Background: Fried and colleagues developed the definition of frailty in 2001, and since then, the number of tools that allow for its investigation has increased significantly. This has led to a widespread interest in the challenges presented by "frailty," but it has also increased clinical ambiguity regarding the use of various tools because there is still no universal definition of frailty. There are currently two very different conceptualizations of frailty: one is the Frailty Phenotype (FP) according to Fried, which describes fragility as a single-domain, mainly "physical" condition characterized by sarcopenia and slowness of movement; the other is the accumulation of deficit models (Frailty Index, FI, and Clinical Frailty Scale, CFS), which are validated by Rockwood and based on the accumulation of deficit (symptoms and signs of disease and disease burden, sensory deficits, cognitive impairment, functional limitations and social factors), very similar to the Multidimensional Prognostic Index (MPI) derived from the Comprehensive Geriatric Assessment (CGA). Objectives: The purpose of this study is to identify the prevalence of frailty evaluated using various tools - FP, FI, CFS, MPI - among patients admitted to the hospital ward care and hospitalization at home (HaH). It also aims to determine the level of agreement between the four different frailty scales used and the degree of severity of frailty recognized by these models. Methods: In this prospective observational monocentric cohort study, patients were recruited from two different care settings: acute ward and HaH. Biographical, socio-assistential and clinical data were collected and a geriatric multidimensional assessment was conducted. Frailty was defined according to four theoretical models: Fried’s FP, CFS, FI e MPI. Of these, prevalence was assessed by univariate analysis, with Chi Square and Fisher's exact test for categorical variables and Mann-Whitney test for continuous/orderly variables, and concordance by calculating Cohen's Kappa, to define the agreement between the four models. Findings: 113 patients have been recruited (84 in acute ward, 29 in HaH). According to all four models, the majority of them (71,9%) are frail, with slightly different prevalences among the various scales and with a higher prevalence and severity of frailty in HaH. From the concordance analyses, there was a statistically significant agreement (K=0.611) between CFS and FI, a statistically significant moderate agreement between MPI and FI (K=0.359), and between MPI and CFS (K=0.324). FP did not show a statistically significant agreement with any of the other scales analyzed. Conclusions: This study emphasizes the high prevalence and severity of frailty in acute ward or HaH patients, with fair agreement between scales that asses frailty as a multidimensional measure of elderly's health.
Background: Da quando la definizione di fragilità è stata elaborata da Fried e colleghi nel 2001 il numero di strumenti che permettono di indagarla è cresciuto in modo costante, portando a un diffuso interesse nei confronti della “fragilità” ma al contempo ha accresciuto la confusione clinica relativa all’impiego di strumenti diversi, senza che vi sia ancora una definizione univoca. Attualmente si possono definire due concettualizzazioni molto diverse della fragilità: da una parte quella del Fenotipo Fragile (FP) secondo Fried che identifica la fragilità come single-domain, fondamentalmente “fisica”, caratterizzata da sarcopenia e lentezza nei movimenti e dall’altra i modelli da accumulo di deficit (Frailty Index, FI, e Clinical Frailty Scale, CFS) validati da Rockwood e basati sull’accumulo di deficit (sintomi e segni di malattie e carico di patologie, deficit sensoriali, deficit cognitivo, limitazioni funzionali e fattori sociali), assai simili al Multidimensional Prognostic Index (MPI) derivato dalla valutazione multidimensionale geriatrica (VMG). Obiettivo: Questo studio si pone l’obiettivo di indagare la prevalenza della fragilità misurata con diversi strumenti – FP, FI, CFS e MPI - tra i pazienti ricoverati in reparto per acuti e in ospedalizzazione a domicilio (OAD); è stata inoltre indagata la concordanza tra le quattro scale di fragilità utilizzate ed il grado di accordo tra i livelli di gravità della fragilità riconosciuti dai diversi modelli. Metodi: In questo studio osservazionale prospettico monocentrico di coorte i pazienti sono stati reclutati in due diversi setting di cura: reparto per acuti e OAD. Sono state raccolte all’arruolamento variabili anagrafiche, socioassistenziali e cliniche ed è stata effettuata una valutazione multidimensionale geriatrica. La fragilità è stata definita secondo quattro modelli concettuali: FF di Fried, CFS, FI e MPI. Di queste è stata valutata la prevalenza tramite analisi univariata con test del Chi quadrato e di Fisher per le variabili categoriche e test di Mann-Whitney a campioni indipendenti per le variabili continue/ordinali e la concordanza calcolando la Kappa di Cohen, per definire il grado di accordo tra i quattro modelli. Risultati: Sono stati arruolati 113 pazienti (84 in reparto per acuti, 29 in OAD). La maggioranza di questi (71,9%) è risultata essere fragile secondo tutti e quattro i modelli, con prevalenze leggermente differenti tra le varie scale, e con una maggior prevalenza e severità della fragilità in OAD. Dalle analisi della concordanza è emerso un accordo statisticamente significativo (K=0,611) tra CFS e FI, una concordanza discreta statisticamente significativa tra l’ MPI e il FI (K = 0,359) e tra MPI e CFS (K = 0,324). Il FP non ha una concordanza statisticamente significativa con nessuna delle altre scale analizzate. Conclusioni: Questo studio dimostra un’elevata prevalenza e severità di fragilità in pazienti afferenti a cure ospedaliere in reparto o in OAD, con una buona concordanza tra le scale che valutano la fragilità come misura multidimensionale della salute dell’anziano.
