Study design: narrative review. Objectives: search for the best evidence to support visual training in the literature in order to propose the integration of a visual-motor component to the traditional neuromuscular rehabilitation resulting from ligament injury (ACL and ligaments of the ankle joint) in volleyball. Background: vision plays a fundamental role in sport, which is why in recent years many athletes have turned to visual training programs in order to improve their athletic performance. Sport Vision, or visual-motor training, is based on the conception that sports practice associated with challenging visual-perceptual, cognitive or oculomotor tasks can improve the ability to process and respond to external stimuli. The rationale behind this approach is the mechanism of neuroplasticity, i.e. the reorganization of the nervous circuits in functional and structural terms which constitutes the property underlying the processes of learning and memory and which is exploited during training to get the expected results. This intrinsic property of the nervous system can be used to cope with the adaptive mechanisms that take place following a ligament injury, in particular the increase in dependence on visual feedback and on cortical motor planning processes. The same post-traumatic adaptations described can also be found before the injury in subjects with some reduced visual abilities, such as reaction time and visual processing speed. In this regard, some tools from visual training have been suggested that can be integrated with traditional rehabilitation and prevention interventions of musculoskeletal pathology. Materials and methods: a search was conducted by consulting the main databases (PubMed, PEDro, Cochrane, Google Scholar) and the studies that represent the greatest scientific evidence were analyzed. The title of the article had to contain at least one keyword among those used. The only filter used in the search was the one relating to the publication date (2010 - 2020). To facilitate the understanding of the current panorama on the approaches of Sport Vision, the review by Appelbaum and Erickson (61) was consulted, it highlights the existing research on this topic, in particular it reports the scientific studies that analyze the strengths and limits of these approaches and the instrumentation used. Results: there are numerous studies that have highlighted the effectiveness of visual training following a training period and that have found improvements in specific visual skills and in sports performance in general. However, a heterogeneity was found in the methodology used by the various studies and a lack of high quality evidence, in particular the randomized and controlled clinical trials represent the exception rather than the rule. Finally, there is not enough evidence to recommend one method over another. Conclusions: due to the lack of studies of adequate quality and the heterogeneity in the methodology of applying the different visual-motor approaches found in the literature, before providing precise clinical recommendations, searches with an adequate level of evidence should be increased. In particular, future studies should focus on the potential association between different visual processing skills and sensorimotor neuronal integration with the risk of musculoskeletal injury. In addition, more studies that investigate modification of visual feedback or visual-motor additions to neuromuscular training in relation to injury prevention should be conducted. However, the integration of interventions that aim at increasing visual abilities to traditional neuromuscular re-education can provide an immediate and valid contribution to the current rehabilitation and injury prevention methods. Therefore this paper provides an opportunity to develop new research paths to optimize rehabilitation interventions in musculoskeletal pathology.

