Nel corso del XIX secolo, una cultura per il bambino si sviluppò in tutta Europa, ponendolo al centro di attenzioni e considerandolo per la prima volta non più come un piccolo adulto, ma come un bambino. Un essere con delle proprie esigenze, appartenente ad un determinato gruppo sociale, diverso dal Mondo adulto, veniva riconosciuto come tale. L'intera società ottocentesca, dalla Germania all'Inghilterra alla Francia, si muoveva verso il bambino con tempi e forme diverse. L'assistenza verso quell'infanzia più povera, meno considerata, più abbandonata a se stessa, diventò anche in Italia un obiettivo da perseguire. In Lombardia, con le Sale di Infanzia di Ferrante Aporti, e successivamente in Piemonte, prima a Rivarolo grazie all'iniziativa di Maurizio Farina e poi a Torino con la Società degli Asili Infantili promossa da Carlo Boncompagni, l'assistenza all'infanzia cambiava in seguito all'intervento governtivo. Anche attarverso le immagini la profonda trasformazione che stava investendo la società contemporanea, in rapporto alla concezione e alla conspevolezza dei bisogni legati ai bambini, era evidente. Attraverso diversi registri, a partire dallo squilibrio che separava gli agi dei bambini della classe benestante dagli stenti della vita rurale in cui i figli dei contadini contribuivano senza risparmio al lavoro e alle cure domestiche,il mondo infantile di quegli anni veniva fedelmente rappresentato. Una fotografia di quello che dovevano essere le scuole di mutuo insegnamento la realizzò Giovanni Migliara con un'opera, ora al Museo del Risorgimento di Torino, documento visivo rappresentativo della realtà educativa degli anni Venti dell'ottocento a Milano. Anche le immagini dei manuali, distribuiti alle istitutrici degli asili, avevano lo scopo di mostrare l'importanza di un'educazione volta al mantenimento dell'ordine sociale e del rispetto verso le autorità. Sotto il regno di Carlo Alberto, l'attenzione verso i piccoli puntava ad educare all'ubbidienza e al rigore per preparare le nuove generazioni. La considerazione del bambino come tale non era quindi ancora svincolata dall'aspettativa di crescere dei buoni cittadini. Il passaggio dalla tradizionale concezione caritatevole all'assistenza pubblica dell'infanzia, assumeva così fondamentale importanza in preparazione agli eventi che di li a poco avrebbero reso l'Italia unita.

Gli asili infantili nel Piemonte risorgimentale: dal metodo aportiano alle influenze frobeliane.

PULEO, CHIARA GIOVANNA
2009/2010

Abstract

Nel corso del XIX secolo, una cultura per il bambino si sviluppò in tutta Europa, ponendolo al centro di attenzioni e considerandolo per la prima volta non più come un piccolo adulto, ma come un bambino. Un essere con delle proprie esigenze, appartenente ad un determinato gruppo sociale, diverso dal Mondo adulto, veniva riconosciuto come tale. L'intera società ottocentesca, dalla Germania all'Inghilterra alla Francia, si muoveva verso il bambino con tempi e forme diverse. L'assistenza verso quell'infanzia più povera, meno considerata, più abbandonata a se stessa, diventò anche in Italia un obiettivo da perseguire. In Lombardia, con le Sale di Infanzia di Ferrante Aporti, e successivamente in Piemonte, prima a Rivarolo grazie all'iniziativa di Maurizio Farina e poi a Torino con la Società degli Asili Infantili promossa da Carlo Boncompagni, l'assistenza all'infanzia cambiava in seguito all'intervento governtivo. Anche attarverso le immagini la profonda trasformazione che stava investendo la società contemporanea, in rapporto alla concezione e alla conspevolezza dei bisogni legati ai bambini, era evidente. Attraverso diversi registri, a partire dallo squilibrio che separava gli agi dei bambini della classe benestante dagli stenti della vita rurale in cui i figli dei contadini contribuivano senza risparmio al lavoro e alle cure domestiche,il mondo infantile di quegli anni veniva fedelmente rappresentato. Una fotografia di quello che dovevano essere le scuole di mutuo insegnamento la realizzò Giovanni Migliara con un'opera, ora al Museo del Risorgimento di Torino, documento visivo rappresentativo della realtà educativa degli anni Venti dell'ottocento a Milano. Anche le immagini dei manuali, distribuiti alle istitutrici degli asili, avevano lo scopo di mostrare l'importanza di un'educazione volta al mantenimento dell'ordine sociale e del rispetto verso le autorità. Sotto il regno di Carlo Alberto, l'attenzione verso i piccoli puntava ad educare all'ubbidienza e al rigore per preparare le nuove generazioni. La considerazione del bambino come tale non era quindi ancora svincolata dall'aspettativa di crescere dei buoni cittadini. Il passaggio dalla tradizionale concezione caritatevole all'assistenza pubblica dell'infanzia, assumeva così fondamentale importanza in preparazione agli eventi che di li a poco avrebbero reso l'Italia unita.
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