Introduction: Acetabular both columns fractures are most of the times a challenge for the pelvic surgeon, since they often require technically demanding surgical access and, sometimes, more access in association. In the early years in our group was often used combined ilioinguinal and posterior KL access, while from 2005 the continuous technical improvement has allowed surgeons to handle the same type of lesions with a single ilioinguinal approach. Materials and Methods: Over 500 pelvic and acetabular fractures were treated between 2002 and 2011 in 2 hospitals of the University of Turin, San Luigi Gonzaga Hospital in Orbassano and CTO of Turin. 58 of them, all between 2002 and 2010 were both columns fractures according to the Letournel's classification and were treated by two pelvic surgeons (AM and AN). The mean age at trauma was 43 years, women were 21% of the total. Results: The mean operative time with the single ilioinguinal approach was 186 minutes, compared with 325 minutes on average with double access. With the single ilioinguinal approach there was a loss of blood averaged 1022cc, 1525cc instead of the double access. Patients scored an average score of 83.2 by completing the Harris hip score, and have achieved an average of 92.1 points in the WOMAC scale. In the Merle d'Aubigné score revised by Matta the average score was 16.5. In accordance with the radiological Matta score we observed reductions anatomical in 52.7% (30/57), satisfactory in 38.7% (19/57) and not acceptable in 10.6% (6 / 57). While in the radiological follow the result has been seen as excellent in the 52,8% of cases, good in the 22,2%, fair in the 8,3% and poor in the 16,7%. Nobody developed avascular necrosis of the femoral head or infection. Six patients developed post-traumatic osteoarthritis and underwent a total hip replacement surgery. All six of these patients showed a reduction imperfect (3 patients) or poor (3 patients) and were also unsatisfactory at the follow-up from both the clinical and the radiological points of view. Discussion: In our study, we obtained data that are in line with those published by major international centers that perform pelvic surgery. Particularly encouraging is the percentage of anatomic reductions obtained (52.6%) and the correlation of these with the satisfactory results achieved after a long time, both clinical (85% of patients with HHS> 90%) and radiological (75% of results good / excellent). Some of the prognostic factors reported in the literature had a statistically significant relevance even in our series of patients. In other cases, with the variation of some prognostic factors we noticed a marked tendency to influence on outcome, but not statistically significant. Conclusions: These data indicate that in many patients with fractures of the acetabulum hip mast can be preserved and the post-traumatic arthritis can be avoided if anatomic reduction is achieved. The results, in line with those reported by major referral centers in the pelvic and acetabular surgery, give us reason to choose the single ilioinguinal approach and the use of collinear reduction clamp. The continue practice of this surgery is the way forward to achieve ever better results in terms of outcome, and therefore patients with acetabular fractures should be treated in reference centers where there is a pelvic surgeon. It is recommended to start each operation with a single ilioinguinal approach, proceeding with a second posterior approach only if his need was assessed during surgery.