Disegno dello studio: revisione narrativa della letteratura.Obiettivo: ricercare le migliori evidenze a supporto dell’allenamento visivo presenti in letteratura al fine di proporre l'integrazione di una componente visuo-motoria alla tradizionale riabilitazione neuromuscolare conseguente a lesione legamentosa nella pallavolo.Background:lo Sport Vision, o allenamento visuo-motorio, si basa sulla concezione che la pratica sportiva associata ad impegnativi compiti visuo-percettivi, cognitivi o oculomotori può migliorare la capacità di elaborare e di rispondere agli stimoli esterni. Il razionale che si cela dietro l’impiego di questo approccio è il meccanismo della neuroplasticità,ovvero la riorganizzazione dei circuiti nervosi che costituisce la proprietà alla base dei processi di apprendimento e memoria e che dunque viene sfruttata durante l’allenamento per ottenere i risultati attesi. Questa proprietà intrinseca del sistema nervoso può essere impiegata per far fronte ai meccanismi adattativi che si verificano a seguito di una lesione legamentosa,in particolare l’aumento della dipendenza dal feedback visivo e dai processi corticali di pianificazione motoria. Gli stessi adattamenti post-traumatici descritti si possono ritrovare anche prima della lesione nei soggetti che presentano alcune abilità visive ridotte,come il tempo di reazione e la velocità di elaborazione visiva. A tal proposito sono stati suggeriti alcuni strumenti provenienti dall’allenamento visivo che possono essere integrati ai tradizionali interventi riabilitativi e di prevenzione della patologia muscoloscheletrica.Materiali e metodi: è stata condotta una ricerca consultando le principali banche dati (PubMed,PEDro,Cochrane,Google Scholar) e sono stati analizzati gli studi che rappresentavano le maggiori evidenze scientifiche. Il titolo dell’articolo doveva contenere almeno una parola chiave tra quelle utilizzate.L’unico filtro utilizzato nella ricerca è stato quello relativo alla data di pubblicazione (2010 – 2020). Per favorire la comprensione dell’attuale panorama sugli approcci dello Sport Vision è stata consultata la revisione di Appelbaum e Erickson (61) che evidenzia la ricerca esistente su questo tema, in particolare riporta gli studi scientifici che analizzano i punti di forza e i limiti di questi approcci e della strumentazione utilizzata.Risultati:numerosi studi evidenziano l’efficacia dell’allenamento visivo in seguito ad un periodo di formazione e riscontrano miglioramenti in specifiche abilità visive e sportive. Tuttavia è stata riscontrata un’eterogeneità nella metodologia impiegata dai diversi studi ed una carenza di evidenze di elevata qualità. Infine non sono presenti prove sufficienti per raccomandare un metodo piuttosto che un altro.Conclusioni: tenuto conto della carenza di studi di adeguata qualità e dell’eterogeneità nella metodologia di applicazione dei diversi approcci visuo-motori presenti in letteratura, prima di fornire raccomandazioni cliniche precise, dovrebbero essere incrementati le ricerche con un adeguato livello di evidenza. In particolare gli studi futuri dovrebbero rivolgere la propria attenzione sulla potenziale associazione tra le diverse capacità di elaborazione visiva e l'integrazione neuronale sensomotoria con il rischio di lesioni muscoloscheletriche.Inoltre dovrebbero essere condotti maggiori studi che analizzino la modifica del feedback visivo o le aggiunte visuo-motorie all'allenamento neuromuscolare in relazione alla prevenzione delle lesioni. Tuttavia, l’integrazione di interventi che mirano all’incremento delle abilità visive alla tradizionale rieducazione neuromuscolare può fornire un contributo immediato valido all’attuale riabilitazione e ai metodi di prevenzione degli infortuni.Il presente elaborato fornisce pertanto un'opportunità per sviluppare nuovi percorsi di ricerca per ottimizzare gli interventi riabilitativi nella patologia muscoloscheletrica.

Sport vision: implicazioni riabilitative dell'allenamento visuo-motorio nella pallavolo

