In questo lavoro ho analizzato brevemente dal punto di vista storico la nascita dell'ideologia neoliberista che dalla fine degli anni '70 ha portato ad un evoluzione dei mercati globali e la crescente deregolamentazione che ha permesso la nascita di grandi colossi multinazionali favoriti dalla sempre maggiore globalizzazione . In questo contesto abbiamo visto come vi siano stati dei chiari segnali che ci hanno annunciato la crisi del sindacato , in difficoltà a stare al passo con il progresso del mercato del lavoro , segnali come la riduzione del numero di iscritti e la drastica diminuzione delle ore di sciopero in Europa sono chiari sintomi della crescente difficoltà ad organizzare i lavoratori in maniera compatta . Il sindacato in crisi ha gradualmente perso il proprio potere contrattuale e tutto ciò , come abbiamo visto anche grazie ai modelli di Hicks e di Nash ha portato al risultato che i dipendenti hanno sempre minori possibilità di riuscire ad impadronirsi di parti considerevoli dei profitti prodotti dall'impresa . E' venuta poi meno la capacità di poter minacciare concretamente azioni di sciopero e quindi la capacità di mantenere durante le trattative delle posizioni più solide in modo da soddisfare le richieste dei dipendenti .In questa situazione il sindacato ha visto stravolto il suo ruolo e in alcuni casi ha mutato il suo status di price setter - come illustrato nel modello del sindacato monopolista - e si è avvicinato sempre di più ad un soggetto price taker , nei confronti del quale la grande industria è riuscita negli anni a imporre anche il livello salariale oltre a quello occupazionale . Le prospettive future ci portano a pensare che in futuro vedremo un graduale abbandono della contrattazione collettiva a favore di un sempre maggior decentramento delle negoziazioni a livello di singola impresa , è possibile che vi saranno forti contraddizioni tra il tentativo di mantenere un coordinamento nazionale e questo nuovo tipo di negoziazione .

il sindacato nel neoliberismo

BOSIO, ANDREA
2010/2011

Abstract

In questo lavoro ho analizzato brevemente dal punto di vista storico la nascita dell'ideologia neoliberista che dalla fine degli anni '70 ha portato ad un evoluzione dei mercati globali e la crescente deregolamentazione che ha permesso la nascita di grandi colossi multinazionali favoriti dalla sempre maggiore globalizzazione . In questo contesto abbiamo visto come vi siano stati dei chiari segnali che ci hanno annunciato la crisi del sindacato , in difficoltà a stare al passo con il progresso del mercato del lavoro , segnali come la riduzione del numero di iscritti e la drastica diminuzione delle ore di sciopero in Europa sono chiari sintomi della crescente difficoltà ad organizzare i lavoratori in maniera compatta . Il sindacato in crisi ha gradualmente perso il proprio potere contrattuale e tutto ciò , come abbiamo visto anche grazie ai modelli di Hicks e di Nash ha portato al risultato che i dipendenti hanno sempre minori possibilità di riuscire ad impadronirsi di parti considerevoli dei profitti prodotti dall'impresa . E' venuta poi meno la capacità di poter minacciare concretamente azioni di sciopero e quindi la capacità di mantenere durante le trattative delle posizioni più solide in modo da soddisfare le richieste dei dipendenti .In questa situazione il sindacato ha visto stravolto il suo ruolo e in alcuni casi ha mutato il suo status di price setter - come illustrato nel modello del sindacato monopolista - e si è avvicinato sempre di più ad un soggetto price taker , nei confronti del quale la grande industria è riuscita negli anni a imporre anche il livello salariale oltre a quello occupazionale . Le prospettive future ci portano a pensare che in futuro vedremo un graduale abbandono della contrattazione collettiva a favore di un sempre maggior decentramento delle negoziazioni a livello di singola impresa , è possibile che vi saranno forti contraddizioni tra il tentativo di mantenere un coordinamento nazionale e questo nuovo tipo di negoziazione .
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