INTRODUCTION Eradication of HCV infection using direct-acting antiviral agents (DAAs) reduces but does not eliminate the risk of hepatocellular carcinoma (HCC) in patients with advanced chronic liver disease. This risk appears to persist for many years. Therefore, all patients with liver fibrosis F3-F4 cured of hepatitis C virus infection should undergo semiannual ultrasound surveillance to allow early diagnosis of neoplastic transformation and subsequently propose curative treatments, among which liver transplantation plays a fundamental role. Despite the undeniable benefit of early diagnosis and increasingly effective therapies, there is still limited data available on the outcomes of these patients. This study aims to primarily establish the survival rate (overall and disease-free) of a cohort of patients with advanced liver fibrosis cured of HCV infection through DAA who developed HCC during follow-up. The secondary purpose is to identify predictive factors of mortality, disease recurrence, and failure to respond to curative treatments. MATERIALS AND METHODS Patients with chronic hepatitis F3-F4 treated and cured with DAA at the Hepatitis C Clinic of Molinette were considered from January 1st, 2015, to December 31st, 2019. These patients were consecutively followed prospectively until September 30th, 2023. Of the 995 patients treated and cured with DAA, 66 patients (6.5%) who developed HCC during follow-up were invited to participate in this study. Each patient was followed prospectively, and clinical outcomes (recovery, any therapeutic failure or recurrence, death) were evaluated. Patients undergoing liver transplantation were followed even after the procedure. At the end of the study, all anthropometric, clinical, biochemical, virological, and tumor parameters of the patients were evaluated and correlated with clinical outcomes (overall survival, disease-free survival, death) to highlight predictive survival factors. RESULTS During the follow-up with a mean duration of 37.4 ± 27.5 months between HCC diagnosis and final outcomes (death or healing), 29 out of 66 patients died (43.9%), 75.9% due to liver-related causes. In terms of overall survival, at 12 months survival was 86.0%, at 36 months it was 61.5%, and at 60 months it was 51.7%. Of the total 66 patients, 16 patients (24.2%) underwent liver transplantation and all are currently alive without signs of neoplastic recurrence. On univariate analysis, semiannual ultrasound surveillance was found to be a protective factor (H.R.= 0.36, 95%CI H.R.= 0.13–0.95, p=0.04). On multivariate analysis, two factors emerged as independent predictors of mortality: performance status (p = 0.007) and failure to achieve healing after first-line therapy (p < 0.0001). CONCLUSIONS This study confirmed the importance of achieving sustained virologic response (SVR) in cirrhotic patients regarding long-term prognosis in case of HCC development, the necessity of semiannual ultrasound surveillance and the cruciality of optimal performance status and achieving healing after the initial therapeutic approach in long-term survival, which was found to be over 50% at 5 years. However, further long-term prospective studies with large cohorts are needed to determine any other diagnostic and therapeutic improvements in this type of neoplasm.

