BACKGROUND. There is controversy about the outcomes of patients with acute myocarditis (AM), especially with regard to long-term follow up of patients presenting with uncomplicated infarct-like myocarditis. We report our decennial experience on characteristics, in-hospital management, and long-term outcomes of patients with a radiologically confirmed AM diagnosis. METHODS. All patients undergoing cardiac magnetic resonance (CMR) imaging between January 2009 and April 2020 for suspected AM and with subsequent confirmed diagnosis, at the Cardiology Department of Città della Scienza e della Salute Hospital in Turin were evaluated for inclusion in this retrospective registry. Patients who could not be reached or without less than 6-month follow-up data were excluded. The primary endpoint was a composite of sudden cardiac death, heart transplant, chronic heart failure, implantable cardioverter defibrillator (ICD) implantation, dilated cardiomyopathy diagnosis, sustained ventricular arrhythmias or recurrent myocarditis. The secondary endpoints were the individual components of the primary endpoint and a composite heart failure endpoint (the primary endpoint without recurrent myocarditis and sustained ventricular arrhythmias) and a composite arrhythmic endpoint (ICD implantation or sustained ventricular arrhythmias). Outcomes were analyzed according to clinical presentation categorized as infarct-like, arrhythmic or with acute heart failure. Kaplan-Meier survival curves and log-rank p values were used to evaluate the impact of presentation on outcomes. RESULTS. Of 321 patients with AM, 211 patients (median age 36 years; 20.9% female) had available follow-up data (median 7.64 years, interquartile range [Q1–Q3], 4.7-10.2 years) and comprised the population of the present analysis. 177 patients (83.9%) had an infarct-like presentation, 10 patients (4.7%) had an arrhythmic presentation, and 24 patients (11.4%) had an AHF presentation. The primary endpoint occurred in 38 patients (18%), and was significantly more frequent in patients with arrhythmic and AHF as compared to infarct-like presentation (40% vs 40% vs 13.6%; log-rank P=0.0001). The heart failure endpoint was more frequent in patients with an AHF presentation (32% vs 20% vs 2.8%; log-rank P=0.0001) and the arrhythmic endpoint occurred more frequently in patients with an arrhythmic presentation (8% vs 40% vs 0.6%; log-rank P=0.001). Of note, 21 (10%) patients experienced recurrent myocarditis (median time from index event 1.73 years, interquartile range 0.61-7.33 years), which all occurred in patients with infarct-like presentation. Among patients with infarct-like presentation, recurrent myocarditis was associated with cardiomyopathy diagnosis at follow-up (14.3% of patients had cardiomyopathy and recurrent myocarditis while 1.3% of patients had cardiomyopathy alone; P=0.001). CONCLUSIONS. Patients with AM experience a high burden of cardiac events at long-term follow-up. The burden of events in patients with infarct-like presentation is higher than expected and mostly characterized by recurrent myocarditis. In this setting recurrent myocarditis are associated with development of cardiomyopathy and should be considered a red flag for tailored assessment and tight follow-up. Our results highlight the importance of a long-term perspective in the follow-up of patients with AM. In patients with acute myocarditis, clinical evolution is different depending on the clinical presentation. Major cardiac events are frequent in arrhythmic and heart failure presentations. Patients with infarct-like presentation have an overall much better prognosis in the medium term. However, a non-negligible percentage of them suffer from recurrent myocarditis.
