Background: The national preterm birth rate in the year 2020 is 6.3%. WHO reports that 15 million preterm babies are born each year, and the number is steadily increasing. There is an inequity in survival rates of preterm births: in developing countries, infants born at < 32 weeks gestational age die from lack of care. Preterm infants are a population at high risk for both short-term and long-term adverse outcomes including not only motor but also cognitive and behavioral deficits; moreover, they have an increased risk of developing autism spectrum disorder during childhood. The etiology of autism is unknown and there is no evidence in literature to implicate any one prenatal, perinatal, neonatal, or postnatal risk factor in autism etiology. There is few evidence to suggest that exposure to a broad class of conditions may increase the risk. In this context of prematurity, follow-up of the preterm infants is included with two pivotal objectives: clinical care and research. Depending on the cognitive disorder to be investigated, the most appropriate test is proposed at the best possible age. Objective: To identify risk factors for adverse outcomes in the context of autism spectrum disorders by administering the M-CHAT test in a selected population of preterm infants. Methods: our study consists in a population-based retrospective cohort study of all infants born c/o SC Neonatology U of the Città della Salute e della Scienza who reached 18-24 months of corrected age between September 2021 and May 2022. Parents completed the M-CHAT questionnaire at follow-up or by telephone interviews. Inclusion criteria: prematurity, neurological risk factor deserving clinical follow-up, and reaching 18-24 months of corrected age in the time of data collection. Exclusion criteria: major adverse outcomes, congenital malformations and congenital syndromes. Results: During the study period 173 infants deserving neuroevolutionary follow-up were recruited, thus a final population of 135 patients was selected, to whom M-CHAT was administered: of these, 18 resulted positive (cases) and 117 resulted negative (controls). Several perinatal, neonatal and auxological risk factors were evaluated and among them those found to be significant were: twinship (p-value 0.030), mean NICU admission (p-value 0.028), and NICU admission > 7 days (p-value 0.016). These remained significant at multivariate analysis corrected for gestational age, twinship and IUGR, depending on the case. Conclusions: Our study suggests for the first time twin pregnancy as a risk factor for M-CHAT positivity in a selected population of preterm infants. Further studies, multimetric and with a higher numerosity, will be needed to confirm the finding with the aim of introducing new specific follow-up protocols for this risk factor.
Background: Il tasso di parti pretermine nazionale nell’anno 2020 è stato del 6,3%. L’OMS riporta che ogni anno nascono 15 milioni di pretermine e il numero è in costante aumento. Si osserva un’inequità dei tassi di sopravvivenza dei nati pretermine: nei paesi in via di sviluppo i nati a <32 settimane di età gestazionale muoiono per mancanza di assistenza. I neonati pretermine sono una popolazione ad elevato rischio di complicanze sia a breve che a lungo termine non solo di tipo motorio, ma anche cognitivo e comportamentale, oltre a presentare un aumentato rischio di sviluppare disturbi dello spettro autistico durante l’infanzia. L’autismo è una patologia con un’eziologia ancora non ben nota e non esistono in letteratura evidenze che consentano di identificare un unico fattore di rischio prenatale, perinatale, neonatale o post-natale. Diverse evidenze suggeriscono che l’esposizione ad un’ampia classe di condizioni possa aumentarne il rischio. In questo contesto di prematuranza, si inserisce il follow-up del neonato pretermine con due obiettivi cardine: clinico-assistenziali e di ricerca. A seconda del disturbo cognitivo che si intende investigare si propone il test più adeguato nella migliore età possibile. Obiettivi: L’obiettivo del nostro studio è quindi individuare i fattori di rischio per l’emergenza di outcome sfavorevoli inerenti ai disordini dello spettro autistico mediante la somministrazione del test M-CHAT in una popolazione selezionata di neonati prematuri. Materiali e metodi: Il nostro è uno studio clinico retrospettivo di coorte. Si è deciso di valutare tutti i neonati nati c/o SC Neonatologia U della Città della Scienza e della Salute che raggiungessero i 18-24 mesi di età corretta tra settembre 2021 e maggio 2022. Il test M-CHAT è stato compilato dai genitori in occasione del follow-up oppure per via telefonica. I criteri di inclusione: prematuranza, fattore di rischio neurologico meritevole di follow-up clinico e raggiungimento dei 18-24 mesi di età corretta nell’arco temporale di raccolta dei dati. I criteri di esclusione sono: esiti maggiori, malformazioni congenite e sindromi congenite. Risultati: A partire da 173 neonati meritevoli di follow-up neuroevolutivo, si è arrivati ad una popolazione finale di 135 pazienti a cui si è somministrata la M-CHAT: 18 risultati positivi (casi) e 117 risultati negativi (controlli). Sono stati valutati diversi fattori di rischio perinatali, neonatali ed auxologici e tra questi quelli risultati significativi sono risultati: la gemellarità (p-value 0,030), il ricovero medio in TIN (p-value 0,028) e il ricovero in TIN > 7 giorni (p-value 0,016). Tali significatività sono state confermate all’analisi multivariata corretta, a seconda dei casi, per età gestazionale, gemellarità e IUGR. Conclusioni: Il nostro studio suggerisce per la prima volta la gravidanza gemellare come fattore di rischio per la positività di M-CHAT in una popolazione selezionata di neonati pretermine. Saranno necessari ulteriori studi, multimetrici e con una numerosità maggiore, per confermare il dato rilevato con l’obiettivo di introdurre nuovi protocolli di follow-up specifici per tale fattore di rischio.
