La classificazione dei diritti secondo il giurista tedesco Georg Jellinek è fondata sul rapporto reciproco tra individuo e Stato e prevede quattro status: subiectionis, libertatis, civitatis, ed activae civitati. Il passaggio da uno status a quello successivo è caratterizzato da una progressiva evoluzione della posizione dell'individuo e da una diminuzione della sfera di influenza dello Stato. Nello status subiectionis l'individuo deve semplicemente delle prestazioni allo Stato, vi è sottoposto come suddito e deve ubbidire ciecamente alla sua sovrana volontà. La personalità individuale è annullata. Maggior rilievo ha il singolo nello status libertatis, in cui gode di una sfera libera dalle indebite ingerenze degli organi statali. Si tratta dei diritti di libertà nel loro aspetto negativo, alla base del pensiero liberale ottocentesco. Lo status civitatis segna il passaggio dallo Stato di diritto al Welfare State, perché vede l'affermazione delle libertà positive, cioè dei diritti sociali. Nello stato sociale vi è non solo il riconoscimento giuridico-formale di alcune libertà dallo Stato in ottemperanza al principio di uguaglianza formale, ma vi è anche e soprattutto la garanzia delle libertà positive, considerate come risultato ultimo di una serie di interventi dei pubblici poteri diretti a dare attuazione al principio di uguaglianza sostanziale. In questo status il singolo può avanzare pretese nei confronti dello Stato e quest'ultimo deve agire positivamente nell'interesse del primo. Nell'ultimo status, lo status activae civitatis, la personalità del singolo giunge alla sua massima espressione, poiché lo Stato autorizza i cittadini ad agire in nome e per conto di se stesso diventando organi dello Stato. Con lo status activae civitatis, l'individuo si identifica col tutto (lo Stato), diviene lo Stato, fa lo Stato, è lo Stato.
La classificazione dei diritti secondo Georg Jellinek
GIAMMALVA, ARIANNA
2010/2011
Abstract
La classificazione dei diritti secondo il giurista tedesco Georg Jellinek è fondata sul rapporto reciproco tra individuo e Stato e prevede quattro status: subiectionis, libertatis, civitatis, ed activae civitati. Il passaggio da uno status a quello successivo è caratterizzato da una progressiva evoluzione della posizione dell'individuo e da una diminuzione della sfera di influenza dello Stato. Nello status subiectionis l'individuo deve semplicemente delle prestazioni allo Stato, vi è sottoposto come suddito e deve ubbidire ciecamente alla sua sovrana volontà. La personalità individuale è annullata. Maggior rilievo ha il singolo nello status libertatis, in cui gode di una sfera libera dalle indebite ingerenze degli organi statali. Si tratta dei diritti di libertà nel loro aspetto negativo, alla base del pensiero liberale ottocentesco. Lo status civitatis segna il passaggio dallo Stato di diritto al Welfare State, perché vede l'affermazione delle libertà positive, cioè dei diritti sociali. Nello stato sociale vi è non solo il riconoscimento giuridico-formale di alcune libertà dallo Stato in ottemperanza al principio di uguaglianza formale, ma vi è anche e soprattutto la garanzia delle libertà positive, considerate come risultato ultimo di una serie di interventi dei pubblici poteri diretti a dare attuazione al principio di uguaglianza sostanziale. In questo status il singolo può avanzare pretese nei confronti dello Stato e quest'ultimo deve agire positivamente nell'interesse del primo. Nell'ultimo status, lo status activae civitatis, la personalità del singolo giunge alla sua massima espressione, poiché lo Stato autorizza i cittadini ad agire in nome e per conto di se stesso diventando organi dello Stato. Con lo status activae civitatis, l'individuo si identifica col tutto (lo Stato), diviene lo Stato, fa lo Stato, è lo Stato.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/18657