Fragilità in pazienti anziani ricoverati in reparto per acuti e in ospedalizzazione a domicilio: prevalenza e concordanza di più strumenti basati su diversi modelli teorici
CHIESA, LUCA
2021/2022
Abstract
Background: Da quando la definizione di fragilità è stata elaborata da Fried e colleghi nel 2001 il numero di strumenti che permettono di indagarla è cresciuto in modo costante, portando a un diffuso interesse nei confronti della “fragilità” ma al contempo ha accresciuto la confusione clinica relativa all’impiego di strumenti diversi, senza che vi sia ancora una definizione univoca. Attualmente si possono definire due concettualizzazioni molto diverse della fragilità: da una parte quella del Fenotipo Fragile (FP) secondo Fried che identifica la fragilità come single-domain, fondamentalmente “fisica”, caratterizzata da sarcopenia e lentezza nei movimenti e dall’altra i modelli da accumulo di deficit (Frailty Index, FI, e Clinical Frailty Scale, CFS) validati da Rockwood e basati sull’accumulo di deficit (sintomi e segni di malattie e carico di patologie, deficit sensoriali, deficit cognitivo, limitazioni funzionali e fattori sociali), assai simili al Multidimensional Prognostic Index (MPI) derivato dalla valutazione multidimensionale geriatrica (VMG). Obiettivo: Questo studio si pone l’obiettivo di indagare la prevalenza della fragilità misurata con diversi strumenti – FP, FI, CFS e MPI - tra i pazienti ricoverati in reparto per acuti e in ospedalizzazione a domicilio (OAD); è stata inoltre indagata la concordanza tra le quattro scale di fragilità utilizzate ed il grado di accordo tra i livelli di gravità della fragilità riconosciuti dai diversi modelli. Metodi: In questo studio osservazionale prospettico monocentrico di coorte i pazienti sono stati reclutati in due diversi setting di cura: reparto per acuti e OAD. Sono state raccolte all’arruolamento variabili anagrafiche, socioassistenziali e cliniche ed è stata effettuata una valutazione multidimensionale geriatrica. La fragilità è stata definita secondo quattro modelli concettuali: FF di Fried, CFS, FI e MPI. Di queste è stata valutata la prevalenza tramite analisi univariata con test del Chi quadrato e di Fisher per le variabili categoriche e test di Mann-Whitney a campioni indipendenti per le variabili continue/ordinali e la concordanza calcolando la Kappa di Cohen, per definire il grado di accordo tra i quattro modelli. Risultati: Sono stati arruolati 113 pazienti (84 in reparto per acuti, 29 in OAD). La maggioranza di questi (71,9%) è risultata essere fragile secondo tutti e quattro i modelli, con prevalenze leggermente differenti tra le varie scale, e con una maggior prevalenza e severità della fragilità in OAD. Dalle analisi della concordanza è emerso un accordo statisticamente significativo (K=0,611) tra CFS e FI, una concordanza discreta statisticamente significativa tra l’ MPI e il FI (K = 0,359) e tra MPI e CFS (K = 0,324). Il FP non ha una concordanza statisticamente significativa con nessuna delle altre scale analizzate. Conclusioni: Questo studio dimostra un’elevata prevalenza e severità di fragilità in pazienti afferenti a cure ospedaliere in reparto o in OAD, con una buona concordanza tra le scale che valutano la fragilità come misura multidimensionale della salute dell’anziano.File | Dimensione | Formato | |
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