Fattori di Rischio per lo Sviluppo dei Disturbi dello Spettro Autistico in una Popolazione di Neonati Pretermine di Basso Peso
PEDRON, GIULIA
2021/2022
Abstract
Background: Il tasso di parti pretermine nazionale nell’anno 2020 è stato del 6,3%. L’OMS riporta che ogni anno nascono 15 milioni di pretermine e il numero è in costante aumento. Si osserva un’inequità dei tassi di sopravvivenza dei nati pretermine: nei paesi in via di sviluppo i nati a <32 settimane di età gestazionale muoiono per mancanza di assistenza. I neonati pretermine sono una popolazione ad elevato rischio di complicanze sia a breve che a lungo termine non solo di tipo motorio, ma anche cognitivo e comportamentale, oltre a presentare un aumentato rischio di sviluppare disturbi dello spettro autistico durante l’infanzia. L’autismo è una patologia con un’eziologia ancora non ben nota e non esistono in letteratura evidenze che consentano di identificare un unico fattore di rischio prenatale, perinatale, neonatale o post-natale. Diverse evidenze suggeriscono che l’esposizione ad un’ampia classe di condizioni possa aumentarne il rischio. In questo contesto di prematuranza, si inserisce il follow-up del neonato pretermine con due obiettivi cardine: clinico-assistenziali e di ricerca. A seconda del disturbo cognitivo che si intende investigare si propone il test più adeguato nella migliore età possibile. Obiettivi: L’obiettivo del nostro studio è quindi individuare i fattori di rischio per l’emergenza di outcome sfavorevoli inerenti ai disordini dello spettro autistico mediante la somministrazione del test M-CHAT in una popolazione selezionata di neonati prematuri. Materiali e metodi: Il nostro è uno studio clinico retrospettivo di coorte. Si è deciso di valutare tutti i neonati nati c/o SC Neonatologia U della Città della Scienza e della Salute che raggiungessero i 18-24 mesi di età corretta tra settembre 2021 e maggio 2022. Il test M-CHAT è stato compilato dai genitori in occasione del follow-up oppure per via telefonica. I criteri di inclusione: prematuranza, fattore di rischio neurologico meritevole di follow-up clinico e raggiungimento dei 18-24 mesi di età corretta nell’arco temporale di raccolta dei dati. I criteri di esclusione sono: esiti maggiori, malformazioni congenite e sindromi congenite. Risultati: A partire da 173 neonati meritevoli di follow-up neuroevolutivo, si è arrivati ad una popolazione finale di 135 pazienti a cui si è somministrata la M-CHAT: 18 risultati positivi (casi) e 117 risultati negativi (controlli). Sono stati valutati diversi fattori di rischio perinatali, neonatali ed auxologici e tra questi quelli risultati significativi sono risultati: la gemellarità (p-value 0,030), il ricovero medio in TIN (p-value 0,028) e il ricovero in TIN > 7 giorni (p-value 0,016). Tali significatività sono state confermate all’analisi multivariata corretta, a seconda dei casi, per età gestazionale, gemellarità e IUGR. Conclusioni: Il nostro studio suggerisce per la prima volta la gravidanza gemellare come fattore di rischio per la positività di M-CHAT in una popolazione selezionata di neonati pretermine. Saranno necessari ulteriori studi, multimetrici e con una numerosità maggiore, per confermare il dato rilevato con l’obiettivo di introdurre nuovi protocolli di follow-up specifici per tale fattore di rischio.File | Dimensione | Formato | |
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