The current gold standard in Multiple Sclerosis (SM) diagnosis is the assessment of oligoclonal IgG bands (OBs) in the cerebrospinal fluid (CSF) by isoelectrofocusing (IEF) followed by immunoblotting. However, the detection of CSF OBs is known to be not only specific for MS, but it has also been described in many other CNS disorders. The detection of CSF OBs is a long, expensive and operator-dependent laboratory technique. The K free light chains index (K-FLC index) has been proposed as an alternative diagnostic test for intrathecal immunoglobulin synthesis in MS diagnosis. The aim of this study was to assess the accuracy of the K-FLC index in differentiating MS from other immune-mediated CNS disorders, NMOSD (Neuromyelitis optica spectrum disorder), peripheral nervous system disorders and non immune-mediated CNS disorders as well as establishing its prognostic value in a cohort of 258 MS patients and 515 controls. K-FLC index was significantly higher in MS: MS mean K-FLC index 73,54 ± 110,36, NMOSD 22,64 ± 39,494, other immune-mediated CNS disorders 9,12 ± 17,134, PNS disorders 2,06 ± 1,474 and non immune mediated CNS disorders 4,86 ± 17,815. A value > 5,72 was more sensitive than OCB in the discrimination between MS and controls; this optimal threshold value was estimated from the ROC curve (Youden Index). Highest K-FLC index values (>100) were observed only in MS, except for 1 patient suffering from acute HSV1 encephalitis, whose clinical and radiological characteristics are very different from MS. A high K-FLC index is therefore strongly predictive of MS, in patients with appropriate clinical presentation. The K-FLC index provides an added diagnostic value in patients with OB-negative MS, enabling the detection of intrathecal synthesis in 40.54% in this serie. Therefore, if the K- FLC index was equated with OB as an alternative criterion to demonstrate dissemination in time in McDonald’s diagnostic criteria, the disease could be diagnosed early in a higher number of patients, allowing them to start disease-modifying therapy earlier. In contrast, the K-FLC index doesn’t appear to be a good prognostic marker in MS: no association has been demonstrated between the K-FLC index and the degree of disability in MS patients, nor with the number of relapses nor with the radiological activity of the disease at follow-up. The determination of the K-FLC index has significant methodological advantages over the detection of OB: it is an easy, reliable, low-cost method and can be measured quickly and with an automated system. According to some Authors, the next revision of McDonald’s criteria could mention intrathecal synthesis of κ-FLCs as an adequate alternative to oligoclonal IgG.

