OBJECTIVE: This study proposes to reduce the protein intake in pregnant women with advanced or proteinuric CKD, with the aim of preserving renal function by limiting hyperfiltration and of preventing the progression of the disease, as they represent conditions that can lead to adverse pregnancy outcomes if not controlled. METHODS: The study compares CKD pregnancies on plant-based diet (52 cases) with CKD pregnancies not on diet (52 controls), propensity matched for two criteria: proteinuria and eGFR. Cases and controls have been selected from the same database which refers to two Italian centers (Torino and Cagliari), that have similar treatment and follow up approaches, but differ only for the diet prescription. Preterm delivery (<28, <32, <34 and <37 weeks) and SGA babies (<5° and 10° centile) are analysed as adverse pregnancy outcomes. RESULTS: The two groups don’t have significant difference at the baseline, except for ethnicity; regarding the analysed outcomes, CKD pregnancies on diet present a combined outcome less frequently (birth before 37 gestational weeks or SGA babies <10° centile) compared with the controls (61.54% cases versus 80.77% controls, p=0.030). This result is confirmed by the multivariable analysis adjusted for independent variables such as proteinuria, hypertension, CKD stage: OR=0.260 [Q1:0.093-Q3:0.724] and p=0.010. Lastly, there is a lower increase of proteinuria, from the first to the last control in pregnancy, in CKD women on plant-based diet compared with the control group: median in cases goes from 0.80 g/24h to 1.87 g/24h with p=ns (0.115), while median in controls goes from 0.63 g/24h to 2.39 g/24h with significant p<0.001. CONCLUSIONS: Plant-based diet, which provides a protein restricted intake in CKD pregnant women, is associated with lower risk of SGA babies (<10° centile) and mild preterm delivery (<37 gestational weeks), probably due to a better control and stabilization of proteinuria and to a lower renal stress during pregnancy.
OBIETTIVO: Questo studio propone di ridurre l’introito proteico in donne con malattia renale cronica avanzata o caratterizzata da proteinuria, con lo scopo di preservare la funzionalità renale limitando l’iperfiltrazione e anche di poter prevenire la progressione stessa della patologia, essendo condizioni che, se non controllate, possono portare a esiti avversi in gravidanza. METODI: Lo studio pone a confronto pazienti in gravidanza con malattia renale cronica (CKD) sottoposte a dieta (52 casi) con pazienti in gravidanza con CKD non a dieta (52 controlli), abbinate per due specifici criteri: proteinuria e valori di eGFR. Casi e controlli sono selezionati da un unico database riferito a due centri italiani (Torino e Cagliari), i quali seguono protocolli di trattamento e follow up simili, differenziandosi solo per l’approccio nutrizionale. Sono valutati come esiti avversi alla gravidanza il parto pretermine (<28, <32, <34 e <37 settimane) e i neonati SGA (con peso alla nascita <5° e <10° centile). RISULTATI: I due gruppi non presentano differenze significative al riferimento, eccetto per l’etnia; riguardo agli esiti analizzati risulta che le gravidanze in pazienti con CKD sottoposte a dieta presentano meno frequentemente un esito avverso combinato (parto prima delle 37 settimane o SGA <10° centile) rispetto al gruppo di controllo (61.54% per i casi e 80.77% per i controlli, p=0.030). Questo dato è confermato dall’analisi multivariata, aggiustata per variabili indipendenti quali proteinuria, ipertensione, stadio CKD: OR=0.260 [Q1:0.093-Q3:0.724] e p=0.010. In ultimo risulta un aumento di proteinuria, tra il primo e l’ultimo controllo in gravidanza, significativamente meno importante nel gruppo a dieta rispetto ai controlli: i casi passano da una mediana di 0.80 g/24h a 1.87 g/24h con p=0.115, non significativa, mentre i controlli da 0.63 g/24h a 2.39 g/24h con p<0.001, significativa. CONCLUSIONI: La dieta “plant-based”, che prevede un apporto di proteine ridotto in donne in gravidanza con CKD, è associata a un rischio minore di neonati SGA (<10° centile) e parto pretermine lieve (<37 settimane) rispetto a donne nelle stesse condizioni non a dieta, probabilmente grazie a un migliore controllo della patologia in termini di proteinuria.
Diete vegane-vegetariane in gravidanza: bilancio di due decadi di approccio nutrizionale in donne con malattia renale cronica potenzialmente evolutiva in gravidanza
ZACCARIA, GAIA
2021/2022
Abstract
OBIETTIVO: Questo studio propone di ridurre l’introito proteico in donne con malattia renale cronica avanzata o caratterizzata da proteinuria, con lo scopo di preservare la funzionalità renale limitando l’iperfiltrazione e anche di poter prevenire la progressione stessa della patologia, essendo condizioni che, se non controllate, possono portare a esiti avversi in gravidanza. METODI: Lo studio pone a confronto pazienti in gravidanza con malattia renale cronica (CKD) sottoposte a dieta (52 casi) con pazienti in gravidanza con CKD non a dieta (52 controlli), abbinate per due specifici criteri: proteinuria e valori di eGFR. Casi e controlli sono selezionati da un unico database riferito a due centri italiani (Torino e Cagliari), i quali seguono protocolli di trattamento e follow up simili, differenziandosi solo per l’approccio nutrizionale. Sono valutati come esiti avversi alla gravidanza il parto pretermine (<28, <32, <34 e <37 settimane) e i neonati SGA (con peso alla nascita <5° e <10° centile). RISULTATI: I due gruppi non presentano differenze significative al riferimento, eccetto per l’etnia; riguardo agli esiti analizzati risulta che le gravidanze in pazienti con CKD sottoposte a dieta presentano meno frequentemente un esito avverso combinato (parto prima delle 37 settimane o SGA <10° centile) rispetto al gruppo di controllo (61.54% per i casi e 80.77% per i controlli, p=0.030). Questo dato è confermato dall’analisi multivariata, aggiustata per variabili indipendenti quali proteinuria, ipertensione, stadio CKD: OR=0.260 [Q1:0.093-Q3:0.724] e p=0.010. In ultimo risulta un aumento di proteinuria, tra il primo e l’ultimo controllo in gravidanza, significativamente meno importante nel gruppo a dieta rispetto ai controlli: i casi passano da una mediana di 0.80 g/24h a 1.87 g/24h con p=0.115, non significativa, mentre i controlli da 0.63 g/24h a 2.39 g/24h con p<0.001, significativa. CONCLUSIONI: La dieta “plant-based”, che prevede un apporto di proteine ridotto in donne in gravidanza con CKD, è associata a un rischio minore di neonati SGA (<10° centile) e parto pretermine lieve (<37 settimane) rispetto a donne nelle stesse condizioni non a dieta, probabilmente grazie a un migliore controllo della patologia in termini di proteinuria.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/1866