Objective: The first-line treatment of penile cancer (PCa) localized to the glans is based on organ-sparing approaches. Our aim is to report surgical and functional outcomes of two reconstructive techniques following glansectomy: urethralglanduloplasty and split thickness skin graft (STSG) reconstruction. Materials and Methods: A retrospective analysis was conducted from January 2013 to May 2022. The following were set as inclusion criteria: age <85 years at the time of surgery, a “de novo” malignancy, localized cancer of the glans (≤T2) with clinical or histologic confirmation. Overall 35 patients were enrolled (25 patients underwent urethralglanduloplasty and 10 patients underwent STSG). Complications, recurrence-free survival (RFS), cancer-specific survival (CSS) and overall survival (OS) were described. Functional (sexual and urinary) outcomes were explored administering validated questionnaires (IIEF and IPSS). Results: Median follow-up was 14 months (IQR: 12-36). Positive surgical margins were detected only in one patient underwent urethralglanduloplasty (2.9%). The operative time and the days of hospitalization resulted lower in the STSG group (p 0.001 and 0.01). Overall postoperative complications occurred in 17.1% of patients without significant differences in-between groups. No significant complications related to graft take were observed. Disease recurrence occurred in 28.6% of patients (9 cases out of 25 in urethralglanduloplasty group and 1 case out of 10 in STSG group) with a median elapsed time of 12 months (IQR 9-32). At 12 months, RFS was 82.9%, CSS 97.1% and OS 94.3% without statistically significant differences in between two groups. 16 patients (10 underwent urethralglanduloplasty and 6 underwent STSG) were inquired for functional outcomes. Basic characteristics (median age, IIEF and IPSS scores) resulted statistically different between groups with an advantage for urethralglanduloplasty one. Overall, STSG appeared to guarantee more satisfactory sexual and urinary functions when compared to urethralglanduloplasty group (p <0.050). Along with a statically significant negative impact of urethralglanduloplasty on patients’ quality of life and urination. Limitations of the study were the retrospectivity and the limited number of enrolled patients. Conclusions: Glansectomy, despite the reconstructive technique adopted, may guarantee satisfactory surgical and oncological outcomes. STSG reconstruction may give an advantage over urethralglanduloplasty in terms of functional outcomes.
Introduzione: Il trattamento di prima scelta del carcinoma del pene localizzato al glande è basato su approcci conservativi. L’obiettivo del nostro studio è quello di riportare gli esiti chirurgici e funzionali delle due tecniche ricostruttive del glande concomitanti alla glandulectomia: uretroglanduloplastica e ricostruzione con innesto cutaneo a spessore parziale (STSG). Materiali e Metodi: È stata condotta una indagine retrospettiva da Gennaio 2013 a Maggio 2022. Sono stati definiti come criteri di inclusione: età <85 anni al momento dell’intervento chirurgico, neoplasia maligna di nuova insorgenza, tumore localizzato al glande (≤T2) confermato mediante indagine clinica o istologica. Complessivamente, sono stati arruolati 35 pazienti (25 sottoposti a uretroglanduloplastica e 10 ad innesto STSG). Sono state descritte le complicanze e la sopravvivenza libera da recidiva (RFS), cancro-specifica (CSS) e complessiva (OS). Gli esiti funzionali (sessuali e minzionali) sono stati indagati tramite questionari validati (IIEF e IPSS). Risultati: Il tempo mediano di follow-up è stato di 14 mesi (IQR 12-36). È stata riscontrata la positività dei margini chirurgici in un solo paziente sottoposto a uretroglanduloplastica (2.9%). La durata dell’intervento chirurgico e il numero di giorni di degenza ospedaliera sono risultati inferiori nel gruppo sottoposto a innesto STSG (p 0.001 e 0.01). Le complicanze post-operatorie si sono verificate nel 17.1% dei pazienti senza differenze statisticamente significative tra i due gruppi di trattamento. Non si sono osservate complicanze rilevanti nell’attecchimento dell’innesto. La comparsa di una recidiva di malattia è stata registrata nel 28.6% dei pazienti (9 casi su 25 nell’uretroglanduloplastica e 1 caso su 10 nell’innesto STSG) con un tempo mediano intercorso di 12 mesi (IQR 9-32). A 12 mesi, la RFS è risultata complessivamente di 82.9%, la CSS di 97.1% e la OS di 94.3%, senza differenze statisticamente significative tra i due gruppi di trattamento. Gli esiti funzionali sono stati indagati in 16 pazienti (10 sottoposti a uretroglanduloplastica e 6 a innesto STSG). Dalle indagini emerge una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi di trattamento relativamente alle caratteristiche di base (età mediana, IIEF e IPSS score), in favore dell’uretroglanduloplastica. Complessivamente, la ricostruzione con innesto STSG sembra garantire esiti sessuali e minzionali più soddisfacenti rispetto all’uretroglanduloplastica (p <0.050). Dall’analisi statistica emerge, inoltre, un impatto negativo dell’uretroglanduloplastica sulla qualità di vita e della minzione del malato. A limitazione dello studio si evidenziano la retrospettività dello stesso e il ridotto numero di pazienti arruolati. Conclusioni: La glandulectomia, indipendentemente dalla tecnica ricostruttiva utilizzata, può garantire esiti chirurgici e oncologici soddisfacenti. La ricostruzione con innesto STSG può fornire un vantaggio rispetto all’uretroglanduloplastica relativamente agli esiti funzionali.
