Social and cultural developments have triggered several changes in health care, including the humanization of care, which has enabled a therapeutic approach based on the person and on all his dimensions and no longer exclusively on the healing of the disease. The increasingly evident need of oncological patients to try positive experiences in the path of care, has led to the birth of several research in the field of effective communication in oncology. The communication has been identified as the therapeutic instrument able to positively influence the relationship between the healthcare operator-patient, based on mutual trust and empathy. Moreover, the therapeutic relationship promotes the adherence of patients to treatments and their well-being by reducing their distress, thus recognizing a further relevance of communication in this area. The person best suited to the role of communicator is the nurse, that is, the person in charge of care, the person who knows the patient, listens to him, supports him, and identifies his needs and bases his work on the therapeutic relationship. However, several difficulties in providing adequate communication have been highlighted: the main barriers identified by nurses relate to personal implications, limited ability to disclose information, lack of training and limited multiprofessional collaboration. Therefore, scientific evidence is needed to recognize the role of the nurse and his skills at the time of taking charge and the dissemination of "bad news" to the patient, through training programs, moments of debriefing with the team, increasing the collaboration between the different professional figures. However, several difficulties in providing adequate communication have been highlighted: the main barriers identified by nurses relate to personal implications, limited ability to disclose information, lack of training and limited multiprofessional collaboration. Therefore, scientific evidence is needed to recognize the role of the nurse and his skills at the time of taking charge and the disclosure of "bad news" to the patient, through training programs, moments of debriefing with the team, increasing the collaboration between the different professional figures.
L'evoluzione socioculturale ha innescato una serie di cambiamenti nell'ambito sanitario, tra cui l'umanizzazione delle cure, che ha permesso di attuare un approccio terapeutico improntato sulla persona e su tutte le sue dimensioni e non più esclusivamente sulla guarigione della malattia. L’esigenza sempre più evidente da parte dei pazienti oncologici di provare esperienze positive nel percorso di cura ha portato alla nascita di diverse ricerche nell'ambito della comunicazione efficace in oncologia. La comunicazione è stata identificata come lo strumento terapeutico in grado di influenzare positivamente la relazione operatore sanitario-paziente, basata sulla fiducia reciproca e sull'empatia. Inoltre, la relazione terapeutica favorisce l'aderenza dei pazienti ai trattamenti e il loro benessere riducendone il distress, riconoscendo così un'ulteriore rilevanza della comunicazione in questo ambito. La figura che meglio si adatta a ricoprire il ruolo di comunicatore è l'infermiere, cioè il responsabile dell'assistenza, colui che conosce il paziente, lo ascolta, lo sostiene e identifica i suoi bisogni e basa sulla relazione terapeutica il suo operato. Sono state, però, messe in risalto diverse difficoltà nel fornire un'adeguata comunicazione: le principali barriere individuate dagli infermieri riguardano le implicazioni personali, scarse abilità nella divulgazione di informazioni, mancanza di formazione e limitata collaborazione multiprofessionale. Pertanto, sono necessarie evidenze scientifiche volte al riconoscimento del ruolo dell'infermiere e delle sue competenze al momento della presa in carico e della divulgazione di "bad news" al paziente, attraverso programmi formativi, momenti di debriefing con l'equipe, incrementando la collaborazione tra le diverse figure professionali.
La comunicazione come punto di forza per la presa in carico del paziente oncologico
PERRONE, MARIA CHIARA
2019/2020
Abstract
L'evoluzione socioculturale ha innescato una serie di cambiamenti nell'ambito sanitario, tra cui l'umanizzazione delle cure, che ha permesso di attuare un approccio terapeutico improntato sulla persona e su tutte le sue dimensioni e non più esclusivamente sulla guarigione della malattia. L’esigenza sempre più evidente da parte dei pazienti oncologici di provare esperienze positive nel percorso di cura ha portato alla nascita di diverse ricerche nell'ambito della comunicazione efficace in oncologia. La comunicazione è stata identificata come lo strumento terapeutico in grado di influenzare positivamente la relazione operatore sanitario-paziente, basata sulla fiducia reciproca e sull'empatia. Inoltre, la relazione terapeutica favorisce l'aderenza dei pazienti ai trattamenti e il loro benessere riducendone il distress, riconoscendo così un'ulteriore rilevanza della comunicazione in questo ambito. La figura che meglio si adatta a ricoprire il ruolo di comunicatore è l'infermiere, cioè il responsabile dell'assistenza, colui che conosce il paziente, lo ascolta, lo sostiene e identifica i suoi bisogni e basa sulla relazione terapeutica il suo operato. Sono state, però, messe in risalto diverse difficoltà nel fornire un'adeguata comunicazione: le principali barriere individuate dagli infermieri riguardano le implicazioni personali, scarse abilità nella divulgazione di informazioni, mancanza di formazione e limitata collaborazione multiprofessionale. Pertanto, sono necessarie evidenze scientifiche volte al riconoscimento del ruolo dell'infermiere e delle sue competenze al momento della presa in carico e della divulgazione di "bad news" al paziente, attraverso programmi formativi, momenti di debriefing con l'equipe, incrementando la collaborazione tra le diverse figure professionali.File | Dimensione | Formato | |
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