Questa tesi è un tentativo di lettura della novella più riuscita di Camillo Boito, Senso. Il racconto è inserito nella seconda raccolta di novelle pubblicata nel 1883, con il titolo Senso. Nuove storielle vane. Il primo capitolo si sofferma sul ritratto di Camillo Boito, ottenuto grazie alle numerose lettere che egli scrive al fratello. Da queste epistole traspare la profonda consapevolezza di Boito di possedere un ingegno e una fantasia limitate e non adatte a scrivere testi letterari. La professione di scrittore passa infatti in secondo piano rispetto alle altre attività che svolge: egli è architetto, insegnante, critico. Tuttavia questo limite che egli percepisce non gli impedisce di scrivere e di arrivare a pubblicare due raccolte di novelle, raggiungendo l'apice della maturità con Senso. Il capitolo centrale della tesi affronta l'analisi del racconto prendendone in esame le varie componenti: l'inizio, il tempo e lo spazio, i personaggi, i rapporti tra narratore e personaggio, la conclusione. La protagonista, nonché narratrice delle vicende è Livia, donna egocentrica, interessata solo al proprio piacere e alla propria bellezza. La contessa si innamora di un uomo vile e cinico quanto lei e tra i due scoppia una passione, che finirà però in tragedia. Ciò che emerge è la novità della novella: quest'ultima viene definita scandalosa proprio perché caratterizzata da un'assenza di valori e da una mancanza di personaggi positivi che possano riscattare la negatività insita nel racconto. L'elemento che più colpisce è però la bellezza figurativa messa in atto dall'autore. Boito è maestro nel descrivere non solo personaggi e ambienti, ma anche azioni. Il suo stile mira a raggiungere un realismo estetico, caratterizzato da un grande colorismo e da una grande attenzione per i particolari. Boito ha la grande capacità di creare un'armonia tra le arti, facendo dialogare il colore, la pittura, la musica. La tesi prosegue nel terzo capitolo con l'analisi del film di Luchino Visconti, Senso, ispirato al racconto di Boito. La pellicola è stata studiata usando lo stesso metodo di analisi della novella, cercando di mettere in luce affinità e differenze tra i due testi. Viene messo in luce il fatto che, nonostante l'innegabile alterità tra i due testi, data dal predominio della dimensione politica nel film, la trasposizione cinematografica è riuscita ad arricchire il testo, grazie alla possibilità del cinema di rendere vive le immagini che in un testo letterario si possono solo immaginare. Entrambi gli artisti dipingono una società decadente, un'epoca ormai giunta alla fine, grazie alla rappresentazione della fine della storia d'amore tra i due amanti. Inoltre i due artisti mostrano la stessa capacità di far dialogare le arti, la pittura, il colore, la musica. Proprio per questa comune sensibilità artistica dei due autori, due testi all'apparenza così diversi riescono ad arricchirsi l'un l'altro.

Dallo scartafaccio segreto della contessa Livia: Senso di Camillo Boito

GIORDANO, GIULIA
2010/2011

Abstract

Questa tesi è un tentativo di lettura della novella più riuscita di Camillo Boito, Senso. Il racconto è inserito nella seconda raccolta di novelle pubblicata nel 1883, con il titolo Senso. Nuove storielle vane. Il primo capitolo si sofferma sul ritratto di Camillo Boito, ottenuto grazie alle numerose lettere che egli scrive al fratello. Da queste epistole traspare la profonda consapevolezza di Boito di possedere un ingegno e una fantasia limitate e non adatte a scrivere testi letterari. La professione di scrittore passa infatti in secondo piano rispetto alle altre attività che svolge: egli è architetto, insegnante, critico. Tuttavia questo limite che egli percepisce non gli impedisce di scrivere e di arrivare a pubblicare due raccolte di novelle, raggiungendo l'apice della maturità con Senso. Il capitolo centrale della tesi affronta l'analisi del racconto prendendone in esame le varie componenti: l'inizio, il tempo e lo spazio, i personaggi, i rapporti tra narratore e personaggio, la conclusione. La protagonista, nonché narratrice delle vicende è Livia, donna egocentrica, interessata solo al proprio piacere e alla propria bellezza. La contessa si innamora di un uomo vile e cinico quanto lei e tra i due scoppia una passione, che finirà però in tragedia. Ciò che emerge è la novità della novella: quest'ultima viene definita scandalosa proprio perché caratterizzata da un'assenza di valori e da una mancanza di personaggi positivi che possano riscattare la negatività insita nel racconto. L'elemento che più colpisce è però la bellezza figurativa messa in atto dall'autore. Boito è maestro nel descrivere non solo personaggi e ambienti, ma anche azioni. Il suo stile mira a raggiungere un realismo estetico, caratterizzato da un grande colorismo e da una grande attenzione per i particolari. Boito ha la grande capacità di creare un'armonia tra le arti, facendo dialogare il colore, la pittura, la musica. La tesi prosegue nel terzo capitolo con l'analisi del film di Luchino Visconti, Senso, ispirato al racconto di Boito. La pellicola è stata studiata usando lo stesso metodo di analisi della novella, cercando di mettere in luce affinità e differenze tra i due testi. Viene messo in luce il fatto che, nonostante l'innegabile alterità tra i due testi, data dal predominio della dimensione politica nel film, la trasposizione cinematografica è riuscita ad arricchire il testo, grazie alla possibilità del cinema di rendere vive le immagini che in un testo letterario si possono solo immaginare. Entrambi gli artisti dipingono una società decadente, un'epoca ormai giunta alla fine, grazie alla rappresentazione della fine della storia d'amore tra i due amanti. Inoltre i due artisti mostrano la stessa capacità di far dialogare le arti, la pittura, il colore, la musica. Proprio per questa comune sensibilità artistica dei due autori, due testi all'apparenza così diversi riescono ad arricchirsi l'un l'altro.
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