BACKGROUND Langerhans cell histiocytosis (LCH) is a rare pediatric disease caused by the proliferation of cells that share immunophenotypic and structural characteristics with the antigen-presenting cells present in the skin and mucous membranes. Among the heterogeneous clinical manifestations, the diabetes insipidus (DI) represents the most common endocrinological complication: it is caused by the destruction of neurons in the posterior pituitary region, which are responsible for the production of antidiuretic hormone or vasopressin (ADH). The underlying pathogenetic process is still unknown but the use of more intensive chemotherapy protocols for LCH seems to be correlated with a reduction in incidence. TARGETS The primary objective of our study is to evaluate the onset of DI and characterize all the prognostic factors related to it in pediatric patients diagnosed with LCH followed at Pediatric OncoHematology of the Regina Margherita Children's Hospital in Turin. MATERIALS AND METHODS We performed a retrospective and monocentric study which included 148 pediatric patients with a histological diagnosis of LCH from June 1971 to February. The diagnosis of DI was based on the evaluation of the main symptoms (such as polyuria and polydpsia), urine tests and magnetic resonance of the brain. The data collection was carried out through consultation of paper and archived medical records or through the TrakCare® health information system and the follow-up was carried out until February 2022. Patients were divided into three groups based on the time of diagnosis and subsequent implementation of therapy protocols. The risk factors we took into consideration were the age at diagnosis, the spread of the disease, the involvement of organs at risk, the type of treatment performed, the presence of relapses and the BRAF mutation. RESULTS The follow-up time of our study was 4.18 years (range 0.5-22) and the incidence of DI was 19%, with a median time to onset of approximately 0.79 years compared to the diagnosis of LCH (range 0.09-2.32). Only one patient presented with DI prior to the diagnosis of LCH. The early age at diagnosis (2.29 years) and the onset of DI are two dependent variables, with a p = 0.01. The same can be said for the extension of multi-systemic disease and the DI, with a p = 0.001. There was no statistically significant relationship between DI and the localization of disease near the saddle (p = 0.169) nor the presence of relapse (p = 0.18). As for the treatment of LCH, patients undergoing more intensive chemotherapy from 2003 had a significantly decreased incidence compared to the cases diagnosed before 1993 (p = 0.03). The correlation between the onset of DI and the presence of the BRAF mutation was not statistically significant for the small number of patients in which the mutation was investigated. CONCLUSIONS According to the data, the correct evaluation of the extent of the disease and the application of more intensive chemotherapy treatments significantly reduces the onset of ID, especially in young and multi-systemic patients who are more at risk of developing this complication.

