Il processo di internazionalizzazione definisce il percorso utile a un'impresa per espandere il proprio mercato oltre i confini nazionali. Oggi, infatti, è chiamata ad operare in un contesto sempre più cosmopolita in conseguenza al fenomeno generalizzato della globalizzazione di domanda e offerta da cui difficilmente può astenersi. Il consumatore si è globalizzato: Levitt sostiene che i suoi bisogni si presentano sempre più uniformati, convergenti verso l'occidentalizzazione dei consumi. Si dimostrerà però che l'impresa trasforma il suo approccio in linea con quanto sostenuto dall'autore, senza però dimenticare che il consumatore globale conserva le peculiarità tipiche del contesto socio-culturale in cui è inserito, sottoscrivendo un ¿approccio glocale¿. In passato il mercato principale di un'azienda era quello interno limitando all'esportazione un volume di vendite ridotto; la scelta di operare solo nel proprio Paese ancora oggi garantisce una certa sicurezza e stabilità che sicuramente viene a mancare agendo in un contesto globale. L'impresa nazionale rischia però da un lato di precludersi la possibilità di accedere a nuovi mercati in espansione, e dall'altro mette a repentaglio anche lo spazio già conquistato. Si traduce in un'esigenza quasi imprescindibile per le imprese spinte dalla necessità di contrastare anche una concorrenza estera sempre più incombente: esse intraprendono la strada del processo di internazionalizzazione per rispondere efficacemente alla domanda globale e, al contempo, non venir schiacciate dal peso di imprese già multinazionali e soccombere in un mercato interno ormai saturo. La trasformazione dell'ultimo decennio ha creato nuove opportunità imprenditoriali ma anche nuove minacce. Le imprese vedono restringersi i mercati domestici e sono indotte ad ampliare il ventaglio geografico dei mercati per garantirsi lo spazio vitale necessario per continuare ad essere competitive. Quando l'ambito competitivo di un'impresa si allarga questa deve affrontare problemi ben più complessi. L'ambito delle strategie di internazionalizzazione presuppone l'identificazione dei risorse finanziarie e di competenze dell'impresa unitamente alla conoscenza del mercato globale, oggetto della sua espansione. La stabilità politica ed economica che ha caratterizzato il XIX secolo, periodo in cui viene datata la nascita delle cosiddette imprese multi nazionali (IMN) ma che oggi invece si presenta più incerto ed eterogeneo, ha rappresentato uno scenario assai fertile per l'espansione del fenomeno. Ad essa si aggiungono innovativi sistemi di comunicazione, trasporti e flussi finanziari più rapidi che riducono drasticamente le distanze, fino a prevedere nuovi canali di distribuzione basati sul business to consumer che campeggia nel web. La globalizzazione non si traduce però nella conquista di mercati globali a senso unico; se per un certo periodo di tempo sono state le imprese occidentali a espandere la loro potenza nei Paesi asiatici o in via di sviluppo, è possibile testimoniare anche il processo inverso: se fino agli anni '60 sono rimasti pressoché in sordina, oggi sono i Paesi dell'area BRIC a conquistare i più ricchi mercati occidentali e spesso le sue aziende. È un fatto che, soprattutto nell'ultimo decennio, i Paesi emergenti crescano più rapidamente dei Paesi già industrializzati e il baricentro della produttività e dell'esportazione mondiale si avvicina progressivamente a queste nuove realtà.
PROCESSO DI INTERNAZIONALIZZAZIONE: MODALITA' ALTERNATIVE E LORO VALUTAZIONI
AMERIO, ERICA
2010/2011
Abstract
Il processo di internazionalizzazione definisce il percorso utile a un'impresa per espandere il proprio mercato oltre i confini nazionali. Oggi, infatti, è chiamata ad operare in un contesto sempre più cosmopolita in conseguenza al fenomeno generalizzato della globalizzazione di domanda e offerta da cui difficilmente può astenersi. Il consumatore si è globalizzato: Levitt sostiene che i suoi bisogni si presentano sempre più uniformati, convergenti verso l'occidentalizzazione dei consumi. Si dimostrerà però che l'impresa trasforma il suo approccio in linea con quanto sostenuto dall'autore, senza però dimenticare che il consumatore globale conserva le peculiarità tipiche del contesto socio-culturale in cui è inserito, sottoscrivendo un ¿approccio glocale¿. In passato il mercato principale di un'azienda era quello interno limitando all'esportazione un volume di vendite ridotto; la scelta di operare solo nel proprio Paese ancora oggi garantisce una certa sicurezza e stabilità che sicuramente viene a mancare agendo in un contesto globale. L'impresa nazionale rischia però da un lato di precludersi la possibilità di accedere a nuovi mercati in espansione, e dall'altro mette a repentaglio anche lo spazio già conquistato. Si traduce in un'esigenza quasi imprescindibile per le imprese spinte dalla necessità di contrastare anche una concorrenza estera sempre più incombente: esse intraprendono la strada del processo di internazionalizzazione per rispondere efficacemente alla domanda globale e, al contempo, non venir schiacciate dal peso di imprese già multinazionali e soccombere in un mercato interno ormai saturo. La trasformazione dell'ultimo decennio ha creato nuove opportunità imprenditoriali ma anche nuove minacce. Le imprese vedono restringersi i mercati domestici e sono indotte ad ampliare il ventaglio geografico dei mercati per garantirsi lo spazio vitale necessario per continuare ad essere competitive. Quando l'ambito competitivo di un'impresa si allarga questa deve affrontare problemi ben più complessi. L'ambito delle strategie di internazionalizzazione presuppone l'identificazione dei risorse finanziarie e di competenze dell'impresa unitamente alla conoscenza del mercato globale, oggetto della sua espansione. La stabilità politica ed economica che ha caratterizzato il XIX secolo, periodo in cui viene datata la nascita delle cosiddette imprese multi nazionali (IMN) ma che oggi invece si presenta più incerto ed eterogeneo, ha rappresentato uno scenario assai fertile per l'espansione del fenomeno. Ad essa si aggiungono innovativi sistemi di comunicazione, trasporti e flussi finanziari più rapidi che riducono drasticamente le distanze, fino a prevedere nuovi canali di distribuzione basati sul business to consumer che campeggia nel web. La globalizzazione non si traduce però nella conquista di mercati globali a senso unico; se per un certo periodo di tempo sono state le imprese occidentali a espandere la loro potenza nei Paesi asiatici o in via di sviluppo, è possibile testimoniare anche il processo inverso: se fino agli anni '60 sono rimasti pressoché in sordina, oggi sono i Paesi dell'area BRIC a conquistare i più ricchi mercati occidentali e spesso le sue aziende. È un fatto che, soprattutto nell'ultimo decennio, i Paesi emergenti crescano più rapidamente dei Paesi già industrializzati e il baricentro della produttività e dell'esportazione mondiale si avvicina progressivamente a queste nuove realtà.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/19172