La mia tesi è uno studio monografico sui Kinkaleri, formazione fiorentina nata nel 1995 dall'incontro di sei giovani performers. La scelta di scrivere una tesi su questo argomento è nata dalla mancanza di uno studio sulla teatrografia completa della formazione. La mia ricerca è iniziata col creare una rassegna stampa di tutte le recensioni, interviste e articoli riguardanti la formazione e gli spettacoli dei Kinkaleri. In questa prima fase mi sono concentrata principalmente su fatti e dati oggettivi in modo da avere un quadro generale sull'argomento: la loro formazione e i cambiamenti che ha subìto, l'esistenza o meno di una metodologia di lavoro, la scelta di utilizzare forme espressive differenti, la presenza di un filo conduttore nel loro percorso produttivo, la volontà di mantenere una propria identità nonostante il lavoro a sei. La visione e l'analisi del materiale video (spettacoli e performance) è stato il corpo centrale della ricerca e della tesi. Per l'analisi degli spettacoli ho elaborato una griglia di osservazione composta dai seguenti punti: contestualizzazione spazio ¿ temporale dello spettacolo (per esempio luogo e data del debutto), inquadramento generale scenografico, individuazione delle macroazioni e al loro interno delle microazioni e infine interpretazione affidandomi sia agli studi scritti su di loro da critici sia al mio personale senso critico. Nelle diverse fasi del percorso produttivo della formazione ho cercato di individuare un filo conduttore formale e tematico. La tesi è strutturata in otto capitoli. Il primo è storiografico quindi percorre la storia dei Kinkaleri dagli esordi ad oggi attraverso le varie tappe e i cambiamenti che l'hanno caratterizzata. Il secondo capitolo è metodologico e indaga le varie fasi del processo creativo: le prime ricerche individuali, il confluire dei diversi punti di vista nel lavoro collettivo, l'importanza degli studi come tappe di avvicinamento allo spettacolo nella sua forma definitiva. Il terzo capitolo analizza gli spettacoli che vanno dal 1995 al 2000: in questi primi spettacoli il performer è un corpo reso inorganico dalla ripetizione di sequenze di movimento sempre uguali, manipolato da terzi e ancora deformato come le figure della pittura di Francis Bacon. I riferimenti sono da ricercare nelle teorie e negli studi sul concetto di post-umano. Il quarto capitolo si concentra su una serie di spettacoli uniti sotto il nome di trilogia della rappresentazione. I Kinkaleri si interrogano su quale sia il significato dell'essere in scena partendo dal proprio lavoro. I tre spettacoli mettono in crisi l'idea di rappresentazione subordinata alla regia e costretta dentro certi meccanismi della scena. Il quinto capitolo è dedicato ai lavori strettamente coreografici costruiti sull'equilibrio perfetto tra improvvisazione e struttura geometrica spazio ¿ temporale. Il sesto capitolo affronta una nuova fase della ricerca dei Kinkaleri la nella quale per la prima volta i Kinkaleri lavorano a uno spettacolo con interpreti esterni alla formazione attraverso delle audizioni. Il settimo capitolo analizza i progetti che mettono in relazione i Kinkaleri con la città e con chi la vive. L'ottavo e ultimo capitolo è uno sguardo sul presente dei Kinkaleri, sulle ultime produzioni. Massimo Conti, Gina Monaco e Marco Mazzoni collaborano inoltre allo sviluppo di iniziative nell'ambito della danza e dell'arte contemporanea in Toscana.
Kinkaleri 1995-2010 La danza e lo sguardo oltre la scena
FUSTO, SABRINA
2010/2011
Abstract
La mia tesi è uno studio monografico sui Kinkaleri, formazione fiorentina nata nel 1995 dall'incontro di sei giovani performers. La scelta di scrivere una tesi su questo argomento è nata dalla mancanza di uno studio sulla teatrografia completa della formazione. La mia ricerca è iniziata col creare una rassegna stampa di tutte le recensioni, interviste e articoli riguardanti la formazione e gli spettacoli dei Kinkaleri. In questa prima fase mi sono concentrata principalmente su fatti e dati oggettivi in modo da avere un quadro generale sull'argomento: la loro formazione e i cambiamenti che ha subìto, l'esistenza o meno di una metodologia di lavoro, la scelta di utilizzare forme espressive differenti, la presenza di un filo conduttore nel loro percorso produttivo, la volontà di mantenere una propria identità nonostante il lavoro a sei. La visione e l'analisi del materiale video (spettacoli e performance) è stato il corpo centrale della ricerca e della tesi. Per l'analisi degli spettacoli ho elaborato una griglia di osservazione composta dai seguenti punti: contestualizzazione spazio ¿ temporale dello spettacolo (per esempio luogo e data del debutto), inquadramento generale scenografico, individuazione delle macroazioni e al loro interno delle microazioni e infine interpretazione affidandomi sia agli studi scritti su di loro da critici sia al mio personale senso critico. Nelle diverse fasi del percorso produttivo della formazione ho cercato di individuare un filo conduttore formale e tematico. La tesi è strutturata in otto capitoli. Il primo è storiografico quindi percorre la storia dei Kinkaleri dagli esordi ad oggi attraverso le varie tappe e i cambiamenti che l'hanno caratterizzata. Il secondo capitolo è metodologico e indaga le varie fasi del processo creativo: le prime ricerche individuali, il confluire dei diversi punti di vista nel lavoro collettivo, l'importanza degli studi come tappe di avvicinamento allo spettacolo nella sua forma definitiva. Il terzo capitolo analizza gli spettacoli che vanno dal 1995 al 2000: in questi primi spettacoli il performer è un corpo reso inorganico dalla ripetizione di sequenze di movimento sempre uguali, manipolato da terzi e ancora deformato come le figure della pittura di Francis Bacon. I riferimenti sono da ricercare nelle teorie e negli studi sul concetto di post-umano. Il quarto capitolo si concentra su una serie di spettacoli uniti sotto il nome di trilogia della rappresentazione. I Kinkaleri si interrogano su quale sia il significato dell'essere in scena partendo dal proprio lavoro. I tre spettacoli mettono in crisi l'idea di rappresentazione subordinata alla regia e costretta dentro certi meccanismi della scena. Il quinto capitolo è dedicato ai lavori strettamente coreografici costruiti sull'equilibrio perfetto tra improvvisazione e struttura geometrica spazio ¿ temporale. Il sesto capitolo affronta una nuova fase della ricerca dei Kinkaleri la nella quale per la prima volta i Kinkaleri lavorano a uno spettacolo con interpreti esterni alla formazione attraverso delle audizioni. Il settimo capitolo analizza i progetti che mettono in relazione i Kinkaleri con la città e con chi la vive. L'ottavo e ultimo capitolo è uno sguardo sul presente dei Kinkaleri, sulle ultime produzioni. Massimo Conti, Gina Monaco e Marco Mazzoni collaborano inoltre allo sviluppo di iniziative nell'ambito della danza e dell'arte contemporanea in Toscana.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/18644