Il presente lavoro di tesi di laurea ha avuto come scopo lo studio idrogeologico e idrochimico di una vasta area della Piana di Gioia Tauro (RC). In particolare, l'area in esame comprende i Comuni di Rizziconi, Rosarno, S. Ferdinando, Gioia Tauro e parte dei Comuni di Taurianova e Palmi. Tale area è molto importante dal punto di vista idrogeologico in quanto il Bacino di Gioia Tauro risulta essere il secondo per estensione tra i più importanti della Calabria, fornendo acqua a 33 comuni, destinata sia ad uso potabile sia ad uso irriguo. Dal punto di vista geologico e strutturale; il Bacino di Gioia Tauro è bordato da un basamento cristallino costituito prevalentemente da: rocce granitiche e metamorfiche quali gneiss e scisti, mentre i depositi dei quali esso è colmato sono rappresentati da depositi pliocenici e quaternari; i primi sono costituiti prevalentemente da argille sabbiose e sabbie, mentre i secondi sono costituiti da sabbie a grana da fine a grossolana e da conglomerati, conglomerati sabbiosi e sabbie, con locali intercalazioni siltose. L'area è interessata da diverse faglie di importanza regionale. Per raggiungere lo scopo prefissato, il lavoro di tesi è stato diviso in 5 fasi: raccolta di dati sulla geologia, stratigrafia e idrogeologia dell'area in esame; programmazione ed esecuzione di una campagna piezometrica; analisi di laboratorio sui campioni di acqua prelevati; interpretazione delle stratigrafie e dei risultati delle analisi dei campioni; interpretazione dei dati e ricostruzione del modello idrogeologico concettuale dell'area di studio. Nell'area di tesi sono stati distinti 8 complessi idrogeologici. L'acquifero principale è indifferenziato e contiene una falda di tipo libero; la soggiacenza della falda libera è maggiore sui terrazzi morfologici e minore lungo le incisioni fluviali con valori particolarmente bassi, anche di pochi cm, riscontrati nei pressi dell'abitato di Rosarno. Dalla carta piezometrica si evince un'intensa azione drenante svolta dai corsi d'acqua nei confronti della falda e la presenza di diversi spartiacque sotterranei. Dalle analisi chimiche di laboratorio sono state individuate le facies idrochimiche delle acque, che risultano essere, solfato - clorurato - alcalino terrose e bicarbonato - alcalino terrose. In base ai valori della conducibilità, le acque sono state classificate come oligominerali e medio-minerali con un livello di mineralizzazione da poco accentuata a media e importante. Mentre, in base alla durezza, le acque sono state classificate da dolci a mediamente dure. I risultati di tali analisi hanno evidenziato tenori di Nitrati oltre il limite di legge (50 mg/l), soprattutto nel settore a nord dell'area di studio tra gli abitati di Rosarno e S.Ferdinando. Tali valori posso derivare dalla fertilizzazione eccessiva del suolo, dal malfunzionamento o dall'assenza degli impianti fognari. Invece, non sono stati riscontrati tenori di cloruri, sodio e valori di conducibilità tali da indicare una possibile intrusione salina. L'ipotesi avanzata nel presente studio è che l'interfaccia acqua dolce ed acqua salata, sia ad una profondità maggiore di quella raggiunta dai pozzi, probabilmente condizionata lungo la costa, dal complesso idrogeologico M2, costituito da argille ed argille siltose e silts, di colore da grigo-bruni a grigi, bruno chiari, localmente con intercalazioni sabbiose. Nell'area di studio, questo complesso costituisce il letto impermeabile ed un limite laterale degli acquiferi e
Studio Idrogeologico della Piana di Gioia Tauro
NAVA, ANTONIO
2010/2011
Abstract
Il presente lavoro di tesi di laurea ha avuto come scopo lo studio idrogeologico e idrochimico di una vasta area della Piana di Gioia Tauro (RC). In particolare, l'area in esame comprende i Comuni di Rizziconi, Rosarno, S. Ferdinando, Gioia Tauro e parte dei Comuni di Taurianova e Palmi. Tale area è molto importante dal punto di vista idrogeologico in quanto il Bacino di Gioia Tauro risulta essere il secondo per estensione tra i più importanti della Calabria, fornendo acqua a 33 comuni, destinata sia ad uso potabile sia ad uso irriguo. Dal punto di vista geologico e strutturale; il Bacino di Gioia Tauro è bordato da un basamento cristallino costituito prevalentemente da: rocce granitiche e metamorfiche quali gneiss e scisti, mentre i depositi dei quali esso è colmato sono rappresentati da depositi pliocenici e quaternari; i primi sono costituiti prevalentemente da argille sabbiose e sabbie, mentre i secondi sono costituiti da sabbie a grana da fine a grossolana e da conglomerati, conglomerati sabbiosi e sabbie, con locali intercalazioni siltose. L'area è interessata da diverse faglie di importanza regionale. Per raggiungere lo scopo prefissato, il lavoro di tesi è stato diviso in 5 fasi: raccolta di dati sulla geologia, stratigrafia e idrogeologia dell'area in esame; programmazione ed esecuzione di una campagna piezometrica; analisi di laboratorio sui campioni di acqua prelevati; interpretazione delle stratigrafie e dei risultati delle analisi dei campioni; interpretazione dei dati e ricostruzione del modello idrogeologico concettuale dell'area di studio. Nell'area di tesi sono stati distinti 8 complessi idrogeologici. L'acquifero principale è indifferenziato e contiene una falda di tipo libero; la soggiacenza della falda libera è maggiore sui terrazzi morfologici e minore lungo le incisioni fluviali con valori particolarmente bassi, anche di pochi cm, riscontrati nei pressi dell'abitato di Rosarno. Dalla carta piezometrica si evince un'intensa azione drenante svolta dai corsi d'acqua nei confronti della falda e la presenza di diversi spartiacque sotterranei. Dalle analisi chimiche di laboratorio sono state individuate le facies idrochimiche delle acque, che risultano essere, solfato - clorurato - alcalino terrose e bicarbonato - alcalino terrose. In base ai valori della conducibilità, le acque sono state classificate come oligominerali e medio-minerali con un livello di mineralizzazione da poco accentuata a media e importante. Mentre, in base alla durezza, le acque sono state classificate da dolci a mediamente dure. I risultati di tali analisi hanno evidenziato tenori di Nitrati oltre il limite di legge (50 mg/l), soprattutto nel settore a nord dell'area di studio tra gli abitati di Rosarno e S.Ferdinando. Tali valori posso derivare dalla fertilizzazione eccessiva del suolo, dal malfunzionamento o dall'assenza degli impianti fognari. Invece, non sono stati riscontrati tenori di cloruri, sodio e valori di conducibilità tali da indicare una possibile intrusione salina. L'ipotesi avanzata nel presente studio è che l'interfaccia acqua dolce ed acqua salata, sia ad una profondità maggiore di quella raggiunta dai pozzi, probabilmente condizionata lungo la costa, dal complesso idrogeologico M2, costituito da argille ed argille siltose e silts, di colore da grigo-bruni a grigi, bruno chiari, localmente con intercalazioni sabbiose. Nell'area di studio, questo complesso costituisce il letto impermeabile ed un limite laterale degli acquiferi eFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/18873