Il nostro lavoro, in linea con una visione dell'omosessualità quale naturale variante della personalità umana, presenta un duplice obiettivo. Il primo consiste nel fornire un contributo per comprendere alcuni fattori importanti per il benessere delle persone omosessuali: capire in maniera più approfondita gli effetti che la discriminazione quotidiana ha sulle persone omosessuali e transessuali. Infatti, nel momento in cui gli stereotipi e i pregiudizi su queste persone sono interiorizzati dalle stesse, si può approdare a un vissuto interiore di sofferenza dato dalla non accettazione di sé. Questo dolore diventa ostacolo per la costruzione di un progetto di vita vissuto in maniera serena e condivisibile all'esterno (Lingiardi, 2007). Il secondo obiettivo è cercare di capire se l'omofobia e la transfobia siano presenti all'interno delle associazioni scout. Essendo lo scoutismo non solo un movimento che interessa un numero elevato di ragazzi e giovani adulti, ma anche la maggior agenzia educativa immediatamente successiva a quella scolastica, riteniamo che sia importante capire se il pensiero e gli atteggiamenti omofobi e transfobici vengano trasmessi, alimentando il livello di omofobia e transfobia presente nella società odierna. Visto il materiale riportato sul tema (Chemerinsky, 2000; Hopkins, 1999; Koppelman, 2002; Knauer, 2001), constatiamo che lo scoutismo non è immune a fenomeni di discriminazione ed emarginazione nei confronti di persone omosessuali. Inoltre, prendendo in considerazione le informazioni ricavate dalla ricerca di DuRoss, Moscatello, O'Rourke e Pollock (2001), mettiamo in evidenza la possibilità che gli episodi di discriminazione nei confronti di persone omosessuali siano un numero superiore rispetto a quello riportato ufficialmente dagli organismi di stampa. Un ruolo fondamentale è giocato dalla vicinanza tra le associazioni scout e l'ambiente ecclesiastico. Infatti, la maggior parte delle vicende omofobe sono avvenute all'interno di associazioni dichiaratamente cattoliche, o in cui l'aspetto relativo alla fede è vissuto più dogmaticamente. Inoltre, prendiamo in considerazione la teoria delle sindromi psicosociali proposta da Di Chiara (1999) che può in parte completare il quadro della situazione. Le sindromi psicosociali sono tutti quei comportamenti collettivi generatori di disagi immediati o futuri evidenziabili o ragionevolmente prevedibili, senza che, per questo, cessino di avere luogo. Concludiamo il nostro lavoro con una proposta per arginare alle sindromi psicosociali che attanagliano la società moderna; soluzione che potrebbe essere adottata anche per limitare l'omofobia nello scoutismo. Sarebbero quattro gli strumenti utili: l'esperienza psicoanalitica del singolo, quella dei piccoli gruppi, l'analisi psicoanalitica degli ingredienti fondamentali dei gruppi umani e l'incontro interdisciplinare con altre scienze del comportamento umano nei versanti mentali, sociali, economici, politici e culturali. Ci piacerebbe, in futuro, poter collaborare con le associazioni scout presenti sul nostro territorio per cercare di mettere a punto progetti miranti a una maggiore e migliore conoscenza rispetto all'omosessualità e al transessualismo; conoscenza che potrebbe portare non soltanto alla piena accettazione di persone omosessuali e transessuali, ma anche a un sostegno e un aiuto consoni nel momento in cui si debbano affrontare problematiche di tal genere con ragazzi e giovani scout.

Alcuni approfondimenti teorici sull'omofobia

BALDI, LICIA
2009/2010

Abstract

Il nostro lavoro, in linea con una visione dell'omosessualità quale naturale variante della personalità umana, presenta un duplice obiettivo. Il primo consiste nel fornire un contributo per comprendere alcuni fattori importanti per il benessere delle persone omosessuali: capire in maniera più approfondita gli effetti che la discriminazione quotidiana ha sulle persone omosessuali e transessuali. Infatti, nel momento in cui gli stereotipi e i pregiudizi su queste persone sono interiorizzati dalle stesse, si può approdare a un vissuto interiore di sofferenza dato dalla non accettazione di sé. Questo dolore diventa ostacolo per la costruzione di un progetto di vita vissuto in maniera serena e condivisibile all'esterno (Lingiardi, 2007). Il secondo obiettivo è cercare di capire se l'omofobia e la transfobia siano presenti all'interno delle associazioni scout. Essendo lo scoutismo non solo un movimento che interessa un numero elevato di ragazzi e giovani adulti, ma anche la maggior agenzia educativa immediatamente successiva a quella scolastica, riteniamo che sia importante capire se il pensiero e gli atteggiamenti omofobi e transfobici vengano trasmessi, alimentando il livello di omofobia e transfobia presente nella società odierna. Visto il materiale riportato sul tema (Chemerinsky, 2000; Hopkins, 1999; Koppelman, 2002; Knauer, 2001), constatiamo che lo scoutismo non è immune a fenomeni di discriminazione ed emarginazione nei confronti di persone omosessuali. Inoltre, prendendo in considerazione le informazioni ricavate dalla ricerca di DuRoss, Moscatello, O'Rourke e Pollock (2001), mettiamo in evidenza la possibilità che gli episodi di discriminazione nei confronti di persone omosessuali siano un numero superiore rispetto a quello riportato ufficialmente dagli organismi di stampa. Un ruolo fondamentale è giocato dalla vicinanza tra le associazioni scout e l'ambiente ecclesiastico. Infatti, la maggior parte delle vicende omofobe sono avvenute all'interno di associazioni dichiaratamente cattoliche, o in cui l'aspetto relativo alla fede è vissuto più dogmaticamente. Inoltre, prendiamo in considerazione la teoria delle sindromi psicosociali proposta da Di Chiara (1999) che può in parte completare il quadro della situazione. Le sindromi psicosociali sono tutti quei comportamenti collettivi generatori di disagi immediati o futuri evidenziabili o ragionevolmente prevedibili, senza che, per questo, cessino di avere luogo. Concludiamo il nostro lavoro con una proposta per arginare alle sindromi psicosociali che attanagliano la società moderna; soluzione che potrebbe essere adottata anche per limitare l'omofobia nello scoutismo. Sarebbero quattro gli strumenti utili: l'esperienza psicoanalitica del singolo, quella dei piccoli gruppi, l'analisi psicoanalitica degli ingredienti fondamentali dei gruppi umani e l'incontro interdisciplinare con altre scienze del comportamento umano nei versanti mentali, sociali, economici, politici e culturali. Ci piacerebbe, in futuro, poter collaborare con le associazioni scout presenti sul nostro territorio per cercare di mettere a punto progetti miranti a una maggiore e migliore conoscenza rispetto all'omosessualità e al transessualismo; conoscenza che potrebbe portare non soltanto alla piena accettazione di persone omosessuali e transessuali, ma anche a un sostegno e un aiuto consoni nel momento in cui si debbano affrontare problematiche di tal genere con ragazzi e giovani scout.
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