BACKGROUND. Vi è disaccordo sulla prognosi dei pazienti con miocardite acuta (AM), soprattutto per quanto riguarda il follow-up a lungo termine dei pazienti che presentano una miocardite infarct-like non complicata. Riportiamo la nostra esperienza decennale sulle caratteristiche, la gestione ospedaliera e gli esiti a lungo termine di pazienti con diagnosi di AM radiologicamente confermata. METODI. Sono stati valutati per l'inclusione tutti i pazienti sottoposti a risonanza magnetica cardiaca tra gennaio 2009 e aprile 2020 per sospetta AM e con successiva diagnosi confermata presso l'Istituto di Radiologia Diagnostica e Interventistica dell'Ospedale Molinette (Torino, Italia). Sono stati esclusi i pazienti che non potevano essere contattati o con un follow-up minore di 6 mesi. L'endpoint primario era un insieme di morte cardiaca improvvisa, trapianto cardiaco, insufficienza cardiaca cronica, impianto di ICD, diagnosi di cardiomiopatia dilatativa, aritmie ventricolari sostenute e recidiva di miocardite. Gli endpoint secondari erano i singoli componenti dell'endpoint primario, un endpoint composito di insufficienza cardiaca (l'endpoint primario senza recidiva di miocardite e aritmie ventricolari sostenute) e un endpoint composito aritmico (impianto di ICD e aritmie ventricolari sostenute). I risultati sono stati analizzati in base alle presentazioni cliniche al ricovero (infarct-like, aritmica o con insufficienza cardiaca acuta [AHF]). Sono state utilizzate le curve di sopravvivenza di Kaplan-Meier e i valori di log-rank P per valutare l'impatto della presentazione sulla prognosi. RISULTATI. Dei 321 pazienti con AM, 211 pazienti (età mediana 36 anni; 20,9% femmine) avevano dati di follow-up disponibili (il follow-up mediano era di 7,6 anni, intervallo interquartile [Q1–Q3], 4,7-10,2 anni) e hanno costituito la popolazione della presente analisi. Al ricovero, 177 pazienti (83,9%) avevano una presentazione infarct-like, 10 pazienti (4,7%) avevano una presentazione aritmica e 24 pazienti (11,4%) avevano una presentazione AHF. L'endpoint primario si è verificato in 38 pazienti (18%) ed è stato significativamente più frequente nei pazienti con presentazione aritmica e AHF rispetto alla presentazione infarct-like (40% vs 40% vs 13,6%; log-rank P=0,0001). L'endpoint dello scompenso cardiaco è stato più frequente nei pazienti con presentazione AHF (32% vs 20% vs 2,8%; log-rank P=0,0001) e l'endpoint aritmico si è verificato più frequentemente nei pazienti con presentazione aritmica (8% vs 40% vs 0,6%; log-rank P=0,001). È da notare che 21 pazienti (10%) hanno manifestato recidiva di miocardite (tempo mediano dall'evento indice 1,73 anni, Q1-Q3 0,61-7,33 anni), che si è verificata solo in pazienti con presentazione infarct-like. Tra i pazienti con presentazione infarct-like, la recidiva di miocardite è stata associata alla diagnosi di cardiomiopatia (14,3% dei pazienti con cardiomiopatia e miocardite ricorrente vs 1,3% dei pazienti senza; P=0,001). CONCLUSIONI. I pazienti con AM vanno incontro ad un elevato carico di eventi cardiaci al follow-up a lungo termine. Il carico di eventi nei pazienti con presentazione infarct-like è maggiore del previsto e caratterizzato principalmente da miocardite ricorrente. In questo contesto, le miocarditi ricorrenti sono associate allo sviluppo di cardiomiopatia e dovrebbero essere considerate un segnale d'allarme per una valutazione personalizzata e uno stretto follow-up. I nostri risultati evidenziano l'importanza di una prospettiva a lungo termine nel follow-up dei pazienti con AM. Nei pazienti con miocardite acuta, l’evoluzione clinica è diversa a seconda della presentazione clinica. Eventi cardiaci maggiori sono frequenti nelle presentazioni aritmiche e con scompenso cardiaco. I pazienti infarct-like hanno una prognosi in generale molto più favorevole nel medio termine. Tuttavia, una percentuale non trascurabile di essi soffre di recidive di miocardite.
