Partendo dagli epigrammi di età arcaica (dall'inizio dei giochi olimpici fino al 500 a. C.) che ricordano i successi dei campioni olimpici, la dissertazione approfondisce la vicenda degli atleti, integrando le notizie delle fonti letterarie antiche con le prove fornite dall'archeologia e con le molteplici interpretazioni e ipotesi degli studiosi moderni. La raccolta di informazioni sugli Ὀλυμπιονίκαι commemorati dagli epigrammi e dalle iscrizioni di età arcaica è funzionale alla ricerca, in questi contesti, dei motivi politici, sociali e religiosi, riguardanti la concezione della vittoria, che Leslie Kurke in particolare ha analizzato come operanti in alcune iscrizioni e soprattutto nelle Odi di Pindaro. Vengono esaminate le iscrizioni per Ebota, vincitore nel 756 a.C., Orsippo, campione dello stadio nel 720 a.C., Pitagora, il cui successo si situa nel 588 a.C., Glauco, pugile famoso per la gara del 520 a.C., Demareto, che conseguì due vittorie nel 520 e nel 516 a.C., Milone, plurivincitore nel 540, 532, 528, 524, 520 e nel 516 a.C, Cleostene, vincitore con la quadriga nel 516 a.C., Feidola e i suoi figli, di cui si ricordano i successi a cavallo nel 512 e nel 508 a.C., Titas, vincitore olimpico nel 504 a.C., Acmatida, pentatleta che ottenne la vittoria ἀκονιτί nel 500 a.C., Filone, campione nel 504, 500 e 495 a.C. e Kleombrotos, di cui una tabella bronzea iscritta della prima metà del sesto secolo a.C. ricorda il successo olimpico. I temi privilegiati dalla ricerca sono in particolare l'importanza del vincitore in quanto portatore di κῦδος, il valore della corona del campione, l'importanza della presenza in battaglia del vincitore incoronato, il suo ruolo come ecista, le caratteristiche del monumento agonistico, l'onore particolare del culto eroico dedicato ad alcuni atleti, la crisi dell'aristocrazia e l'evoluzione delle strategie con cui gli olimpionici miravano a differenziarsi dal resto della comunità, infine le difficoltà di reintegrazione del vincitore nella sua patria a causa dello φθόνος dei concittadini e del loro timore di eventuali ambizioni tiranniche da parte del campione.
Olympionikai di età arcaica: il kydos dall'epigramma all'agalma
BARRA, MICOL SERENA
2010/2011
Abstract
Partendo dagli epigrammi di età arcaica (dall'inizio dei giochi olimpici fino al 500 a. C.) che ricordano i successi dei campioni olimpici, la dissertazione approfondisce la vicenda degli atleti, integrando le notizie delle fonti letterarie antiche con le prove fornite dall'archeologia e con le molteplici interpretazioni e ipotesi degli studiosi moderni. La raccolta di informazioni sugli Ὀλυμπιονίκαι commemorati dagli epigrammi e dalle iscrizioni di età arcaica è funzionale alla ricerca, in questi contesti, dei motivi politici, sociali e religiosi, riguardanti la concezione della vittoria, che Leslie Kurke in particolare ha analizzato come operanti in alcune iscrizioni e soprattutto nelle Odi di Pindaro. Vengono esaminate le iscrizioni per Ebota, vincitore nel 756 a.C., Orsippo, campione dello stadio nel 720 a.C., Pitagora, il cui successo si situa nel 588 a.C., Glauco, pugile famoso per la gara del 520 a.C., Demareto, che conseguì due vittorie nel 520 e nel 516 a.C., Milone, plurivincitore nel 540, 532, 528, 524, 520 e nel 516 a.C, Cleostene, vincitore con la quadriga nel 516 a.C., Feidola e i suoi figli, di cui si ricordano i successi a cavallo nel 512 e nel 508 a.C., Titas, vincitore olimpico nel 504 a.C., Acmatida, pentatleta che ottenne la vittoria ἀκονιτί nel 500 a.C., Filone, campione nel 504, 500 e 495 a.C. e Kleombrotos, di cui una tabella bronzea iscritta della prima metà del sesto secolo a.C. ricorda il successo olimpico. I temi privilegiati dalla ricerca sono in particolare l'importanza del vincitore in quanto portatore di κῦδος, il valore della corona del campione, l'importanza della presenza in battaglia del vincitore incoronato, il suo ruolo come ecista, le caratteristiche del monumento agonistico, l'onore particolare del culto eroico dedicato ad alcuni atleti, la crisi dell'aristocrazia e l'evoluzione delle strategie con cui gli olimpionici miravano a differenziarsi dal resto della comunità, infine le difficoltà di reintegrazione del vincitore nella sua patria a causa dello φθόνος dei concittadini e del loro timore di eventuali ambizioni tiranniche da parte del campione.File | Dimensione | Formato | |
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