Con l'attuale crisi economica e la crescita dell'impresa moderna la corporate governance non è piu' solo un concetto a cui aspirare, ma un elemento necessario per la buona riuscita degli obbiettivi aziendali. Di difficile interpretazione, data la vasta gamma di normative, codici, interventi istituzionali e auto-disciplinatori nonché la difficoltà del rapporto che lega i managers agli azionisti e la mancanza di controlli effettivi ai vertici d'impresa, il corporate governance si è evoluto nel tempo insieme allo sviluppo dell'impresa moderna e alla globalizzazione dei mercati. L'espansione ha portato i proprietari delle piccole imprese a crescere e delegare funzioni a dei manager, creando cosi' un problema d'agenzia che ha determinato una netta separazione tra proprietà e controllo. I managers hanno cosi' cominciato a perseguire obbiettivi personali, data la mancanza di attaccamento e relazione con i proprietari, che sono stati costretti, con l'espandersi dell'impresa, a lasciare subentrare investitori esterni e banchieri all'interno dei consigli di amministrazione. E' venuto ad accentuarsi il problema del controllo degli amministratori, che, anche se nelle mani di società esperte del controllo contabile, hanno fallito, mescolandosi all'interno dell'organizzazione economica perdendo il loro status di outsiders indipendenti ed obbiettivi. Il corporate governance in tutto il mondo ha subito scandali, visto scalate, frodi, abusi e falsi in bilancio, che hanno condotto i legislatori ad adottare codici volti a tappare solchi troppo profondi per essere ricuciti con normative tecniche mancanti in sostanza. Scandali gravissimi, come il Crack Parmalat e il fallimento Enron, hanno portato alla luce l'eccessiva libertà data agli amministratori e la mancanza di un controllo necessario per garantire l'efficienza societaria. Gli stakeholders desiderosi di diversi output e risultati dall'impresa spesso cessano di interessarsi alle necessità di altri stakeholder groups, rendendo la buona riuscita d'impresa colma di ostacoli. Il conflitto di interessi, il controllo assente, i manager incentivati da obbiettivi spesso contrastanti o divergenti dagli obbiettivi sociali: la sfida del Corporate Governance post-scandali e nel corso di una crisi economica in due paesi cosi' giuridicamente e societariamente diversi ma obbligati ad affrontare gli stessi problemi giuridico- economici: Italia e Stati Uniti.
Modelli di Corporate Governance in Italia e negli Stati Uniti: un confronto
PROVENZANO, FIORENZA
2009/2010
Abstract
Con l'attuale crisi economica e la crescita dell'impresa moderna la corporate governance non è piu' solo un concetto a cui aspirare, ma un elemento necessario per la buona riuscita degli obbiettivi aziendali. Di difficile interpretazione, data la vasta gamma di normative, codici, interventi istituzionali e auto-disciplinatori nonché la difficoltà del rapporto che lega i managers agli azionisti e la mancanza di controlli effettivi ai vertici d'impresa, il corporate governance si è evoluto nel tempo insieme allo sviluppo dell'impresa moderna e alla globalizzazione dei mercati. L'espansione ha portato i proprietari delle piccole imprese a crescere e delegare funzioni a dei manager, creando cosi' un problema d'agenzia che ha determinato una netta separazione tra proprietà e controllo. I managers hanno cosi' cominciato a perseguire obbiettivi personali, data la mancanza di attaccamento e relazione con i proprietari, che sono stati costretti, con l'espandersi dell'impresa, a lasciare subentrare investitori esterni e banchieri all'interno dei consigli di amministrazione. E' venuto ad accentuarsi il problema del controllo degli amministratori, che, anche se nelle mani di società esperte del controllo contabile, hanno fallito, mescolandosi all'interno dell'organizzazione economica perdendo il loro status di outsiders indipendenti ed obbiettivi. Il corporate governance in tutto il mondo ha subito scandali, visto scalate, frodi, abusi e falsi in bilancio, che hanno condotto i legislatori ad adottare codici volti a tappare solchi troppo profondi per essere ricuciti con normative tecniche mancanti in sostanza. Scandali gravissimi, come il Crack Parmalat e il fallimento Enron, hanno portato alla luce l'eccessiva libertà data agli amministratori e la mancanza di un controllo necessario per garantire l'efficienza societaria. Gli stakeholders desiderosi di diversi output e risultati dall'impresa spesso cessano di interessarsi alle necessità di altri stakeholder groups, rendendo la buona riuscita d'impresa colma di ostacoli. Il conflitto di interessi, il controllo assente, i manager incentivati da obbiettivi spesso contrastanti o divergenti dagli obbiettivi sociali: la sfida del Corporate Governance post-scandali e nel corso di una crisi economica in due paesi cosi' giuridicamente e societariamente diversi ma obbligati ad affrontare gli stessi problemi giuridico- economici: Italia e Stati Uniti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/17044