L’attuale gold standard per la diagnosi di Sclerosi Multipla (SM) è la valutazione delle bande oligoclonali (OB) di IgG nel liquido cerebrospinale mediante isoelettrofocalizzazione (IEF) seguita da immunoblotting. Tuttavia, è noto, che la presenza di OB non si osserva solo nella SM, ma è stata descritta anche in molti altri disturbi del SNC. La rilevazione delle OB è una tecnica di laboratorio lunga, costosa e operatore-dipendente. L’indice delle catene leggere libere K (indice K-FLC) è stato proposto come test diagnostico alternativo per la sintesi intratecale di immunoglobuline nella diagnosi di SM. Lo scopo dello studio è quello di valutare l’accuratezza diagnostica dell’indice K-FLC nel differenziare la SM da altre patologie immuno-mediate del SNC, NMOSD (Neuromyelitis optica spectrum disorder), patologie del SNP e patologie non immuno-mediate del SNC e di stabilirne un eventuale valore prognostico in una coorte di 258 pazienti con SM e 515 controlli. L’indice K-FLC è risultato significativamente più alto nella SM: il valore medio dell’indice K-FLC nella SM/CIS è 73,54 ± 110,36, nella NMOSD è 22,64 ± 39,494; nelle altre patologie immuno- mediate del SNC è 9,12 ± 17,134, nelle patologie del SNP è 2,06 ± 1,474 e nelle patologie del SNC non immuno-mediate è 4,86 ± 17,815. Un valore > 5,72 è risultato più sensibile del rilevamento di OB nel discriminare i pazienti con SM dai controlli; questo valore di soglia ottimale è stato stimato dalla curva ROC (Youden Index). Valori molto elevati dell’indice K- FLC (>100) sono stati osservati solo nella SM, ad eccezione di 1 paziente affetto da encefalite acuta da HSV1, le cui caratteristiche cliniche e radiologiche sono molto diverse dalla SM. Un alto indice K-FLC è quindi fortemente predittivo di SM nel contesto clinico appropriato. L’indice K-FLC fornisce un valore diagnostico aggiunto nei pazienti con SM OB-negativi, consentendo il rilevamento della sintesi intratecale nel 40,54% in questa casistica. Pertanto, se l’indice K-FLC fosse equiparato alle OB come criterio surrogato per dimostrare la “disseminazione temporale” nei criteri diagnostici di McDonald, si potrebbe diagnosticare precocemente la malattia ad un numero più elevato di pazienti, consentendo a questi di iniziare una terapia modificante il decorso di malattia più precocemente. Al contrario, l’indice K-FLC non sembra essere un buon marker prognostico nella SM: non è stata dimostrata un’associazione tra l’indice K-FLC e il grado di disabilità nei pazienti con SM, né con il numero di recidive né con l’attività radiologica di malattia nel follow-up. La determinazione dell’indice K-FLC presenta dei vantaggi metodologici significativi rispetto al rilevamento di OB: è un metodo facile, affidabile, economico e può essere misurato rapidamente e con un sistema automatizzato. Secondo il parere di alcuni Autori, la prossima revisione dei criteri di McDonald potrebbe menzionare la sintesi intratecale di κ-FLCs come alternativa adeguata alle IgG oligoclonali.

K-index in una popolazione di soggetti con Sclerosi Multipla: valore diagnostico e prognostico in uno studio di follow-up di 3 anni

