti sociali stabilizzanti: secondo dopoguerra, annessione della Germania Est, delocalizzazione industriale del 2003-2004, crisi del 2008-2009. Gli studi sociologici e industriali che hanno tentato di oggettivizzare i risultati della codeterminazione non producono risultati univoci. E non sembra si tratti di approccio culturale da parte dello studioso, quanto di tipologia di casi esaminati e di variabili prese in considerazione. Sull'aspetto dell'efficienza ad esempio i pareri sono discordi, mentre sul fronte del livello dei salari si registra maggior unanimità. Il confronto Mitbestimmung-risultati d'impresa non produce alcun consequenzialità evidente. Le valutazioni sono quindi di natura più politica, di sistema paese, più che di ordine aziendale e su questo fronte ci sembra di poter dire che il giudizio non può che essere positivo. Per questa ragione è doveroso verificare quanto, come e dove Mitbestimmung potrebbe trovare una sorta di emulazione in Italia. La risposta è abbastanza lapidaria: è molto improbabile che questo possa succedere. Nel nostro paese il sistema dualistico ha trovato applicazione nelle banche e nelle società di servizi, in industria è quasi sconosciuto. Codeterminazione e sistema dualistico sono pressoché inscindibili, per loro stessa natura: con una governance tradizionale è difficile pensare a Mitbestimmung. Eppure, specialmente dall'autunno 2011, si è diffuso un clima politico nuovo, una rinnovata attenzione al bene pubblico, una maggior serietà e responsabilità anche nel confronto tra le parti sociali per cui uno sforzo di coraggio normativo potrebbe trovare un consenso diffuso. Nella grande impresa italiana , la più soggetta a delocalizzazioni e concorrenza con poche regole, una forma di codeterminazione strutturata insieme al mutamento del modello di governance potrebbe produrre risultati positivi.
La Codeterminazione Tedesca: modello di gestione d'impresa e strumento partecipativo
BERSIA, PAOLO
2010/2011
Abstract
Mitbestimmung , più che una legge che regola la corporate governance delle grandi società, è un modo per concepire i rapporti sociali. Il pensiero che la sostiene è, in origine, di matrice cristiana e ancora oggi si impernia sul concetto di responsabilità sociale dell'impresa. Mitbestimmung si è evoluta attraverso diversi periodi storici, con leadership politiche molto differenti tra loro: Bismark, Ebert, Adenauer, Schmidt, Schroder e Merkel. Ciò nonostante i principi di base sono rimasti inalterati. La prima legge strutturata e operativa è del 1951, la legge completa più recente risale al 1976. Le critiche alla partecipazione dei lavoratori alla gestione d'impresa dettata per legge sono convincenti e diffuse, anche in Germania. Ciò nonostante il modello è forte ed è stato recentemente confermato. In termini giuridici Mitbestimmung si innesta sulla governance dualistica e non avrebbe senso in un sistema diverso. E' diffuso il parere secondo il quale la forza dell'economia tedesca sia tale anche grazie a Mitbestimmung che, nei momenti difficili ha consentito patti sociali stabilizzanti: secondo dopoguerra, annessione della Germania Est, delocalizzazione industriale del 2003-2004, crisi del 2008-2009. Gli studi sociologici e industriali che hanno tentato di oggettivizzare i risultati della codeterminazione non producono risultati univoci. E non sembra si tratti di approccio culturale da parte dello studioso, quanto di tipologia di casi esaminati e di variabili prese in considerazione. Sull'aspetto dell'efficienza ad esempio i pareri sono discordi, mentre sul fronte del livello dei salari si registra maggior unanimità. Il confronto Mitbestimmung-risultati d'impresa non produce alcun consequenzialità evidente. Le valutazioni sono quindi di natura più politica, di sistema paese, più che di ordine aziendale e su questo fronte ci sembra di poter dire che il giudizio non può che essere positivo. Per questa ragione è doveroso verificare quanto, come e dove Mitbestimmung potrebbe trovare una sorta di emulazione in Italia. La risposta è abbastanza lapidaria: è molto improbabile che questo possa succedere. Nel nostro paese il sistema dualistico ha trovato applicazione nelle banche e nelle società di servizi, in industria è quasi sconosciuto. Codeterminazione e sistema dualistico sono pressoché inscindibili, per loro stessa natura: con una governance tradizionale è difficile pensare a Mitbestimmung. Eppure, specialmente dall'autunno 2011, si è diffuso un clima politico nuovo, una rinnovata attenzione al bene pubblico, una maggior serietà e responsabilità anche nel confronto tra le parti sociali per cui uno sforzo di coraggio normativo potrebbe trovare un consenso diffuso. Nella grande impresa italiana , la più soggetta a delocalizzazioni e concorrenza con poche regole, una forma di codeterminazione strutturata insieme al mutamento del modello di governance potrebbe produrre risultati positivi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/19178