BACKGROUND. Survival rate of solid organ transplant patients has grown from the 1970s to the present day, mainly as a result of advances in immunosuppressive therapy. The survival rate within the piedmontese transplant system is eloquent: considering transplants since 2010, 94% of patients with kidney transplantation are alive at 5 years, 90% of patients with liver transplantation, about 75% of heart transplants and about half of those with lung transplants. However, transplant recipients suffer from related comorbidities such as hypertension, diabetes mellitus, cardiovascular events, infections, cancer and, in non-renal transplants, chronic kidney disease. The endocrine-metabolic asset, often compromised even before the transplantation, is considerably altered even after it. The study of these alterations can be crucial for improving numerous aspects inherent to the quality of life of these patients, also influencing mortality and morbidity. METHODS. A database of over a thousand publications on PubMed was created for this study. 106 meta-analysis and systematic reviews were filtered through the MeSH search using mainly the keywords “Nutritional and Metabolic Diseases”, “Endocrine System Diseases”, “Endocrine System”, “Transplant Recipients”, “Organ Transplantation” and others strings relating to specific organ transplants and to various endocrine and metabolic diseases. Also through the MeSH search, 546 reviews were filtered, including only those published in the last 10 years and (AND) containing the keywords “transplant*” in the title. The search was then extended with traditional approach (not MeSH) by combining (AND) the results of the search for the keywords “transplant*” with those of “endocrin*” or “metabolic*” (OR), restricted to titles and abstracts. In this case it was essential to use additional organ- and disease-specific search text strings. Several studies were identified through the list of articles related to a specific publication or the list of articles that cite it and therefore more recent. By reading the abstracts, the eligibility of the various articles was assessed and they were divided by topic. For each argument to be treated, the most up-to-date studies were then examined, read in full and used for the drawing up of this work, including when available two systematic reviews and two meta-analysis at least, as well as other significant publications. RESULTS AND CONCLUSIONS. The interest of the international scientific community in issues related to transplantation was also maintained in 2020, although research and clinical activity were widely focused on Covid-19. Solid organ transplantation allows for the rebalancing of various alterations, including some of the endocrine and metabolic ones, however the increase in survival rate brings out problems, in terms of prevalence, that have a negative impact on the quality of life of these patients. The immunosuppressive regimens themselves, classic but also modern, often prove to have a role in the pathogenesis of some of the endocrine and metabolic alterations common after transplantation. Although much investigated, endocrine and metabolic disorders, before and after transplantation, are not always and in every respect described in the literature with reliable and consistent data. However, it is precisely an updated and timely competence on these various alterations that can allow the adoption, in the transplanted population, of advantageous prevention and early diagnosis programs as well as treatment.
BACKGROUND. La sopravvivenza dei pazienti sottoposti a trapianto di organo solido è cresciuta dagli anni ‘70 ad oggi come risultato soprattutto del progresso della terapia immunosoppressiva. Il dato di sopravvivenza all’interno del sistema trapianti piemontese è eloquente: considerando i trapianti dal 2010, a 5 anni è vivo il 94% dei pazienti con trapianto di rene, il 90% dei pazienti con trapianto di fegato, circa il 75% dei trapiantati di cuore e la metà circa di quelli con trapianto di polmone. I soggetti sottoposti a trapianto soffrono tuttavia di comorbilità ad esso correlate come ipertensione, diabete mellito, eventi cardiovascolari, infezioni, insorgenza di tumori e, nei trapianti non renali, malattia renale cronica. L’assetto endocrino-metabolico, spesso già compromesso prima del trapianto, è significativamente alterato anche dopo. Lo studio di queste alterazioni può essere determinante a rendere migliori numerosi aspetti inerenti alla qualità della vita di questi pazienti, incidendo anche su mortalità e morbilità. METODI. Per questo studio è stato creato un database di più di mille pubblicazioni presenti su PubMed. 106 meta-analisi e review sistematiche sono state filtrate mediante ricerca MeSH utilizzando prevalentemente gli indici “Nutritional and Metabolic Diseases”, “Endocrine System Diseases”, “Endocrine System”, “Transplant Recipients”, “Organ Transplantation” e altre stringhe relative a specifico organo trapiantato e a diverse malattie endocrine e metaboliche. Sempre mediante ricerca MeSH sono state filtrate 546 review, includendo solo quelle pubblicate negli ultimi 10 anni e (AND) contenenti nel titolo il termine “transplant*”. La ricerca è stata poi estesa con esplorazione tradizionale (non MeSH) combinando (AND) i risultati della ricerca di termini “transplant*” con quelli di “endocrin*” o “metabolic*” (OR), limitata a titoli e abstract. Soprattutto in questo frangente è stato indispensabile l’utilizzo di ulteriori stringhe di ricerca specifiche per organo e malattia. Diversi studi sono stati individuati attraverso l’elenco di articoli correlati a una specifica pubblicazione o quello di articoli che la citano e quindi più recenti. La lettura degli abstract ha permesso di valutare la pertinenza dei vari articoli e suddividerli in base all’argomento. Per ogni aspetto da trattare, sono stati poi esaminati, letti interamente e utilizzati per redigere il lavoro, gli studi più aggiornati, includendo quando disponibili almeno due review sistematiche e due meta-analisi oltre ad ulteriori pubblicazioni risultate significative. RISULTATI E CONCLUSIONI. L’interesse della comunità scientifica internazionale verso le problematiche inerenti al trapianto si è mantenuto anche nel 2020, anno in cui l’attività di ricerca e clinica è stata in buona misura polarizzata su Covid-19. Il trapianto di organo solido consente il riequilibrio di diverse alterazioni, anche endocrine e metaboliche, tuttavia, la maggiore sopravvivenza fa emergere, in prevalenza, problematiche che impattano invece negativamente sulla qualità di vita di questi pazienti. Gli stessi regimi terapeutici immunosoppressivi, classici ma anche moderni, risultano spesso rivestire un ruolo nella patogenesi di alcune delle alterazioni endocrine e metaboliche comuni dopo il trapianto. Sebbene molto indagati, i disturbi endocrini e metabolici, prima e dopo il trapianto, non sono sempre e sotto ogni aspetto descritti in letteratura con dati certi e concordi. Tuttavia, proprio un’aggiornata e puntuale competenza su queste diverse alterazioni può consentire l’adozione, nella popolazione trapiantata, di vantaggiosi programmi di prevenzione e di diagnosi precoce oltre che di cura.