Prognosi a lungo termine della miocardite acuta: esperienza decennale di singolo centro
PARONUZZI, STEFANO
2021/2022
Abstract
BACKGROUND. Vi è disaccordo sulla prognosi dei pazienti con miocardite acuta (AM), soprattutto per quanto riguarda il follow-up a lungo termine dei pazienti che presentano una miocardite infarct-like non complicata. Riportiamo la nostra esperienza decennale sulle caratteristiche, la gestione ospedaliera e gli esiti a lungo termine di pazienti con diagnosi di AM radiologicamente confermata. METODI. Sono stati valutati per l'inclusione tutti i pazienti sottoposti a risonanza magnetica cardiaca tra gennaio 2009 e aprile 2020 per sospetta AM e con successiva diagnosi confermata presso l'Istituto di Radiologia Diagnostica e Interventistica dell'Ospedale Molinette (Torino, Italia). Sono stati esclusi i pazienti che non potevano essere contattati o con un follow-up minore di 6 mesi. L'endpoint primario era un insieme di morte cardiaca improvvisa, trapianto cardiaco, insufficienza cardiaca cronica, impianto di ICD, diagnosi di cardiomiopatia dilatativa, aritmie ventricolari sostenute e recidiva di miocardite. Gli endpoint secondari erano i singoli componenti dell'endpoint primario, un endpoint composito di insufficienza cardiaca (l'endpoint primario senza recidiva di miocardite e aritmie ventricolari sostenute) e un endpoint composito aritmico (impianto di ICD e aritmie ventricolari sostenute). I risultati sono stati analizzati in base alle presentazioni cliniche al ricovero (infarct-like, aritmica o con insufficienza cardiaca acuta [AHF]). Sono state utilizzate le curve di sopravvivenza di Kaplan-Meier e i valori di log-rank P per valutare l'impatto della presentazione sulla prognosi. RISULTATI. Dei 321 pazienti con AM, 211 pazienti (età mediana 36 anni; 20,9% femmine) avevano dati di follow-up disponibili (il follow-up mediano era di 7,6 anni, intervallo interquartile [Q1–Q3], 4,7-10,2 anni) e hanno costituito la popolazione della presente analisi. Al ricovero, 177 pazienti (83,9%) avevano una presentazione infarct-like, 10 pazienti (4,7%) avevano una presentazione aritmica e 24 pazienti (11,4%) avevano una presentazione AHF. L'endpoint primario si è verificato in 38 pazienti (18%) ed è stato significativamente più frequente nei pazienti con presentazione aritmica e AHF rispetto alla presentazione infarct-like (40% vs 40% vs 13,6%; log-rank P=0,0001). L'endpoint dello scompenso cardiaco è stato più frequente nei pazienti con presentazione AHF (32% vs 20% vs 2,8%; log-rank P=0,0001) e l'endpoint aritmico si è verificato più frequentemente nei pazienti con presentazione aritmica (8% vs 40% vs 0,6%; log-rank P=0,001). È da notare che 21 pazienti (10%) hanno manifestato recidiva di miocardite (tempo mediano dall'evento indice 1,73 anni, Q1-Q3 0,61-7,33 anni), che si è verificata solo in pazienti con presentazione infarct-like. Tra i pazienti con presentazione infarct-like, la recidiva di miocardite è stata associata alla diagnosi di cardiomiopatia (14,3% dei pazienti con cardiomiopatia e miocardite ricorrente vs 1,3% dei pazienti senza; P=0,001). CONCLUSIONI. I pazienti con AM vanno incontro ad un elevato carico di eventi cardiaci al follow-up a lungo termine. Il carico di eventi nei pazienti con presentazione infarct-like è maggiore del previsto e caratterizzato principalmente da miocardite ricorrente. In questo contesto, le miocarditi ricorrenti sono associate allo sviluppo di cardiomiopatia e dovrebbero essere considerate un segnale d'allarme per una valutazione personalizzata e uno stretto follow-up. I nostri risultati evidenziano l'importanza di una prospettiva a lungo termine nel follow-up dei pazienti con AM. Nei pazienti con miocardite acuta, l’evoluzione clinica è diversa a seconda della presentazione clinica. Eventi cardiaci maggiori sono frequenti nelle presentazioni aritmiche e con scompenso cardiaco. I pazienti infarct-like hanno una prognosi in generale molto più favorevole nel medio termine. Tuttavia, una percentuale non trascurabile di essi soffre di recidive di miocardite.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Tesi miocarditi PARONUZZI.pdf
non disponibili
Descrizione: Tesi di Laurea di Paronuzzi Stefano, Matr. 847906
Dimensione
3.96 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.96 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/1772