ABSTRACT Background Exercise restriction is a nonpharmacological treatment of pericarditis that could reduce symptoms by slowing heart rate. Beta-blockers allow pharmacological control of heart rate. Aim of this paper is to explore the possible efficacy of beta-blockers to improve control of symptoms in patients with pericarditis. Methods We analyzed consecutive cases with pericarditis referred to our center that is a referral center for pericardial diseases in North-West of Italo (AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Torino, Italy). Beta-blockers were prescribed on top of standard anti-inflammatory therapy in symptomatic patients (chest pain and palpitations) with rest heart rate >75 beats/min. The primary end point was the persistence of pericardial pain at 3 weeks. The secondary end point was the occurrence of recurrent pericarditis at 18 months. Propensity score matching was used to generate 2 cohorts of 101 patients with and without beta-blockers with balanced baseline features. A clinical and echocardiographic follow-up was performed at 3 weeks, 1, 3, 6 months and then every 12 months. Results A total of 347 patients (mean age 53 years, 58% females, 48% with a recurrence, 81% with idiopathic/viral etiology) were included. Among them, 128 patients (36.9%) were treated with beta-blockers. Peak C-reactive protein values were correlated with heart rate on first observation (r=0.48, p<0.001). Using propensity-score matched cohorts, patients treated with beta-blockers had a lower frequency of symptoms persistence at 3 weeks (respectively 4% vs. 14%; p = 0.024) and a trend towards a reduction of recurrences at 18 months (p = 0.069). Conclusions In conclusion the use of beta-blockers on top of standard anti-inflammatory therapies was associated with improved symptom control.

ABSTRACT Introduzione La restrizione fisica è un trattamento non farmacologico per la pericardite che potrebbe favorire la riduzione dei sintomi mediante riduzione della frequenza cardiaca. I beta-bloccanti permettono il controllo farmacologico della frequenza cardiaca. Lo scopo di questo studio è di valutare la possibile efficacia dei beta-bloccanti nel controllo dei sintomi in pazienti con pericardite. Materiali e metodi Abbiamo analizzato in questo studio di coorte pazienti con pericardite con accesso al centro di riferimento per le malattie del pericardio nel nord-ovest dell'Italia (AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Torino, Italia). I beta-bloccanti sono stati prescritti in aggiunta alla terapia antinfiammatoria standard in pazienti sintomatici (dolore toracico e palpitazioni) con frequenza cardiaca a riposo superiore a 75 battiti/min. L'end point primario era la persistenza del dolore pericardico a 3 settimane. L'end point secondario era il verificarsi di recidiva di pericardite entro 18 mesi. I pazienti trattati con beta-bloccante sono stati confrontati con una analoga coorte di controllo mediante propensity score. Un follow-up clinico ed ecocardiografico è stato eseguito a 3 settimane, 1, 3, 6 mesi e poi ogni 12 mesi. Risultati Sono stati inclusi in totale 347 pazienti (età media 53 anni, 58% femmine, 48% pregressa pericardite, 81% con eziologia idiopatica/virale). Tra questi, 128 pazienti (36.9%) sono stati trattati con beta-bloccanti. I valori di picco della proteina C-reattiva erano correlati alla frequenza cardiaca basale (r=0.48, p<0.001). I pazienti trattati con beta-bloccanti avevano una minore frequenza di persistenza dei sintomi a 3 settimane (rispettivamente 4% vs. 14%; p = 0.024) e mostravano una tendenza favorevole per una riduzione delle recidive a 18 mesi (p = 0.069). Conclusioni L'uso di beta-bloccanti in aggiunta alle terapie antinfiammatorie standard può favorire un migliore controllo dei sintomi in pazienti con pericardite.

L’efficacia dei Beta-bloccanti nel controllo dei sintomi nei pazienti con pericardite

AGOSTI, ALESSANDRA
2021/2022

Abstract

ABSTRACT Introduzione La restrizione fisica è un trattamento non farmacologico per la pericardite che potrebbe favorire la riduzione dei sintomi mediante riduzione della frequenza cardiaca. I beta-bloccanti permettono il controllo farmacologico della frequenza cardiaca. Lo scopo di questo studio è di valutare la possibile efficacia dei beta-bloccanti nel controllo dei sintomi in pazienti con pericardite. Materiali e metodi Abbiamo analizzato in questo studio di coorte pazienti con pericardite con accesso al centro di riferimento per le malattie del pericardio nel nord-ovest dell'Italia (AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Torino, Italia). I beta-bloccanti sono stati prescritti in aggiunta alla terapia antinfiammatoria standard in pazienti sintomatici (dolore toracico e palpitazioni) con frequenza cardiaca a riposo superiore a 75 battiti/min. L'end point primario era la persistenza del dolore pericardico a 3 settimane. L'end point secondario era il verificarsi di recidiva di pericardite entro 18 mesi. I pazienti trattati con beta-bloccante sono stati confrontati con una analoga coorte di controllo mediante propensity score. Un follow-up clinico ed ecocardiografico è stato eseguito a 3 settimane, 1, 3, 6 mesi e poi ogni 12 mesi. Risultati Sono stati inclusi in totale 347 pazienti (età media 53 anni, 58% femmine, 48% pregressa pericardite, 81% con eziologia idiopatica/virale). Tra questi, 128 pazienti (36.9%) sono stati trattati con beta-bloccanti. I valori di picco della proteina C-reattiva erano correlati alla frequenza cardiaca basale (r=0.48, p<0.001). I pazienti trattati con beta-bloccanti avevano una minore frequenza di persistenza dei sintomi a 3 settimane (rispettivamente 4% vs. 14%; p = 0.024) e mostravano una tendenza favorevole per una riduzione delle recidive a 18 mesi (p = 0.069). Conclusioni L'uso di beta-bloccanti in aggiunta alle terapie antinfiammatorie standard può favorire un migliore controllo dei sintomi in pazienti con pericardite.
Usefulness of Beta-blockers to control symptoms in patients with pericarditis
ABSTRACT Background Exercise restriction is a nonpharmacological treatment of pericarditis that could reduce symptoms by slowing heart rate. Beta-blockers allow pharmacological control of heart rate. Aim of this paper is to explore the possible efficacy of beta-blockers to improve control of symptoms in patients with pericarditis. Methods We analyzed consecutive cases with pericarditis referred to our center that is a referral center for pericardial diseases in North-West of Italo (AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Torino, Italy). Beta-blockers were prescribed on top of standard anti-inflammatory therapy in symptomatic patients (chest pain and palpitations) with rest heart rate >75 beats/min. The primary end point was the persistence of pericardial pain at 3 weeks. The secondary end point was the occurrence of recurrent pericarditis at 18 months. Propensity score matching was used to generate 2 cohorts of 101 patients with and without beta-blockers with balanced baseline features. A clinical and echocardiographic follow-up was performed at 3 weeks, 1, 3, 6 months and then every 12 months. Results A total of 347 patients (mean age 53 years, 58% females, 48% with a recurrence, 81% with idiopathic/viral etiology) were included. Among them, 128 patients (36.9%) were treated with beta-blockers. Peak C-reactive protein values were correlated with heart rate on first observation (r=0.48, p<0.001). Using propensity-score matched cohorts, patients treated with beta-blockers had a lower frequency of symptoms persistence at 3 weeks (respectively 4% vs. 14%; p = 0.024) and a trend towards a reduction of recurrences at 18 months (p = 0.069). Conclusions In conclusion the use of beta-blockers on top of standard anti-inflammatory therapies was associated with improved symptom control.
DE FERRARI, GAETANO MARIA
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