GIACOMA PIN, MICHELA
2021/2022

Abstract

L’attuale gold standard per la diagnosi di Sclerosi Multipla (SM) è la valutazione delle bande oligoclonali (OB) di IgG nel liquido cerebrospinale mediante isoelettrofocalizzazione (IEF) seguita da immunoblotting. Tuttavia, è noto, che la presenza di OB non si osserva solo nella SM, ma è stata descritta anche in molti altri disturbi del SNC. La rilevazione delle OB è una tecnica di laboratorio lunga, costosa e operatore-dipendente. L’indice delle catene leggere libere K (indice K-FLC) è stato proposto come test diagnostico alternativo per la sintesi intratecale di immunoglobuline nella diagnosi di SM. Lo scopo dello studio è quello di valutare l’accuratezza diagnostica dell’indice K-FLC nel differenziare la SM da altre patologie immuno-mediate del SNC, NMOSD (Neuromyelitis optica spectrum disorder), patologie del SNP e patologie non immuno-mediate del SNC e di stabilirne un eventuale valore prognostico in una coorte di 258 pazienti con SM e 515 controlli. L’indice K-FLC è risultato significativamente più alto nella SM: il valore medio dell’indice K-FLC nella SM/CIS è 73,54 ± 110,36, nella NMOSD è 22,64 ± 39,494; nelle altre patologie immuno- mediate del SNC è 9,12 ± 17,134, nelle patologie del SNP è 2,06 ± 1,474 e nelle patologie del SNC non immuno-mediate è 4,86 ± 17,815. Un valore > 5,72 è risultato più sensibile del rilevamento di OB nel discriminare i pazienti con SM dai controlli; questo valore di soglia ottimale è stato stimato dalla curva ROC (Youden Index). Valori molto elevati dell’indice K- FLC (>100) sono stati osservati solo nella SM, ad eccezione di 1 paziente affetto da encefalite acuta da HSV1, le cui caratteristiche cliniche e radiologiche sono molto diverse dalla SM. Un alto indice K-FLC è quindi fortemente predittivo di SM nel contesto clinico appropriato. L’indice K-FLC fornisce un valore diagnostico aggiunto nei pazienti con SM OB-negativi, consentendo il rilevamento della sintesi intratecale nel 40,54% in questa casistica. Pertanto, se l’indice K-FLC fosse equiparato alle OB come criterio surrogato per dimostrare la “disseminazione temporale” nei criteri diagnostici di McDonald, si potrebbe diagnosticare precocemente la malattia ad un numero più elevato di pazienti, consentendo a questi di iniziare una terapia modificante il decorso di malattia più precocemente. Al contrario, l’indice K-FLC non sembra essere un buon marker prognostico nella SM: non è stata dimostrata un’associazione tra l’indice K-FLC e il grado di disabilità nei pazienti con SM, né con il numero di recidive né con l’attività radiologica di malattia nel follow-up. La determinazione dell’indice K-FLC presenta dei vantaggi metodologici significativi rispetto al rilevamento di OB: è un metodo facile, affidabile, economico e può essere misurato rapidamente e con un sistema automatizzato. Secondo il parere di alcuni Autori, la prossima revisione dei criteri di McDonald potrebbe menzionare la sintesi intratecale di κ-FLCs come alternativa adeguata alle IgG oligoclonali.
K-index in a population of subjects with Multiple Sclerosis: diagnostic and prognostic value in a 3-years follow-up study
The current gold standard in Multiple Sclerosis (SM) diagnosis is the assessment of oligoclonal IgG bands (OBs) in the cerebrospinal fluid (CSF) by isoelectrofocusing (IEF) followed by immunoblotting. However, the detection of CSF OBs is known to be not only specific for MS, but it has also been described in many other CNS disorders. The detection of CSF OBs is a long, expensive and operator-dependent laboratory technique. The K free light chains index (K-FLC index) has been proposed as an alternative diagnostic test for intrathecal immunoglobulin synthesis in MS diagnosis. The aim of this study was to assess the accuracy of the K-FLC index in differentiating MS from other immune-mediated CNS disorders, NMOSD (Neuromyelitis optica spectrum disorder), peripheral nervous system disorders and non immune-mediated CNS disorders as well as establishing its prognostic value in a cohort of 258 MS patients and 515 controls. K-FLC index was significantly higher in MS: MS mean K-FLC index 73,54 ± 110,36, NMOSD 22,64 ± 39,494, other immune-mediated CNS disorders 9,12 ± 17,134, PNS disorders 2,06 ± 1,474 and non immune mediated CNS disorders 4,86 ± 17,815. A value > 5,72 was more sensitive than OCB in the discrimination between MS and controls; this optimal threshold value was estimated from the ROC curve (Youden Index). Highest K-FLC index values (>100) were observed only in MS, except for 1 patient suffering from acute HSV1 encephalitis, whose clinical and radiological characteristics are very different from MS. A high K-FLC index is therefore strongly predictive of MS, in patients with appropriate clinical presentation. The K-FLC index provides an added diagnostic value in patients with OB-negative MS, enabling the detection of intrathecal synthesis in 40.54% in this serie. Therefore, if the K- FLC index was equated with OB as an alternative criterion to demonstrate dissemination in time in McDonald’s diagnostic criteria, the disease could be diagnosed early in a higher number of patients, allowing them to start disease-modifying therapy earlier. In contrast, the K-FLC index doesn’t appear to be a good prognostic marker in MS: no association has been demonstrated between the K-FLC index and the degree of disability in MS patients, nor with the number of relapses nor with the radiological activity of the disease at follow-up. The determination of the K-FLC index has significant methodological advantages over the detection of OB: it is an easy, reliable, low-cost method and can be measured quickly and with an automated system. According to some Authors, the next revision of McDonald’s criteria could mention intrathecal synthesis of κ-FLCs as an adequate alternative to oligoclonal IgG.
ABBATE DAGA, GIOVANNI
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