Per moltissimo tempo non si sono considerate influenti sullo sviluppo del sistema nervoso e di conseguenza sul comportamento, né le influenze ambientali, né quelle genetiche. Molti studi si sono focalizzati sulla questione del rapporto ¿nature versus nurture¿. Nella seconda metà dell'ultimo secolo questo problema è stato affrontato da studiosi appartenenti a due diverse scuole di pensiero: la scuola Behaviourista e la scuola Etologica. I Behaviouristi sostenevano che il concetto di ¿innato¿ è inesatto e non-scientifico, e che tutti i comportamenti vengono appresi (Hebb, 1953). L'approccio Behaviourista pur essendo ovviamente riduttivo perché focalizzato sull'appredimento escludendo le capacità innate, ha permesso di sviluppare numerose ricerche, centrate proprio sui processi di apprendimento, utili per la comprensione dell'organizzazione del comportamento. L'altra scuola di pensiero, l'Etologia, si interessò ai comportamenti definibili come specie-specifici, ossia caratteristici di individui che appartengono alla stessa specie; le ricerche svolte portano alla concretizzazione del concetto di ¿comportamento istintivo¿, e all'idea che i tratti comportamentali possano essere ereditari,esse individuarono infatti una serie di comportamenti altamente stereotipati che erano svolti in maniera corretta fin dalla prima esecuzione pur non essendo preceduti da processi d'apprendimento. Grazie a Konrad Lorenz e alla sua teoria fu possibile risolvere questa discussione. Secondo questa teoria ¿innato¿ e ¿appreso¿ non sono in antitesi, ma rappresentano due vie attraverso le quali le informazioni circa l'ambiente diventano disponibili per gli organismi, vengono registrate nei circuiti del sistema nervoso e danno origine poi a comportamenti adattativi. (Lorenz, 1961; Rescorla, 1988). Lorenz elaborò sin dal 1973 il concetto di imprinting: l'apprendimento istintivo caratteristico di una specie, che pare non derivare dall'esperienza individuale. (Lorenz, 2003). Lorenz infatti definì l'imprinting come «la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto», osservando che «nelle anatre selvatiche il processo di imprinting che ferma l'azione del seguire è ridotto a poche ore. Proprio per essere circoscritto a una determinata fase di sviluppo e per la sua irrevocabilità l'imprinting si differenzia da altre forme d'apprendimento» (Lorenz,1988).
L'importanza dell'arricchimento ambientale in relazione allo sviluppo del cervello
GOVONI, GIULIA REBECCA
2010/2011
Abstract
Per moltissimo tempo non si sono considerate influenti sullo sviluppo del sistema nervoso e di conseguenza sul comportamento, né le influenze ambientali, né quelle genetiche. Molti studi si sono focalizzati sulla questione del rapporto ¿nature versus nurture¿. Nella seconda metà dell'ultimo secolo questo problema è stato affrontato da studiosi appartenenti a due diverse scuole di pensiero: la scuola Behaviourista e la scuola Etologica. I Behaviouristi sostenevano che il concetto di ¿innato¿ è inesatto e non-scientifico, e che tutti i comportamenti vengono appresi (Hebb, 1953). L'approccio Behaviourista pur essendo ovviamente riduttivo perché focalizzato sull'appredimento escludendo le capacità innate, ha permesso di sviluppare numerose ricerche, centrate proprio sui processi di apprendimento, utili per la comprensione dell'organizzazione del comportamento. L'altra scuola di pensiero, l'Etologia, si interessò ai comportamenti definibili come specie-specifici, ossia caratteristici di individui che appartengono alla stessa specie; le ricerche svolte portano alla concretizzazione del concetto di ¿comportamento istintivo¿, e all'idea che i tratti comportamentali possano essere ereditari,esse individuarono infatti una serie di comportamenti altamente stereotipati che erano svolti in maniera corretta fin dalla prima esecuzione pur non essendo preceduti da processi d'apprendimento. Grazie a Konrad Lorenz e alla sua teoria fu possibile risolvere questa discussione. Secondo questa teoria ¿innato¿ e ¿appreso¿ non sono in antitesi, ma rappresentano due vie attraverso le quali le informazioni circa l'ambiente diventano disponibili per gli organismi, vengono registrate nei circuiti del sistema nervoso e danno origine poi a comportamenti adattativi. (Lorenz, 1961; Rescorla, 1988). Lorenz elaborò sin dal 1973 il concetto di imprinting: l'apprendimento istintivo caratteristico di una specie, che pare non derivare dall'esperienza individuale. (Lorenz, 2003). Lorenz infatti definì l'imprinting come «la fissazione di un istinto innato su un determinato oggetto», osservando che «nelle anatre selvatiche il processo di imprinting che ferma l'azione del seguire è ridotto a poche ore. Proprio per essere circoscritto a una determinata fase di sviluppo e per la sua irrevocabilità l'imprinting si differenzia da altre forme d'apprendimento» (Lorenz,1988).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/17666