Risultati chirurgici e funzionali della glandulectomia con contestuale ricostruzione del glande nel tumore localizzato del pene
SCAVONE, MARTINA
2021/2022
Abstract
Introduzione: Il trattamento di prima scelta del carcinoma del pene localizzato al glande è basato su approcci conservativi. L’obiettivo del nostro studio è quello di riportare gli esiti chirurgici e funzionali delle due tecniche ricostruttive del glande concomitanti alla glandulectomia: uretroglanduloplastica e ricostruzione con innesto cutaneo a spessore parziale (STSG). Materiali e Metodi: È stata condotta una indagine retrospettiva da Gennaio 2013 a Maggio 2022. Sono stati definiti come criteri di inclusione: età <85 anni al momento dell’intervento chirurgico, neoplasia maligna di nuova insorgenza, tumore localizzato al glande (≤T2) confermato mediante indagine clinica o istologica. Complessivamente, sono stati arruolati 35 pazienti (25 sottoposti a uretroglanduloplastica e 10 ad innesto STSG). Sono state descritte le complicanze e la sopravvivenza libera da recidiva (RFS), cancro-specifica (CSS) e complessiva (OS). Gli esiti funzionali (sessuali e minzionali) sono stati indagati tramite questionari validati (IIEF e IPSS). Risultati: Il tempo mediano di follow-up è stato di 14 mesi (IQR 12-36). È stata riscontrata la positività dei margini chirurgici in un solo paziente sottoposto a uretroglanduloplastica (2.9%). La durata dell’intervento chirurgico e il numero di giorni di degenza ospedaliera sono risultati inferiori nel gruppo sottoposto a innesto STSG (p 0.001 e 0.01). Le complicanze post-operatorie si sono verificate nel 17.1% dei pazienti senza differenze statisticamente significative tra i due gruppi di trattamento. Non si sono osservate complicanze rilevanti nell’attecchimento dell’innesto. La comparsa di una recidiva di malattia è stata registrata nel 28.6% dei pazienti (9 casi su 25 nell’uretroglanduloplastica e 1 caso su 10 nell’innesto STSG) con un tempo mediano intercorso di 12 mesi (IQR 9-32). A 12 mesi, la RFS è risultata complessivamente di 82.9%, la CSS di 97.1% e la OS di 94.3%, senza differenze statisticamente significative tra i due gruppi di trattamento. Gli esiti funzionali sono stati indagati in 16 pazienti (10 sottoposti a uretroglanduloplastica e 6 a innesto STSG). Dalle indagini emerge una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi di trattamento relativamente alle caratteristiche di base (età mediana, IIEF e IPSS score), in favore dell’uretroglanduloplastica. Complessivamente, la ricostruzione con innesto STSG sembra garantire esiti sessuali e minzionali più soddisfacenti rispetto all’uretroglanduloplastica (p <0.050). Dall’analisi statistica emerge, inoltre, un impatto negativo dell’uretroglanduloplastica sulla qualità di vita e della minzione del malato. A limitazione dello studio si evidenziano la retrospettività dello stesso e il ridotto numero di pazienti arruolati. Conclusioni: La glandulectomia, indipendentemente dalla tecnica ricostruttiva utilizzata, può garantire esiti chirurgici e oncologici soddisfacenti. La ricostruzione con innesto STSG può fornire un vantaggio rispetto all’uretroglanduloplastica relativamente agli esiti funzionali.File | Dimensione | Formato | |
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