Il tema qui presentato ruota intorno alla definizione di marginalità. Il concetto non è così scontato come può sembrare e merita di essere approfondito. Gallino (2004) ne propone una definizione sociologica che identifica la marginalità come ¿la situazione di chi occupa una posizione collocantesi nei punti più esterni o lontani, vuoi di un singolo sistema sociale, vuoi di più sistemi nella stessa società, indipendentemente dalla sua volontà¿. Bailly (1995) pone in evidenza come la marginalità rappresenti allo stesso tempo uno stato sociale e una posizione geografica, ma dipende anche da quale punto di vista si guarda il territorio. Gli indicatori di sviluppo generalmente utilizzati in economia, ad esempio il Pil, tendono ad uniformare lo spazio preso in considerazione facendolo divenire uguale in ogni suo punto, cosicché territori marginali dal punto di vista dello sviluppo socioeconomico possono essere considerati centrali e viceversa. L'analisi territoriale, invece, tende a mostrare come lo spazio sia differenziato alle sue diverse scale e come i processi di sviluppo siano differenti a seconda del termine di paragone che si pone. Affrontando il tema della marginalità si vuole anche fornire un caso concreto, quello dei gruppi di azione locale, di come le politiche europee e regionali cercano di permettere a un territorio di uscire da questa condizione. Il paradigma dei sistemi locali territoriali può rappresentare l'ambito teorico attraverso il quale i progetti di sviluppo locale possono essere analizzati. La tesi, in relazione a processi di capacitazione e a modelli di sviluppo strettamente correlati con le specificità locali, ragiona sul possibile ruolo attivo dei ¿territori marginali¿ anche rispetto alla riformulazione delle politiche europee, e propone di guardare ad esse da questa diversa prospettiva. Nel primo capitolo vi è la presentazione della teoria dei sistemi locali territoriali, attraverso la quale si intende analizzare il caso specifico dei gruppi di azione locale. Nel secondo capitolo si darà una definizione di marginalità territoriale riconsiderando la marginalità non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista culturale e politico. Si arriverà, così, al modello circolare della marginalità di Ferlaino (2009) che rappresenta il punto di riferimento della legge regionale 15/2007 per l'erogazione dei finanziamenti ai piccoli comuni piemontesi. Nel terzo capitolo si descrivono le analisi e gli interventi dell'Unione Europea per lo sviluppo rurale, tra le quali considereremo con più attenzione l'approccio Leader. Il IV Asse della politica rurale necessita per l'accesso ai finanziamenti prevede la costituzione di un partenariato pubblico-privato che prende il nome di gruppo di azione locale. Questa particolare istituzione permette al territorio di ¿costruire¿ un'identità condivisa e di agire come un attore collettivo nel definire le linee guida del proprio sviluppo. Nel quarto e ultimo capitolo vengono presentati il caso specifico del Gal del Basso Monferrato Astigiano, descritte le peculiarità del territorio e gli enti costitutivi del sudetto partenariato, la marginalità socio-economica riportando i dati ottenuti dalle analisi di Ferlaino, i principali obiettivi del programma di sviluppo locale 2007-2013, i risultati raggiunti attraverso l'analisi ex-post della Regione Piemonte.

Lo sviluppo territoriale delle aree marginali. Il caso del Gruppo di Azione Locale del Basso Monferrato Astigiano

BARRECA, MARCO
2009/2010

Abstract

Il tema qui presentato ruota intorno alla definizione di marginalità. Il concetto non è così scontato come può sembrare e merita di essere approfondito. Gallino (2004) ne propone una definizione sociologica che identifica la marginalità come ¿la situazione di chi occupa una posizione collocantesi nei punti più esterni o lontani, vuoi di un singolo sistema sociale, vuoi di più sistemi nella stessa società, indipendentemente dalla sua volontà¿. Bailly (1995) pone in evidenza come la marginalità rappresenti allo stesso tempo uno stato sociale e una posizione geografica, ma dipende anche da quale punto di vista si guarda il territorio. Gli indicatori di sviluppo generalmente utilizzati in economia, ad esempio il Pil, tendono ad uniformare lo spazio preso in considerazione facendolo divenire uguale in ogni suo punto, cosicché territori marginali dal punto di vista dello sviluppo socioeconomico possono essere considerati centrali e viceversa. L'analisi territoriale, invece, tende a mostrare come lo spazio sia differenziato alle sue diverse scale e come i processi di sviluppo siano differenti a seconda del termine di paragone che si pone. Affrontando il tema della marginalità si vuole anche fornire un caso concreto, quello dei gruppi di azione locale, di come le politiche europee e regionali cercano di permettere a un territorio di uscire da questa condizione. Il paradigma dei sistemi locali territoriali può rappresentare l'ambito teorico attraverso il quale i progetti di sviluppo locale possono essere analizzati. La tesi, in relazione a processi di capacitazione e a modelli di sviluppo strettamente correlati con le specificità locali, ragiona sul possibile ruolo attivo dei ¿territori marginali¿ anche rispetto alla riformulazione delle politiche europee, e propone di guardare ad esse da questa diversa prospettiva. Nel primo capitolo vi è la presentazione della teoria dei sistemi locali territoriali, attraverso la quale si intende analizzare il caso specifico dei gruppi di azione locale. Nel secondo capitolo si darà una definizione di marginalità territoriale riconsiderando la marginalità non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista culturale e politico. Si arriverà, così, al modello circolare della marginalità di Ferlaino (2009) che rappresenta il punto di riferimento della legge regionale 15/2007 per l'erogazione dei finanziamenti ai piccoli comuni piemontesi. Nel terzo capitolo si descrivono le analisi e gli interventi dell'Unione Europea per lo sviluppo rurale, tra le quali considereremo con più attenzione l'approccio Leader. Il IV Asse della politica rurale necessita per l'accesso ai finanziamenti prevede la costituzione di un partenariato pubblico-privato che prende il nome di gruppo di azione locale. Questa particolare istituzione permette al territorio di ¿costruire¿ un'identità condivisa e di agire come un attore collettivo nel definire le linee guida del proprio sviluppo. Nel quarto e ultimo capitolo vengono presentati il caso specifico del Gal del Basso Monferrato Astigiano, descritte le peculiarità del territorio e gli enti costitutivi del sudetto partenariato, la marginalità socio-economica riportando i dati ottenuti dalle analisi di Ferlaino, i principali obiettivi del programma di sviluppo locale 2007-2013, i risultati raggiunti attraverso l'analisi ex-post della Regione Piemonte.
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