Background and objective: SARS-CoV-2 is an RNA virus responsible for COVID-19, a disease with a wide range of presentation, from mild to severe. The aim of this research was to study several variables and their impact on the duration of sick leave among healthcare workers of a large public hospital in Italy, so to better determine the timing of the mandatory swab before returning to the workplace. This is essential to get the employees back to work as soon as possible, mitigate the current situation of understaffing and allow the hospital to provide healthcare to the population. Materials and methods: The setting of the study is a large public hospital in Piedmont, Italy, and the data it relies on come from the protocol of sanitary surveillance of the occupational medicine department. To be more specific, it utilizes a report form which is filled out any time an employee encounters a confirmed case of COVID-19 or whether they developed any symptom, and a re-entry form which is filled out at the end of isolation. Demographic data regarding the workers and other information needed for the study were gathered from the forms mentioned above: duration of sick leave, reason for undergoing the swab, source of infection, symptoms at the start of isolation, the number of doses received by each worker. Results: When the infection source was from outside the workplace, the absence was 15.25 days compared to the 14.44 days of when the source was from within the workplace (p=0.048). In healthcare workers with two doses, the sickness lasted 16.96 days compared to 14.88 days of those who had three doses (p<0.001). If the reason for undergoing the swab was because the individual had a contact, the leave was 13.58 days, when the cause was the development of symptoms it was 16.24 (p<0.001). When it comes to individual symptoms, the main results were: if dyspnoea was present, the duration was 20.80 days versus 15.01 (p<0.001); if anosmia was present the disease lasted 18.13 days versus 15.00 (p<0.001) and if fever was present the duration was 17.23 days versus 14.51 (p<0.001). For all the other symptoms we investigated (cough, ageusia, conjunctivitis, asthenia, headache, gastro-intestinal symptoms, rhinorrhoea, musculoskeletal pains, and sore throat) a statistically significant difference in the duration of symptoms was observed, which was longer when the symptoms were present. Discussion and conclusions: From the results of our study a correlation between a longer sick leave was observed whenever the infection source was not from the workplace and it has been hypothesised that this difference was due to the employment of preventative measures in the workplace, causing less virus to be shed. The results also show a correlation between a shorter length of disease in those who received three doses of vaccine, maybe because a boost in the antibody titre can accelerate viral clearance. Finally, a correlation between a shorter length of disease and an asymptomatic status has been noted, which is concordant to what the literature suggests so far. When it comes to symptoms, dyspnoea correlates to the longest length of disease. The results of this study support many of the preventative measures that have already been implemented in the surveillance protocol and may suggest new ways to improve it, both when it comes to choosing the minimum length of sick leave for SARS-CoV-2 positive employees and when it comes to timing the swabs.
Introduzione e obiettivo: SARS-CoV-2 è un virus a RNA responsabile di COVID-19, una malattia che possiede un range di gravità che va dal lieve al severo. L’obiettivo dello studio è indagare l’impatto di alcune variabili sulla durata della malattia nei dipendenti di un’Azienda Ospedaliera Piemontese, in modo da meglio calibrare le tempistiche di programmazione dei tamponi e dei tempi di rientro e mitigare la situazione di carenza di personale. Materiali e metodi: Il setting dello studio è una grande Azienda Ospedaliera del Piemonte. I dati provengono dalla scheda di segnalazione della Medicina del Lavoro, che viene compilata quando un dipendente ha un contatto con un individuo positivo o se sviluppa dei sintomi riconducibili a COVID-19, e sulla scheda di rientro che viene redatta dal medico competente alla fine dell’isolamento. Sono stati ricavati i dati demografici dei dipendenti e altre informazioni necessarie allo studio: la durata dell’assenza dal lavoro, il motivo per l’esecuzione del primo tampone positivo, la fonte di contagio, i sintomi presenti al momento della compilazione della scheda di segnalazione e il numero di dosi di vaccino ricevute dal dipendente. Risultati: Nel caso di una fonte di contagio extralavorativa l’assenza durava in media 15,25 giorni, mentre se la fonte era lavorativa durava 14,44 (p=0,048). Nei dipendenti con solo due dosi, la malattia era di 16,96 giorni, in chi ne aveva tre era di 14,88 (p<0,001). Se la causa del primo tampone era per contatto l’assenza era 13,58 giorni mentre nei casi di dipendenti sintomatici era di 16,24 (p<0,001). Per quanto riguarda i sintomi studiati, i risultati principali mostrano che: se la dispnea era presente, la durata di malattia era 20,80 giorni mentre era 15,01 se assente (p<0,001); se era presente anosmia, la malattia durava 18,13 giorni mentre era 15,00 se questa era assente (p<0,001); con la febbre la durata era di 17,23 giorni contro 14,51 (p<0,001). Anche per tutti gli altri sintomi indagati (tosse, ageusia, congiuntivite, astenia, cefalea, sintomi gastrointestinali, rinorrea, dolori osteo-muscolari e faringodinia) esisteva una differenza statisticamente significativa nella durata di malattia, e questa era più lunga quando il sintomo era presente. Discussione e conclusioni: Si è potuto notare che il contagio extralavorativo correlasse con una malattia che richiedeva una assenza maggiore rispetto a quella risultante da un contagio lavorativo, e si è ipotizzato che la differenza risiedesse nella corretta applicazione delle misure di prevenzione al lavoro che consentono un minor scambio di materiale virale. I risultati mostrano anche un effetto di accorciamento della malattia per coloro che hanno ricevuto la dose booster, probabilmente perché l’aumento del titolo anticorpale accelera la clearance virale. Infine, sono stati trovati risultati che suggeriscono come la malattia degli asintomatici raggiunga in più breve tempo la negativizzazione, dato concorde con quello che mostra la letteratura; per quanto riguarda i sintomi, la dispnea sembra essere correlata con la durata di malattia più lunga. I risultati di questo studio supportano molte misure già in vigore nel contesto della sorveglianza sanitaria e possono permetterebbe di affinare ulteriormente il protocollo sanitario, sia per quanto riguarda la scelta della durata dei tempi minimi di assenza dal lavoro, che per la distanza tra i tamponi successivi.
