La tesi La Sofonisba tra Italia e Francia nel XVI secolo verte sull'analisi della Sofonisba di Gian Giorgio Trissino, composta nel 1514 e generalmente considerata la prima tragedia regolare della letteratura italiana, e sulla sua traduzione in Francia, effettuata a quattro mani da Mellin de Saint-Gelais e Jacques Amyot nel 1556. La Sofonisba si presenta interessante per il suo valore culturale, in quanto Trissino si propone di fornire il primo tentativo di tragedia classica conforme alle norme prescritte nella Poetica di Aristotele, che egli traduce ed interpreta nel 1549 nella Quinta divisione della poetica. In questo trattato egli espone i principi che ha adottato per la composizione della sua tragedia. L'opera di rinnovamento del letterato vicentino emerge ulteriormente tramite il confronto con il precedente letterario della Sofonisba di Galeotto del Carretto, composta nel 1502, poiché mette in evidenza l'evoluzione dalla forma della sacra rappresentazione a quella della tragedia classica: il dramma delcarrettiano presenta, infatti, delle caratteristiche ancora legate al teatro medievale. Il progetto culturale classicheggiante di Trissino prevede la fusione delle due grandi culture del mondo antico, la greca e la latina: egli sceglie, infatti un argomento romano, tratto da Tito Livio e contaminato parzialmente con Appiano di Alessandria, al quale applica lo schema tragico dei grandi drammi greci. Il letterato vicentino si fa portavoce di una proposta drammatica razionale e moderata, ispirata dagli ideali di equilibrio e proporzione della tradizione ellenistica. In Francia la Sofonisba assume lo stesso ruolo innovativo svolto in patria: la traduzione di Saint-Gelais ed Amyot offre il primo vero modello di tragedia classica. Nel territorio d'Oltralpe il dibattito sui generi letterari arriva in ritardo rispetto all'Italia e da subito si lega ai primi esiti letterari: le riflessioni poetiche sono considerate uno strumento per l'ideazione teatrale. La Sophonisba francese, pur rimanendo fedele al testo italiano, presenta delle caratteristiche che denotano un approccio critico da parte dei due traduttori. Saint-Gelais e Amyot si dividono il lavoro, ma adottano delle linee di traduzione comuni: essi operano una sintesi del testo trissiniano, riassumendo i lunghi monologhi ed eliminando tutte le espressioni superflue. Queste scelte sono dettate da una parte dalla volontà di portare alle estreme conseguenze l'applicazione dei principi aristotelici, dall'altra da fattori pratici, tra cui il breve tempo a disposizione per effettuare la traduzione e la presenza di attori non professionisti, che richiedono una semplificazione del testo originale. In questa versione tutta la tragedia assume un aspetto più austero e solenne.

La Sofonisba tra Italia e Francia nel XVI secolo

LA ROCCA, ELENA
2009/2010

Abstract

La tesi La Sofonisba tra Italia e Francia nel XVI secolo verte sull'analisi della Sofonisba di Gian Giorgio Trissino, composta nel 1514 e generalmente considerata la prima tragedia regolare della letteratura italiana, e sulla sua traduzione in Francia, effettuata a quattro mani da Mellin de Saint-Gelais e Jacques Amyot nel 1556. La Sofonisba si presenta interessante per il suo valore culturale, in quanto Trissino si propone di fornire il primo tentativo di tragedia classica conforme alle norme prescritte nella Poetica di Aristotele, che egli traduce ed interpreta nel 1549 nella Quinta divisione della poetica. In questo trattato egli espone i principi che ha adottato per la composizione della sua tragedia. L'opera di rinnovamento del letterato vicentino emerge ulteriormente tramite il confronto con il precedente letterario della Sofonisba di Galeotto del Carretto, composta nel 1502, poiché mette in evidenza l'evoluzione dalla forma della sacra rappresentazione a quella della tragedia classica: il dramma delcarrettiano presenta, infatti, delle caratteristiche ancora legate al teatro medievale. Il progetto culturale classicheggiante di Trissino prevede la fusione delle due grandi culture del mondo antico, la greca e la latina: egli sceglie, infatti un argomento romano, tratto da Tito Livio e contaminato parzialmente con Appiano di Alessandria, al quale applica lo schema tragico dei grandi drammi greci. Il letterato vicentino si fa portavoce di una proposta drammatica razionale e moderata, ispirata dagli ideali di equilibrio e proporzione della tradizione ellenistica. In Francia la Sofonisba assume lo stesso ruolo innovativo svolto in patria: la traduzione di Saint-Gelais ed Amyot offre il primo vero modello di tragedia classica. Nel territorio d'Oltralpe il dibattito sui generi letterari arriva in ritardo rispetto all'Italia e da subito si lega ai primi esiti letterari: le riflessioni poetiche sono considerate uno strumento per l'ideazione teatrale. La Sophonisba francese, pur rimanendo fedele al testo italiano, presenta delle caratteristiche che denotano un approccio critico da parte dei due traduttori. Saint-Gelais e Amyot si dividono il lavoro, ma adottano delle linee di traduzione comuni: essi operano una sintesi del testo trissiniano, riassumendo i lunghi monologhi ed eliminando tutte le espressioni superflue. Queste scelte sono dettate da una parte dalla volontà di portare alle estreme conseguenze l'applicazione dei principi aristotelici, dall'altra da fattori pratici, tra cui il breve tempo a disposizione per effettuare la traduzione e la presenza di attori non professionisti, che richiedono una semplificazione del testo originale. In questa versione tutta la tragedia assume un aspetto più austero e solenne.
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