GUERRA, ELISA
2019/2020

Abstract

Disegno dello studio: revisione narrativa della letteratura.Obiettivo: ricercare le migliori evidenze a supporto dell’allenamento visivo presenti in letteratura al fine di proporre l'integrazione di una componente visuo-motoria alla tradizionale riabilitazione neuromuscolare conseguente a lesione legamentosa nella pallavolo.Background:lo Sport Vision, o allenamento visuo-motorio, si basa sulla concezione che la pratica sportiva associata ad impegnativi compiti visuo-percettivi, cognitivi o oculomotori può migliorare la capacità di elaborare e di rispondere agli stimoli esterni. Il razionale che si cela dietro l’impiego di questo approccio è il meccanismo della neuroplasticità,ovvero la riorganizzazione dei circuiti nervosi che costituisce la proprietà alla base dei processi di apprendimento e memoria e che dunque viene sfruttata durante l’allenamento per ottenere i risultati attesi. Questa proprietà intrinseca del sistema nervoso può essere impiegata per far fronte ai meccanismi adattativi che si verificano a seguito di una lesione legamentosa,in particolare l’aumento della dipendenza dal feedback visivo e dai processi corticali di pianificazione motoria. Gli stessi adattamenti post-traumatici descritti si possono ritrovare anche prima della lesione nei soggetti che presentano alcune abilità visive ridotte,come il tempo di reazione e la velocità di elaborazione visiva. A tal proposito sono stati suggeriti alcuni strumenti provenienti dall’allenamento visivo che possono essere integrati ai tradizionali interventi riabilitativi e di prevenzione della patologia muscoloscheletrica.Materiali e metodi: è stata condotta una ricerca consultando le principali banche dati (PubMed,PEDro,Cochrane,Google Scholar) e sono stati analizzati gli studi che rappresentavano le maggiori evidenze scientifiche. Il titolo dell’articolo doveva contenere almeno una parola chiave tra quelle utilizzate.L’unico filtro utilizzato nella ricerca è stato quello relativo alla data di pubblicazione (2010 – 2020). Per favorire la comprensione dell’attuale panorama sugli approcci dello Sport Vision è stata consultata la revisione di Appelbaum e Erickson (61) che evidenzia la ricerca esistente su questo tema, in particolare riporta gli studi scientifici che analizzano i punti di forza e i limiti di questi approcci e della strumentazione utilizzata.Risultati:numerosi studi evidenziano l’efficacia dell’allenamento visivo in seguito ad un periodo di formazione e riscontrano miglioramenti in specifiche abilità visive e sportive. Tuttavia è stata riscontrata un’eterogeneità nella metodologia impiegata dai diversi studi ed una carenza di evidenze di elevata qualità. Infine non sono presenti prove sufficienti per raccomandare un metodo piuttosto che un altro.Conclusioni: tenuto conto della carenza di studi di adeguata qualità e dell’eterogeneità nella metodologia di applicazione dei diversi approcci visuo-motori presenti in letteratura, prima di fornire raccomandazioni cliniche precise, dovrebbero essere incrementati le ricerche con un adeguato livello di evidenza. In particolare gli studi futuri dovrebbero rivolgere la propria attenzione sulla potenziale associazione tra le diverse capacità di elaborazione visiva e l'integrazione neuronale sensomotoria con il rischio di lesioni muscoloscheletriche.Inoltre dovrebbero essere condotti maggiori studi che analizzino la modifica del feedback visivo o le aggiunte visuo-motorie all'allenamento neuromuscolare in relazione alla prevenzione delle lesioni. Tuttavia, l’integrazione di interventi che mirano all’incremento delle abilità visive alla tradizionale rieducazione neuromuscolare può fornire un contributo immediato valido all’attuale riabilitazione e ai metodi di prevenzione degli infortuni.Il presente elaborato fornisce pertanto un'opportunità per sviluppare nuovi percorsi di ricerca per ottimizzare gli interventi riabilitativi nella patologia muscoloscheletrica.
Sport vision: rehabilitative implications of visual-motor training in volleyball
Study design: narrative review. Objectives: search for the best evidence to support visual training in the literature in order to propose the integration of a visual-motor component to the traditional neuromuscular rehabilitation resulting from ligament injury (ACL and ligaments of the ankle joint) in volleyball. Background: vision plays a fundamental role in sport, which is why in recent years many athletes have turned to visual training programs in order to improve their athletic performance. Sport Vision, or visual-motor training, is based on the conception that sports practice associated with challenging visual-perceptual, cognitive or oculomotor tasks can improve the ability to process and respond to external stimuli. The rationale behind this approach is the mechanism of neuroplasticity, i.e. the reorganization of the nervous circuits in functional and structural terms which constitutes the property underlying the processes of learning and memory and which is exploited during training to get the expected results. This intrinsic property of the nervous system can be used to cope with the adaptive mechanisms that take place following a ligament injury, in particular the increase in dependence on visual feedback and on cortical motor planning processes. The same post-traumatic adaptations described can also be found before the injury in subjects with some reduced visual abilities, such as reaction time and visual processing speed. In this regard, some tools from visual training have been suggested that can be integrated with traditional rehabilitation and prevention interventions of musculoskeletal pathology. Materials and methods: a search was conducted by consulting the main databases (PubMed, PEDro, Cochrane, Google Scholar) and the studies that represent the greatest scientific evidence were analyzed. The title of the article had to contain at least one keyword among those used. The only filter used in the search was the one relating to the publication date (2010 - 2020). To facilitate the understanding of the current panorama on the approaches of Sport Vision, the review by Appelbaum and Erickson (61) was consulted, it highlights the existing research on this topic, in particular it reports the scientific studies that analyze the strengths and limits of these approaches and the instrumentation used. Results: there are numerous studies that have highlighted the effectiveness of visual training following a training period and that have found improvements in specific visual skills and in sports performance in general. However, a heterogeneity was found in the methodology used by the various studies and a lack of high quality evidence, in particular the randomized and controlled clinical trials represent the exception rather than the rule. Finally, there is not enough evidence to recommend one method over another. Conclusions: due to the lack of studies of adequate quality and the heterogeneity in the methodology of applying the different visual-motor approaches found in the literature, before providing precise clinical recommendations, searches with an adequate level of evidence should be increased. In particular, future studies should focus on the potential association between different visual processing skills and sensorimotor neuronal integration with the risk of musculoskeletal injury. In addition, more studies that investigate modification of visual feedback or visual-motor additions to neuromuscular training in relation to injury prevention should be conducted. However, the integration of interventions that aim at increasing visual abilities to traditional neuromuscular re-education can provide an immediate and valid contribution to the current rehabilitation and injury prevention methods. Therefore this paper provides an opportunity to develop new research paths to optimize rehabilitation interventions in musculoskeletal pathology.
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