Nato nel 2007 dalla collaborazione tra l'Università dello Stato della Bahia, l'OAF e le Facoltà di Scienze della Formazione e Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali dell'Università di Torino, su ispirazione di Pe. C. Piazza, Segretario di Stato per la lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali, il progetto Fenix studia gli effetti di una nuova didattica con bambini che vivono in condizioni deprivate dal punto di vista economico, sociale e culturale. La sperimentazione è volta al potenziamento cognitivo ed al miglioramento dei risultati scolastici e si avvale del software didattico, per sostenere, tramite il gioco, la motivazione ad imparare, e della particolare relazione di accoglienza e affetto che si instaura tra l'adulto/educatore ed il gruppo di bambini partecipanti al progetto. Argomento centrale della presente trattazione è la proposta, nell'anno scolastico 2009/2010, di tale metodo a bambini con sindrome di Down della scuola primaria della provincia di Cuneo. La sperimentazione, cui ho partecipato, si è differenziata dalla precedente per tenere conto delle conseguenze della sindrome in termini di sviluppo cognitivo, capacità di ragionamento, ruolo, nell'apprendimento, degli stati affettivi e del più o meno riuscito inserimento del bambino nella classe. Sono stati analizzati i nodi critici, le difficoltà, ma anche le modalità di superamento degli ostacoli e gli effetti positivi del progetto ed è stato dato ampio spazio a riflessioni critiche sulla questione dell'integrazione maturate durante il periodo a contatto con i bambini. La seconda parte del lavoro interessa due percorsi personalmente intrapresi, con questi bambini, resi possibili grazie alle conoscenze acquisite sulla sindrome e sui problemi di socializzazione che essa comporta; in tale fase la vicinanza con le loro famiglie è stata preziosa per programmare insieme interventi di sviluppo mirati ed adeguati all'età ed alle loro esigenze di bambini che si affacciano all'adolescenza.
Fenix e sviluppo cognitivo dei bambini con sindrome di Down: gioco, motivazione, relazione
RABINO, ELISA
2010/2011
Abstract
Nato nel 2007 dalla collaborazione tra l'Università dello Stato della Bahia, l'OAF e le Facoltà di Scienze della Formazione e Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali dell'Università di Torino, su ispirazione di Pe. C. Piazza, Segretario di Stato per la lotta contro la povertà e le disuguaglianze sociali, il progetto Fenix studia gli effetti di una nuova didattica con bambini che vivono in condizioni deprivate dal punto di vista economico, sociale e culturale. La sperimentazione è volta al potenziamento cognitivo ed al miglioramento dei risultati scolastici e si avvale del software didattico, per sostenere, tramite il gioco, la motivazione ad imparare, e della particolare relazione di accoglienza e affetto che si instaura tra l'adulto/educatore ed il gruppo di bambini partecipanti al progetto. Argomento centrale della presente trattazione è la proposta, nell'anno scolastico 2009/2010, di tale metodo a bambini con sindrome di Down della scuola primaria della provincia di Cuneo. La sperimentazione, cui ho partecipato, si è differenziata dalla precedente per tenere conto delle conseguenze della sindrome in termini di sviluppo cognitivo, capacità di ragionamento, ruolo, nell'apprendimento, degli stati affettivi e del più o meno riuscito inserimento del bambino nella classe. Sono stati analizzati i nodi critici, le difficoltà, ma anche le modalità di superamento degli ostacoli e gli effetti positivi del progetto ed è stato dato ampio spazio a riflessioni critiche sulla questione dell'integrazione maturate durante il periodo a contatto con i bambini. La seconda parte del lavoro interessa due percorsi personalmente intrapresi, con questi bambini, resi possibili grazie alle conoscenze acquisite sulla sindrome e sui problemi di socializzazione che essa comporta; in tale fase la vicinanza con le loro famiglie è stata preziosa per programmare insieme interventi di sviluppo mirati ed adeguati all'età ed alle loro esigenze di bambini che si affacciano all'adolescenza.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/18628