Introduzione: Le fratture bicolonnari di acetabolo sono il più delle volte una sfida per il chirurgo pelvico, dal momento che richiedono spesso accessi chirurgici tecnicamente impegnativi e, a volte, più accessi in associazione. Ciò si traduce in procedure operative con tempi lunghi, ingenti perdite di sangue e importanti danni ai tessuti molli. Per questo motivo, ogni volta che è possibile, riduzione e sintesi vengono effettuate mediante un unico approccio. Materiali e Metodi: Oltre 500 fratture di pelvi e acetabolo sono state trattate tra il 2002 e il 2011 in 2 ospedali dell'Università di Torino, l'ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano e il CTO di Torino. 58 di queste, tutte tra il 2002 e il 2010 erano fratture bicolonnari e sono state trattate da due chirurghi ortopedici (AM e AN). L'età media al momento del trauma era di 43 anni, le donne erano il 21 % del totale. Il follow-up medio all'ultima rilevazione è stato di 52 mesi, e 4 pazienti (6,9%) sono stati persi al follow-up perché non più rintracciabili, mentre un paziente è stato giudicato non valutabile per le importanti comorbidità. Risultati: Il tempo operatorio medio con il singolo accesso ileoinguinale è stato di 186 minuti, a fronte dei 325 minuti in media con il doppio accesso. Con il singolo approccio ileoinguinale è stata registrata una perdita di sangue media di 1022cc, invece dei 1525cc per il doppio accesso. I pazienti hanno totalizzato un punteggio medio di 83,2 (max 90) all'Harris hip score, mentre nella scala WOMAC hanno realizzato una media di 92,1 punti (max 100). Nello score di Merle D'Aubignè revisionato da Matta il punteggio medio totalizzato è stato di 16,5 (max 18). In accordo con lo score radiologico di Matta abbiamo osservato riduzioni anatomiche nel 52,7% (30/57), soddisfacenti nel 38,7% (19/57) e non accettabili nel 10,6% (6/57). Nel follow up radiologico invece il risultato si è rivelato eccellente nel 52,8% dei casi, buono nel 22,2%, discreto nell'8,3% e scarso nel 16,7%. Nessuno ha sviluppato necrosi avascolare della testa del femore o infezione. Sei pazienti hanno sviluppato artrosi post-traumatica e sono stati sottoposti ad un intervento di sostituzione totale dell'anca. Tutti e sei questi pazienti mostravano una riduzione imperfetta (3 pazienti) o non accettabile (3 pazienti), e naturalmente erano insoddisfacenti anche dal punto di vista clinico e radiografico. Discussione: Nel nostro studio abbiamo ottenuto dei dati che sono in linea con quelli pubblicati dai maggiori centri internazionali che si occupano di chirurgia pelvica. In particolare sono incoraggianti la percentuale di riduzioni anatomiche ottenute (52,6%) e la correlazione di queste con i soddisfacenti risultati registrati a distanza di tempo sia clinici (85% dei pazienti con HHS > 90%) che radiologici (75% di risultati buoni/eccellenti). Alcuni dei fattori prognostici riportati in letteratura hanno avuto una rilevanza statisticamente significativa anche nella nostra serie di In altri casi invece, al variare di alcuni fattori prognostici abbiamo notato una marcata tendenza ad influire sull'outcome, che però non è risultata statisticamente significativa. Conclusioni: I risultati ottenuti, ci danno ragione nello scegliere il singolo approccio ileoinguinale e nell'utilizzo della pinza di riduzione collineare. La continua pratica chirurgica è la via da seguire per ottenere risultati sempre migliori in termini di out come, e perciò i pazienti con frattura acetabolare dovrebbero essere trattati in centri di riferimento dove ci sia un chirurgo del bacino. Si raccomanda di iniziare ogni operazione con un unico approccio ileoinguinale, procedendo con un secondo approccio posteriore solo se è stata valutata la sua necessità durante l'intervento.

Il trattamento delle fratture bicolonnari di acetabolo con approccio ileoinguinale: studio multicentrico.