BACKGROUND L’Istiocitosi a cellule di Langerhans (LCH) è una rara patologia di interesse pediatrico determinata dalla proliferazione di cellule che condividono caratteristiche immunofenotipiche e strutturali con le cellule presentanti l’antigene a livello di cute e mucose. Tra le eterogenee manifestazioni cliniche, il diabete insipido rappresenta la più comune complicanza endocrinologica a lungo termine ed è causata dalla distruzione dei neuroni della regione ipofisaria posteriore responsabili della produzione dell’ormone antidiuretico o vasopressina (ADH). Il processo patogenetico alla base è tutt’oggi poco conosciuto ma l’impiego dei protocolli di chemioterapia più intensivi per LCH sembra correlato con una riduzione dell’incidenza. OBIETTIVI L’obiettivo primario consiste nel valutare l’incidenza del DI e caratterizzare tutti i fattori prognostici ad essa correlati nei pazienti pediatrici con diagnosi di LCH seguiti presso l’OncoEmatologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. MATERIALI E METODI Abbiamo effettuato uno studio retrospettivo e monocentrico in cui sono stati inclusi 148 pazienti pediatrici con diagnosi istologica di LCH da giugno 1971 a febbraio 2021. La diagnosi di DI si è basata sulla valutazione di sintomi principali (poliuria e polidpsia), esami delle urine e risonanza magnetica encefalica. La raccolta dei dati è avvenuta tramite consultazione delle cartelle cliniche cartacee o attraverso il sistema informativo sanitario TrakCare® e il follow-up è stato eseguito fino a febbraio 2022. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi in base all’epoca della diagnosi e conseguente implementazione dei protocolli di terapia. I fattori di rischio da noi presi in considerazione sono l’età alla diagnosi, la diffusione di malattia, il coinvolgimento di organi a rischio, il tipo di trattamento eseguito, la presenza di recidive e la presenza di mutazione BRAF. RISULTATI Il tempo di follow-up nel nostro studio è stato di 4,18 anni (range 0,5-22) e l’incidenza del DI del 19%, con un tempo medio di insorgenza di circa un anno rispetto alla diagnosi di LCH (range 0,09- 2,32). Una sola paziente ha presentato DI precedentemente alla diagnosi di LCH. L’età precoce alla diagnosi (2.29 anni) e l’insorgenza di DI sono due variabili dipendenti, con un p=0.01. Lo stesso vale per l’estensione di malattia multi-sistemica e il DI, con un p=0.001. Non è stato dimostrato un rapporto statisticamente significativo tra il DI e la localizzazione di malattia vicino alla sella (p=0.169) e la presenza di ricaduta (p=0.18). Per quanto riguarda il trattamento del LCH, i pazienti sottoposti a chemioterapia più intensiva dal 2003 hanno presentato un’incidenza significativamente diminuita rispetto ai casi diagnosticati prima del 1993 (p=0.03). La correlazione dell’insorgenza del DI con la presenza di mutazione BRAF non è risultata significativa per l’eseguità del campione in cui è stata indagata la mutazione. CONCLUSIONI Secondo i dati ottenuti, la valutazione corretta dell’estensione di malattia e l’applicazione dei trattamenti di chemioterapia più intensivi riducono in maniera significativa l’insorgenza del DI, specialmente nei pazienti piccoli e con malattia multi-sistemica che sono più a rischio di sviluppare questa complicanza.

L'insorgenza del Diabete Insipido nei pazienti con Istiocitosi a cellule di Langerhans seguiti presso il Dipartimento di Oncoematologia Pediatrica di Torino: analisi della casistica dal 1971 al 2021.