Il termine della campagna vaccinale anti-SARS-CoV-2 e la comparsa di nuove varianti: analisi comparata della sintomatologia e tempi di negativizzazione al tampone nelle diverse ondate pandemiche in una coorte di dipendenti risultati positivi di una grande Azienda Ospedaliera Piemontese
BALDINI, ANNA
2021/2022
Abstract
Introduzione e obiettivo: SARS-CoV-2 è un virus a RNA responsabile di COVID-19, una malattia che possiede un range di gravità che va dal lieve al severo. L’obiettivo dello studio è indagare l’impatto di alcune variabili sulla durata della malattia nei dipendenti di un’Azienda Ospedaliera Piemontese, in modo da meglio calibrare le tempistiche di programmazione dei tamponi e dei tempi di rientro e mitigare la situazione di carenza di personale. Materiali e metodi: Il setting dello studio è una grande Azienda Ospedaliera del Piemonte. I dati provengono dalla scheda di segnalazione della Medicina del Lavoro, che viene compilata quando un dipendente ha un contatto con un individuo positivo o se sviluppa dei sintomi riconducibili a COVID-19, e sulla scheda di rientro che viene redatta dal medico competente alla fine dell’isolamento. Sono stati ricavati i dati demografici dei dipendenti e altre informazioni necessarie allo studio: la durata dell’assenza dal lavoro, il motivo per l’esecuzione del primo tampone positivo, la fonte di contagio, i sintomi presenti al momento della compilazione della scheda di segnalazione e il numero di dosi di vaccino ricevute dal dipendente. Risultati: Nel caso di una fonte di contagio extralavorativa l’assenza durava in media 15,25 giorni, mentre se la fonte era lavorativa durava 14,44 (p=0,048). Nei dipendenti con solo due dosi, la malattia era di 16,96 giorni, in chi ne aveva tre era di 14,88 (p<0,001). Se la causa del primo tampone era per contatto l’assenza era 13,58 giorni mentre nei casi di dipendenti sintomatici era di 16,24 (p<0,001). Per quanto riguarda i sintomi studiati, i risultati principali mostrano che: se la dispnea era presente, la durata di malattia era 20,80 giorni mentre era 15,01 se assente (p<0,001); se era presente anosmia, la malattia durava 18,13 giorni mentre era 15,00 se questa era assente (p<0,001); con la febbre la durata era di 17,23 giorni contro 14,51 (p<0,001). Anche per tutti gli altri sintomi indagati (tosse, ageusia, congiuntivite, astenia, cefalea, sintomi gastrointestinali, rinorrea, dolori osteo-muscolari e faringodinia) esisteva una differenza statisticamente significativa nella durata di malattia, e questa era più lunga quando il sintomo era presente. Discussione e conclusioni: Si è potuto notare che il contagio extralavorativo correlasse con una malattia che richiedeva una assenza maggiore rispetto a quella risultante da un contagio lavorativo, e si è ipotizzato che la differenza risiedesse nella corretta applicazione delle misure di prevenzione al lavoro che consentono un minor scambio di materiale virale. I risultati mostrano anche un effetto di accorciamento della malattia per coloro che hanno ricevuto la dose booster, probabilmente perché l’aumento del titolo anticorpale accelera la clearance virale. Infine, sono stati trovati risultati che suggeriscono come la malattia degli asintomatici raggiunga in più breve tempo la negativizzazione, dato concorde con quello che mostra la letteratura; per quanto riguarda i sintomi, la dispnea sembra essere correlata con la durata di malattia più lunga. I risultati di questo studio supportano molte misure già in vigore nel contesto della sorveglianza sanitaria e possono permetterebbe di affinare ulteriormente il protocollo sanitario, sia per quanto riguarda la scelta della durata dei tempi minimi di assenza dal lavoro, che per la distanza tra i tamponi successivi.File | Dimensione | Formato | |
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