D'AMELIO, ANDREA
2010/2011

Abstract

Introduzione: Le fratture bicolonnari di acetabolo sono il più delle volte una sfida per il chirurgo pelvico, dal momento che richiedono spesso accessi chirurgici tecnicamente impegnativi e, a volte, più accessi in associazione. Ciò si traduce in procedure operative con tempi lunghi, ingenti perdite di sangue e importanti danni ai tessuti molli. Per questo motivo, ogni volta che è possibile, riduzione e sintesi vengono effettuate mediante un unico approccio. Materiali e Metodi: Oltre 500 fratture di pelvi e acetabolo sono state trattate tra il 2002 e il 2011 in 2 ospedali dell'Università di Torino, l'ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano e il CTO di Torino. 58 di queste, tutte tra il 2002 e il 2010 erano fratture bicolonnari e sono state trattate da due chirurghi ortopedici (AM e AN). L'età media al momento del trauma era di 43 anni, le donne erano il 21 % del totale. Il follow-up medio all'ultima rilevazione è stato di 52 mesi, e 4 pazienti (6,9%) sono stati persi al follow-up perché non più rintracciabili, mentre un paziente è stato giudicato non valutabile per le importanti comorbidità. Risultati: Il tempo operatorio medio con il singolo accesso ileoinguinale è stato di 186 minuti, a fronte dei 325 minuti in media con il doppio accesso. Con il singolo approccio ileoinguinale è stata registrata una perdita di sangue media di 1022cc, invece dei 1525cc per il doppio accesso. I pazienti hanno totalizzato un punteggio medio di 83,2 (max 90) all'Harris hip score, mentre nella scala WOMAC hanno realizzato una media di 92,1 punti (max 100). Nello score di Merle D'Aubignè revisionato da Matta il punteggio medio totalizzato è stato di 16,5 (max 18). In accordo con lo score radiologico di Matta abbiamo osservato riduzioni anatomiche nel 52,7% (30/57), soddisfacenti nel 38,7% (19/57) e non accettabili nel 10,6% (6/57). Nel follow up radiologico invece il risultato si è rivelato eccellente nel 52,8% dei casi, buono nel 22,2%, discreto nell'8,3% e scarso nel 16,7%. Nessuno ha sviluppato necrosi avascolare della testa del femore o infezione. Sei pazienti hanno sviluppato artrosi post-traumatica e sono stati sottoposti ad un intervento di sostituzione totale dell'anca. Tutti e sei questi pazienti mostravano una riduzione imperfetta (3 pazienti) o non accettabile (3 pazienti), e naturalmente erano insoddisfacenti anche dal punto di vista clinico e radiografico. Discussione: Nel nostro studio abbiamo ottenuto dei dati che sono in linea con quelli pubblicati dai maggiori centri internazionali che si occupano di chirurgia pelvica. In particolare sono incoraggianti la percentuale di riduzioni anatomiche ottenute (52,6%) e la correlazione di queste con i soddisfacenti risultati registrati a distanza di tempo sia clinici (85% dei pazienti con HHS > 90%) che radiologici (75% di risultati buoni/eccellenti). Alcuni dei fattori prognostici riportati in letteratura hanno avuto una rilevanza statisticamente significativa anche nella nostra serie di In altri casi invece, al variare di alcuni fattori prognostici abbiamo notato una marcata tendenza ad influire sull'outcome, che però non è risultata statisticamente significativa. Conclusioni: I risultati ottenuti, ci danno ragione nello scegliere il singolo approccio ileoinguinale e nell'utilizzo della pinza di riduzione collineare. La continua pratica chirurgica è la via da seguire per ottenere risultati sempre migliori in termini di out come, e perciò i pazienti con frattura acetabolare dovrebbero essere trattati in centri di riferimento dove ci sia un chirurgo del bacino. Si raccomanda di iniziare ogni operazione con un unico approccio ileoinguinale, procedendo con un secondo approccio posteriore solo se è stata valutata la sua necessità durante l'intervento.
ITA
Introduction: Acetabular both columns fractures are most of the times a challenge for the pelvic surgeon, since they often require technically demanding surgical access and, sometimes, more access in association. In the early years in our group was often used combined ilioinguinal and posterior KL access, while from 2005 the continuous technical improvement has allowed surgeons to handle the same type of lesions with a single ilioinguinal approach. Materials and Methods: Over 500 pelvic and acetabular fractures were treated between 2002 and 2011 in 2 hospitals of the University of Turin, San Luigi Gonzaga Hospital in Orbassano and CTO of Turin. 58 of them, all between 2002 and 2010 were both columns fractures according to the Letournel's classification and were treated by two pelvic surgeons (AM and AN). The mean age at trauma was 43 years, women were 21% of the total. Results: The mean operative time with the single ilioinguinal approach was 186 minutes, compared with 325 minutes on average with double access. With the single ilioinguinal approach there was a loss of blood averaged 1022cc, 1525cc instead of the double access. Patients scored an average score of 83.2 by completing the Harris hip score, and have achieved an average of 92.1 points in the WOMAC scale. In the Merle d'Aubigné score revised by Matta the average score was 16.5. In accordance with the radiological Matta score we observed reductions anatomical in 52.7% (30/57), satisfactory in 38.7% (19/57) and not acceptable in 10.6% (6 / 57). While in the radiological follow the result has been seen as excellent in the 52,8% of cases, good in the 22,2%, fair in the 8,3% and poor in the 16,7%. Nobody developed avascular necrosis of the femoral head or infection. Six patients developed post-traumatic osteoarthritis and underwent a total hip replacement surgery. All six of these patients showed a reduction imperfect (3 patients) or poor (3 patients) and were also unsatisfactory at the follow-up from both the clinical and the radiological points of view. Discussion: In our study, we obtained data that are in line with those published by major international centers that perform pelvic surgery. Particularly encouraging is the percentage of anatomic reductions obtained (52.6%) and the correlation of these with the satisfactory results achieved after a long time, both clinical (85% of patients with HHS> 90%) and radiological (75% of results good / excellent). Some of the prognostic factors reported in the literature had a statistically significant relevance even in our series of patients. In other cases, with the variation of some prognostic factors we noticed a marked tendency to influence on outcome, but not statistically significant. Conclusions: These data indicate that in many patients with fractures of the acetabulum hip mast can be preserved and the post-traumatic arthritis can be avoided if anatomic reduction is achieved. The results, in line with those reported by major referral centers in the pelvic and acetabular surgery, give us reason to choose the single ilioinguinal approach and the use of collinear reduction clamp. The continue practice of this surgery is the way forward to achieve ever better results in terms of outcome, and therefore patients with acetabular fractures should be treated in reference centers where there is a pelvic surgeon. It is recommended to start each operation with a single ilioinguinal approach, proceeding with a second posterior approach only if his need was assessed during surgery.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/17860