Alterazioni endocrino-metaboliche nei pazienti sottoposti a trapianto d'organo: revisione sistemica della letteratura
MELI, FEDERICO
2019/2020
Abstract
BACKGROUND. La sopravvivenza dei pazienti sottoposti a trapianto di organo solido è cresciuta dagli anni ‘70 ad oggi come risultato soprattutto del progresso della terapia immunosoppressiva. Il dato di sopravvivenza all’interno del sistema trapianti piemontese è eloquente: considerando i trapianti dal 2010, a 5 anni è vivo il 94% dei pazienti con trapianto di rene, il 90% dei pazienti con trapianto di fegato, circa il 75% dei trapiantati di cuore e la metà circa di quelli con trapianto di polmone. I soggetti sottoposti a trapianto soffrono tuttavia di comorbilità ad esso correlate come ipertensione, diabete mellito, eventi cardiovascolari, infezioni, insorgenza di tumori e, nei trapianti non renali, malattia renale cronica. L’assetto endocrino-metabolico, spesso già compromesso prima del trapianto, è significativamente alterato anche dopo. Lo studio di queste alterazioni può essere determinante a rendere migliori numerosi aspetti inerenti alla qualità della vita di questi pazienti, incidendo anche su mortalità e morbilità. METODI. Per questo studio è stato creato un database di più di mille pubblicazioni presenti su PubMed. 106 meta-analisi e review sistematiche sono state filtrate mediante ricerca MeSH utilizzando prevalentemente gli indici “Nutritional and Metabolic Diseases”, “Endocrine System Diseases”, “Endocrine System”, “Transplant Recipients”, “Organ Transplantation” e altre stringhe relative a specifico organo trapiantato e a diverse malattie endocrine e metaboliche. Sempre mediante ricerca MeSH sono state filtrate 546 review, includendo solo quelle pubblicate negli ultimi 10 anni e (AND) contenenti nel titolo il termine “transplant*”. La ricerca è stata poi estesa con esplorazione tradizionale (non MeSH) combinando (AND) i risultati della ricerca di termini “transplant*” con quelli di “endocrin*” o “metabolic*” (OR), limitata a titoli e abstract. Soprattutto in questo frangente è stato indispensabile l’utilizzo di ulteriori stringhe di ricerca specifiche per organo e malattia. Diversi studi sono stati individuati attraverso l’elenco di articoli correlati a una specifica pubblicazione o quello di articoli che la citano e quindi più recenti. La lettura degli abstract ha permesso di valutare la pertinenza dei vari articoli e suddividerli in base all’argomento. Per ogni aspetto da trattare, sono stati poi esaminati, letti interamente e utilizzati per redigere il lavoro, gli studi più aggiornati, includendo quando disponibili almeno due review sistematiche e due meta-analisi oltre ad ulteriori pubblicazioni risultate significative. RISULTATI E CONCLUSIONI. L’interesse della comunità scientifica internazionale verso le problematiche inerenti al trapianto si è mantenuto anche nel 2020, anno in cui l’attività di ricerca e clinica è stata in buona misura polarizzata su Covid-19. Il trapianto di organo solido consente il riequilibrio di diverse alterazioni, anche endocrine e metaboliche, tuttavia, la maggiore sopravvivenza fa emergere, in prevalenza, problematiche che impattano invece negativamente sulla qualità di vita di questi pazienti. Gli stessi regimi terapeutici immunosoppressivi, classici ma anche moderni, risultano spesso rivestire un ruolo nella patogenesi di alcune delle alterazioni endocrine e metaboliche comuni dopo il trapianto. Sebbene molto indagati, i disturbi endocrini e metabolici, prima e dopo il trapianto, non sono sempre e sotto ogni aspetto descritti in letteratura con dati certi e concordi. Tuttavia, proprio un’aggiornata e puntuale competenza su queste diverse alterazioni può consentire l’adozione, nella popolazione trapiantata, di vantaggiosi programmi di prevenzione e di diagnosi precoce oltre che di cura.File | Dimensione | Formato | |
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