Questa ricerca prende in esame due Calendari-Necrologi della cattedrale astigiana conservati presso l'Archivio Capitolare di Asti, uno tuttora inedito, l'altro pubblicato da Lodovico Vergano nel '39; tali manoscritti, da tempo oggetto di attenzione da parte degli storici, contengono annotazioni relative alle donazioni pro anima indirizzate al Capitolo cattedrale astese da parte di numerose famiglie astigiane. Il primo capitolo esamina la tematica del dono da differenti punti di vista, per consentire un approccio progressivo alle donazioni pro anima, primo nodo focale della trattazione. Dapprima si considera il dono da una prospettiva antropologica; in seguito si esamina lo sviluppo del dibattito sul dono nell'ambito della medievistica, con speciale attenzione agli studi riguardanti le donazioni ai monasteri. Da ultimo, si analizzano le donazioni agli enti ecclesiastici in quanto elementi costitutivi dell'interazione fra ¿aldiqua¿ ed ¿aldilà¿, cioè del legame fra differenti generazioni di un medesimo lignaggio. Nel secondo capitolo si procede alla descrizione delle diverse tipologie di fonti necrologiche esistenti, cui fanno seguito le schede codicologiche relative ai Calendari-Necrologi astigiani e la descrizione della schedatura operata sui manoscritti. Si indaga in primo luogo l'appartenenza dei donatori alla categoria dei laici o a quella degli ecclesiastici; si esaminano poi le tipologie dei beni donati, suddivise fra quelle in denaro, in beni immobili, in alimenti e in oggetti: ogni tipologia sarà analizzata singolarmente, in modo da delineare un prospetto dei rispettivi donatori, dando spazio a casi interessanti per entità o scopo delle donazioni. Verrà data una particolare attenzione ai lasciti di oggetti, alla tipologia dei beni, ai loro donatori e alla possibilità di un loro riconoscimento. Si esaminano poi i casi in cui lo scopo esplicito delle donazioni al Capitolo cattedrale era la partecipazione a lavori di edificazione o di ristrutturazione dell'edificio sacro e i diversi servizi liturgici che i benefattori richiedevano in cambio dei propri lasciti.Poiché nei due manoscritti è attestato un alto numero di famiglie, presenti con un numero assai variabile di esponenti, trova posto al termine del capitolo un prospetto riassuntivo di tutti i lignaggi registrati nei Calendari-Necrologi, cui segue un commento in cui vengono messi in luce aspetti quantitativi e qualitativi, che permettono di comprendere la connessione fra lasciti e memoria di lignaggio: l'obiettivo di questa indagine, infatti, è quello di appurare se esista una relazione tra le donazioni pro anima indirizzate al Capitolo cattedrale astese da parte dei lignaggi astigiani e la costruzione della loro memoria familiare. Nel terzo ed ultimo capitolo, infine, ci si concentra in modo particolare sul tema della memoria familiare: sono quindi oggetto di analisi le cosiddette famiglie astigiane ¿illustri¿, che rientrano tutte in quella categoria di mercanti specializzata nell'attività feneratizia che le fonti straniere definiscono ¿Lombardi¿. Si pone poi l'attenzione sui lignaggi che ricorrono con maggiore frequenza all'interno dei Calendari-Necrologi e, da ultimo, si esamina un mezzo differente, ma complementare rispetto alla commemorazione liturgica, utilizzato dai casati astigiani per la costruzione della propria memoria familiare, ovvero l'inumazione dei propri esponenti all'interno di monumenti di famiglia posti in cattedrale o nelle sue immediate vicinanze.

Donazioni pro anima e memoria familiare. Due Calendari-Necrologi della cattedrale di Asti.

ROBERT, GIULIA
2009/2010

Abstract

Questa ricerca prende in esame due Calendari-Necrologi della cattedrale astigiana conservati presso l'Archivio Capitolare di Asti, uno tuttora inedito, l'altro pubblicato da Lodovico Vergano nel '39; tali manoscritti, da tempo oggetto di attenzione da parte degli storici, contengono annotazioni relative alle donazioni pro anima indirizzate al Capitolo cattedrale astese da parte di numerose famiglie astigiane. Il primo capitolo esamina la tematica del dono da differenti punti di vista, per consentire un approccio progressivo alle donazioni pro anima, primo nodo focale della trattazione. Dapprima si considera il dono da una prospettiva antropologica; in seguito si esamina lo sviluppo del dibattito sul dono nell'ambito della medievistica, con speciale attenzione agli studi riguardanti le donazioni ai monasteri. Da ultimo, si analizzano le donazioni agli enti ecclesiastici in quanto elementi costitutivi dell'interazione fra ¿aldiqua¿ ed ¿aldilà¿, cioè del legame fra differenti generazioni di un medesimo lignaggio. Nel secondo capitolo si procede alla descrizione delle diverse tipologie di fonti necrologiche esistenti, cui fanno seguito le schede codicologiche relative ai Calendari-Necrologi astigiani e la descrizione della schedatura operata sui manoscritti. Si indaga in primo luogo l'appartenenza dei donatori alla categoria dei laici o a quella degli ecclesiastici; si esaminano poi le tipologie dei beni donati, suddivise fra quelle in denaro, in beni immobili, in alimenti e in oggetti: ogni tipologia sarà analizzata singolarmente, in modo da delineare un prospetto dei rispettivi donatori, dando spazio a casi interessanti per entità o scopo delle donazioni. Verrà data una particolare attenzione ai lasciti di oggetti, alla tipologia dei beni, ai loro donatori e alla possibilità di un loro riconoscimento. Si esaminano poi i casi in cui lo scopo esplicito delle donazioni al Capitolo cattedrale era la partecipazione a lavori di edificazione o di ristrutturazione dell'edificio sacro e i diversi servizi liturgici che i benefattori richiedevano in cambio dei propri lasciti.Poiché nei due manoscritti è attestato un alto numero di famiglie, presenti con un numero assai variabile di esponenti, trova posto al termine del capitolo un prospetto riassuntivo di tutti i lignaggi registrati nei Calendari-Necrologi, cui segue un commento in cui vengono messi in luce aspetti quantitativi e qualitativi, che permettono di comprendere la connessione fra lasciti e memoria di lignaggio: l'obiettivo di questa indagine, infatti, è quello di appurare se esista una relazione tra le donazioni pro anima indirizzate al Capitolo cattedrale astese da parte dei lignaggi astigiani e la costruzione della loro memoria familiare. Nel terzo ed ultimo capitolo, infine, ci si concentra in modo particolare sul tema della memoria familiare: sono quindi oggetto di analisi le cosiddette famiglie astigiane ¿illustri¿, che rientrano tutte in quella categoria di mercanti specializzata nell'attività feneratizia che le fonti straniere definiscono ¿Lombardi¿. Si pone poi l'attenzione sui lignaggi che ricorrono con maggiore frequenza all'interno dei Calendari-Necrologi e, da ultimo, si esamina un mezzo differente, ma complementare rispetto alla commemorazione liturgica, utilizzato dai casati astigiani per la costruzione della propria memoria familiare, ovvero l'inumazione dei propri esponenti all'interno di monumenti di famiglia posti in cattedrale o nelle sue immediate vicinanze.
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