MANCA, COSTANZA
2021/2022

Abstract

BACKGROUND L’Istiocitosi a cellule di Langerhans (LCH) è una rara patologia di interesse pediatrico determinata dalla proliferazione di cellule che condividono caratteristiche immunofenotipiche e strutturali con le cellule presentanti l’antigene a livello di cute e mucose. Tra le eterogenee manifestazioni cliniche, il diabete insipido rappresenta la più comune complicanza endocrinologica a lungo termine ed è causata dalla distruzione dei neuroni della regione ipofisaria posteriore responsabili della produzione dell’ormone antidiuretico o vasopressina (ADH). Il processo patogenetico alla base è tutt’oggi poco conosciuto ma l’impiego dei protocolli di chemioterapia più intensivi per LCH sembra correlato con una riduzione dell’incidenza. OBIETTIVI L’obiettivo primario consiste nel valutare l’incidenza del DI e caratterizzare tutti i fattori prognostici ad essa correlati nei pazienti pediatrici con diagnosi di LCH seguiti presso l’OncoEmatologia Pediatrica dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. MATERIALI E METODI Abbiamo effettuato uno studio retrospettivo e monocentrico in cui sono stati inclusi 148 pazienti pediatrici con diagnosi istologica di LCH da giugno 1971 a febbraio 2021. La diagnosi di DI si è basata sulla valutazione di sintomi principali (poliuria e polidpsia), esami delle urine e risonanza magnetica encefalica. La raccolta dei dati è avvenuta tramite consultazione delle cartelle cliniche cartacee o attraverso il sistema informativo sanitario TrakCare® e il follow-up è stato eseguito fino a febbraio 2022. I pazienti sono stati suddivisi in tre gruppi in base all’epoca della diagnosi e conseguente implementazione dei protocolli di terapia. I fattori di rischio da noi presi in considerazione sono l’età alla diagnosi, la diffusione di malattia, il coinvolgimento di organi a rischio, il tipo di trattamento eseguito, la presenza di recidive e la presenza di mutazione BRAF. RISULTATI Il tempo di follow-up nel nostro studio è stato di 4,18 anni (range 0,5-22) e l’incidenza del DI del 19%, con un tempo medio di insorgenza di circa un anno rispetto alla diagnosi di LCH (range 0,09- 2,32). Una sola paziente ha presentato DI precedentemente alla diagnosi di LCH. L’età precoce alla diagnosi (2.29 anni) e l’insorgenza di DI sono due variabili dipendenti, con un p=0.01. Lo stesso vale per l’estensione di malattia multi-sistemica e il DI, con un p=0.001. Non è stato dimostrato un rapporto statisticamente significativo tra il DI e la localizzazione di malattia vicino alla sella (p=0.169) e la presenza di ricaduta (p=0.18). Per quanto riguarda il trattamento del LCH, i pazienti sottoposti a chemioterapia più intensiva dal 2003 hanno presentato un’incidenza significativamente diminuita rispetto ai casi diagnosticati prima del 1993 (p=0.03). La correlazione dell’insorgenza del DI con la presenza di mutazione BRAF non è risultata significativa per l’eseguità del campione in cui è stata indagata la mutazione. CONCLUSIONI Secondo i dati ottenuti, la valutazione corretta dell’estensione di malattia e l’applicazione dei trattamenti di chemioterapia più intensivi riducono in maniera significativa l’insorgenza del DI, specialmente nei pazienti piccoli e con malattia multi-sistemica che sono più a rischio di sviluppare questa complicanza.
The onset of Diabetes Insipidus in patients with Langerhans Cell Histiocytosis followed at the department of Pediatric Oncohematology of Turin: case studies from 1971 to 2021.
BACKGROUND Langerhans cell histiocytosis (LCH) is a rare pediatric disease caused by the proliferation of cells that share immunophenotypic and structural characteristics with the antigen-presenting cells present in the skin and mucous membranes. Among the heterogeneous clinical manifestations, the diabetes insipidus (DI) represents the most common endocrinological complication: it is caused by the destruction of neurons in the posterior pituitary region, which are responsible for the production of antidiuretic hormone or vasopressin (ADH). The underlying pathogenetic process is still unknown but the use of more intensive chemotherapy protocols for LCH seems to be correlated with a reduction in incidence. TARGETS The primary objective of our study is to evaluate the onset of DI and characterize all the prognostic factors related to it in pediatric patients diagnosed with LCH followed at Pediatric OncoHematology of the Regina Margherita Children's Hospital in Turin. MATERIALS AND METHODS We performed a retrospective and monocentric study which included 148 pediatric patients with a histological diagnosis of LCH from June 1971 to February. The diagnosis of DI was based on the evaluation of the main symptoms (such as polyuria and polydpsia), urine tests and magnetic resonance of the brain. The data collection was carried out through consultation of paper and archived medical records or through the TrakCare® health information system and the follow-up was carried out until February 2022. Patients were divided into three groups based on the time of diagnosis and subsequent implementation of therapy protocols. The risk factors we took into consideration were the age at diagnosis, the spread of the disease, the involvement of organs at risk, the type of treatment performed, the presence of relapses and the BRAF mutation. RESULTS The follow-up time of our study was 4.18 years (range 0.5-22) and the incidence of DI was 19%, with a median time to onset of approximately 0.79 years compared to the diagnosis of LCH (range 0.09-2.32). Only one patient presented with DI prior to the diagnosis of LCH. The early age at diagnosis (2.29 years) and the onset of DI are two dependent variables, with a p = 0.01. The same can be said for the extension of multi-systemic disease and the DI, with a p = 0.001. There was no statistically significant relationship between DI and the localization of disease near the saddle (p = 0.169) nor the presence of relapse (p = 0.18). As for the treatment of LCH, patients undergoing more intensive chemotherapy from 2003 had a significantly decreased incidence compared to the cases diagnosed before 1993 (p = 0.03). The correlation between the onset of DI and the presence of the BRAF mutation was not statistically significant for the small number of patients in which the mutation was investigated. CONCLUSIONS According to the data, the correct evaluation of the extent of the disease and the application of more intensive chemotherapy treatments significantly reduces the onset of ID, especially in young and multi-systemic patients who are more at risk of developing this complication.
RAMENGHI, UGO
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