Questa tesi è rivolta all¿analisi e all¿interpretazione in chiave filosofico-teologica di un personaggio dantesco apparentemente privo di spessore, Marzia, legato inesorabilmente ad un altro personaggio, il marito Catone. Muovendo dall¿analisi dei testi originali in cui la coppia compare (nel Convivio e nella Commedia), si cercherà di proporre, attraverso un¿analisi testuale puntuale e minuziosa, una lettura allegorica della vicenda che lega Marzia e Catone; essa incarnerebbe l¿anima che ritorna a Dio con le proprie forze. Tale lettura è resa possibile dal fatto che c¿è una chiave storica che è possibile recuperare anche grazie all¿allegoria costruita dal poeta sui testi. La figura di Marzia acquista così lo spessore che le viene conferito dal testo del Convivio, in cui Dante sostiene l¿impossibilità da parte dell¿anima di ascendere da sola a Dio. Nella Commedia il poeta riassorbe gli insegnamenti del Convivio, pur rinnegandone la presunzione fondamentale e allora ispiratrice. Il Convivio costituisce perciò la matrice negativa della Commedia. Dante sembra aver sperimentato nella propria vicissitudine interiore la tragedia del primo uomo, Adamo: questo dramma proprio dell¿uomo secondo la più grande tradizione cristiana è di fatto presente in tutta la struttura del poema. Intento di questa tesi è di dare sostanza a tale allegoria, nel tentativo di fornire una spiegazione in termini globali ai meccanismi che investono il rapporto fra Dio e l¿uomo e alla possibilità di conoscenza per quest¿ultimo delle sostanze separate alla luce della dottrina averroista.
Marzia ovvero l'anima del filosofo
MANGO, SIMONETTA
2009/2010
Abstract
Questa tesi è rivolta all¿analisi e all¿interpretazione in chiave filosofico-teologica di un personaggio dantesco apparentemente privo di spessore, Marzia, legato inesorabilmente ad un altro personaggio, il marito Catone. Muovendo dall¿analisi dei testi originali in cui la coppia compare (nel Convivio e nella Commedia), si cercherà di proporre, attraverso un¿analisi testuale puntuale e minuziosa, una lettura allegorica della vicenda che lega Marzia e Catone; essa incarnerebbe l¿anima che ritorna a Dio con le proprie forze. Tale lettura è resa possibile dal fatto che c¿è una chiave storica che è possibile recuperare anche grazie all¿allegoria costruita dal poeta sui testi. La figura di Marzia acquista così lo spessore che le viene conferito dal testo del Convivio, in cui Dante sostiene l¿impossibilità da parte dell¿anima di ascendere da sola a Dio. Nella Commedia il poeta riassorbe gli insegnamenti del Convivio, pur rinnegandone la presunzione fondamentale e allora ispiratrice. Il Convivio costituisce perciò la matrice negativa della Commedia. Dante sembra aver sperimentato nella propria vicissitudine interiore la tragedia del primo uomo, Adamo: questo dramma proprio dell¿uomo secondo la più grande tradizione cristiana è di fatto presente in tutta la struttura del poema. Intento di questa tesi è di dare sostanza a tale allegoria, nel tentativo di fornire una spiegazione in termini globali ai meccanismi che investono il rapporto fra Dio e l¿uomo e alla possibilità di conoscenza per quest¿ultimo delle sostanze separate alla luce della dottrina averroista.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/17130