La profonda turbolenza dei mercati e la crisi economica che contraddistinguono lo scenario attuale stanno ridisegnando i modelli economici sui quali le imprese poggiano le loro fondamenta. Le imprese oggi hanno uno strumento manageriale in più per cercare di adeguarsi alle condizioni economiche che caratterizzano il mutevole panorama nel quale esse sono chiamate a competere: questo strumento è noto con il termine di ¿outsourcing¿ o esternalizzazione. Con l'outsourcing un'impresa cliente (chiamata outsourcee) affida ad un fornitore esterno (chiamato outosourcer o provider) lo svolgimento di una parte o della totalità di un certo servizio, a fronte di un contratto sottoscritto e del pagamento del relativo corrispettivo. Questo approccio può giocare un ruolo da campione nel miglioramento della bottom line delle imprese. Attraverso questa strategia, l'impresa può avere libero accesso alle competenze specifiche del fornitore senza bisogno di dover fare investimenti consistenti in attività di ricerca o immobilizzare capitali in attrezzature o impianti, a tutto vantaggio del core business. Tale strategia, infatti, permette alla stessa impresa di concentrare tutte le risorse e tutte le competenze aziendali su ciò che essa sa fare meglio, trasferendo ai fornitori opportunatamente selezionati le attività non determinanti per il raggiungimento di vantaggi competitivi, ma pur sempre rilevanti per ottenere risultati proficui. L'outsourcing, quindi, sembrerebbe essere una strategia ben sviluppata ed assolutamente utile per rendere l'impresa più performante rispetto alla concorrenza: in realtà non ci sono opinioni standard ed univoche su questo argomento. In ogni caso il primo utile passo consiste nel chiarire quale sia il core business e come questo influenzi la mission, gli obiettivi ed il piano strategico imprenditoriale. Un progetto di outsourcing, infatti, inevitabilmente riguarda le decisioni di fondo dell'impresa, perché tocca gli aspetti più intimi dell'organizzazione e la scelta di praticare tale strategia deve essere ben pensata e valutata. Ho scelto di dedicare la mia tesi a tale argomento in quanto, grazie alla esperienza vissuta durante il tirocinio curriculare, sono venuta a conoscenza di due imprese che hanno fatto della fornitura dei servizi in outsourcing il proprio business. Mi sono pertanto interessata all'argomento, spesso studiato nei corsi universitari ma mai altamente approfondito. In considerazione della complessità dell'argomento, ho deciso di dividere la mia tesi in due parti, la prima più teorica e dottrinale, mentre nella seconda ho voluto presentare le due aziende prima accennate, offrendo esempi pratici e personali spunti di riflessione.

Nuove prospettive di sviluppo per outsourcer ed outsourcee: i casi Hcs srl e Labora sas

SACCATO, ELISA
2010/2011

Abstract

La profonda turbolenza dei mercati e la crisi economica che contraddistinguono lo scenario attuale stanno ridisegnando i modelli economici sui quali le imprese poggiano le loro fondamenta. Le imprese oggi hanno uno strumento manageriale in più per cercare di adeguarsi alle condizioni economiche che caratterizzano il mutevole panorama nel quale esse sono chiamate a competere: questo strumento è noto con il termine di ¿outsourcing¿ o esternalizzazione. Con l'outsourcing un'impresa cliente (chiamata outsourcee) affida ad un fornitore esterno (chiamato outosourcer o provider) lo svolgimento di una parte o della totalità di un certo servizio, a fronte di un contratto sottoscritto e del pagamento del relativo corrispettivo. Questo approccio può giocare un ruolo da campione nel miglioramento della bottom line delle imprese. Attraverso questa strategia, l'impresa può avere libero accesso alle competenze specifiche del fornitore senza bisogno di dover fare investimenti consistenti in attività di ricerca o immobilizzare capitali in attrezzature o impianti, a tutto vantaggio del core business. Tale strategia, infatti, permette alla stessa impresa di concentrare tutte le risorse e tutte le competenze aziendali su ciò che essa sa fare meglio, trasferendo ai fornitori opportunatamente selezionati le attività non determinanti per il raggiungimento di vantaggi competitivi, ma pur sempre rilevanti per ottenere risultati proficui. L'outsourcing, quindi, sembrerebbe essere una strategia ben sviluppata ed assolutamente utile per rendere l'impresa più performante rispetto alla concorrenza: in realtà non ci sono opinioni standard ed univoche su questo argomento. In ogni caso il primo utile passo consiste nel chiarire quale sia il core business e come questo influenzi la mission, gli obiettivi ed il piano strategico imprenditoriale. Un progetto di outsourcing, infatti, inevitabilmente riguarda le decisioni di fondo dell'impresa, perché tocca gli aspetti più intimi dell'organizzazione e la scelta di praticare tale strategia deve essere ben pensata e valutata. Ho scelto di dedicare la mia tesi a tale argomento in quanto, grazie alla esperienza vissuta durante il tirocinio curriculare, sono venuta a conoscenza di due imprese che hanno fatto della fornitura dei servizi in outsourcing il proprio business. Mi sono pertanto interessata all'argomento, spesso studiato nei corsi universitari ma mai altamente approfondito. In considerazione della complessità dell'argomento, ho deciso di dividere la mia tesi in due parti, la prima più teorica e dottrinale, mentre nella seconda ho voluto presentare le due aziende prima accennate, offrendo esempi pratici e personali spunti di riflessione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/18009