INTRODUZIONE L’eradicazione dell’infezione da HCV mediante l’utilizzo di farmaci antivirali diretti (DAA) riduce ma non azzera il rischio di insorgenza di epatocarcinoma nei pazienti con malattia epatica cronica avanzata. Tale rischio sembra permanere per molti anni. Tutti i pazienti con fibrosi epatica F3-F4 guariti dall’infezione da virus C devono quindi essere sottoporti a sorveglianza ecografica semestrale per permettere una diagnosi precoce di viraggio neoplastico e poter proporre di conseguenza trattamenti curativi, tra i quali il trapianto epatico svolge un ruolo fondamentale. Nonostante l’indubbio beneficio apportato dalla combinazione di diagnosi precoce e terapie sempre più efficaci, a tutt’oggi sono ancora pochi i dati disponibili sul decorso di questi pazienti. Il presente studio si propone quindi come scopo primario quello di stabilire il tasso di sopravvivenza (globale e libero da malattia) di una coorte di pazienti con fibrosi epatica avanzata guariti dall’infezione da virus C mediante DAA che hanno sviluppato HCC durante il follow-up. Scopo secondario è quello di individuare i fattori predittivi di mortalità, recidiva di malattia e mancata risposta ai trattamenti curativi. MATERIALI E METODI Come punto di partenza sono stati presi in considerazione pazienti maggiorenni affetti da epatite cronica F3-F4 che sono stati trattati e guariti con DAA presso l’Ambulatorio Epatite C delle Molinette dal 1-1-2015 fino al 31-12-2019. Tali pazienti sono stati seguiti in modo consecutivo prospettico fino al 30-9-2023. Tra i 995 pazienti trattati e guariti con DAA, ai 66 pazienti (6.5%) che hanno sviluppato HCC durante il follow-up è stata proposta la partecipazione al presente studio. Ogni paziente è stato seguito in modo prospettico e ne è stata stabilita la guarigione, l’eventuale fallimento terapeutico o recidiva, fino all’eventuale exitus. I pazienti sottoposti a OLT sono stati seguiti anche dopo l’esecuzione del trapianto. Alla fine dello studio sono stati valutati tutti i parametri antropometrici, clinici, biochimici, virologici e tumorali dei pazienti e sono stati correlati all’outcome clinico (sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da malattia, exitus) in modo da evidenziare fattori predittivi di sopravvivenza. RISULTATI Durante il follow-up della durata media di 37.4 ± 27.5 mesi, intercorso fra diagnosi di HCC e outcome finale (morte o guarigione), 29 su 66 pazienti sono deceduti (43.9%), il 75,9% per causa epatica. In termini di overall survival, a 12 mesi la sopravvivenza è risultata dell’86.0%, a 36 mesi del 61.5% ed a 60 mesi del 51.7%. Sul totale dei 66 pazienti, sono stati sottoposti a trapianto 16 pazienti (24,2%) ed a tutt’oggi sono tutti vivi senza segni di recidiva discariocinetica. All’analisi univariata la sorveglianza ecografica semestrale è risultata essere un fattore protettivo (H.R.= 0.36, 95%CI H.R.= 0.13–0.95, p=0.04). All’analisi multivariata 2 fattori sono emersi come predittori indipendenti di mortalità: il performance status (p = 0.007) e la mancata guarigione dopo terapia di prima linea (p < 0.0001). CONCLUSIONI Lo studio ha confermato l’importanza dell’ottenimento della SVR nei pazienti cirrotici per quanto riguarda la prognosi a distanza in caso di insorgenza dell’HCC, la necessità della sorveglianza ecografica semestrale e la crucialità del performance status ottimale e della guarigione dopo la prima linea di terapia nella sopravvivenza a lungo termine, che è risultata essere superiore al 50% a 5 anni. Sono tuttavia necessari ulteriori studi prospettici longterm con ampie casistiche per determinare eventuali altri spazi di miglioramento diagnostico e terapeutico in questo tipo di neoplasia.

DECORSO A LUNGO TERMINE DEI PAZIENTI CON EPATITE CRONICA DA VIRUS C ED EPATOCARCINOMA INSORTO DOPO GUARIGIONE VIRALE OTTENUTA CON FARMACI ANTIVIRALI DIRETTI: RISULTATI DI UNO STUDIO PROSPETTICO DI COORTE.

BORRIONE, GIULIA
2022/2023

Abstract

INTRODUZIONE L’eradicazione dell’infezione da HCV mediante l’utilizzo di farmaci antivirali diretti (DAA) riduce ma non azzera il rischio di insorgenza di epatocarcinoma nei pazienti con malattia epatica cronica avanzata. Tale rischio sembra permanere per molti anni. Tutti i pazienti con fibrosi epatica F3-F4 guariti dall’infezione da virus C devono quindi essere sottoporti a sorveglianza ecografica semestrale per permettere una diagnosi precoce di viraggio neoplastico e poter proporre di conseguenza trattamenti curativi, tra i quali il trapianto epatico svolge un ruolo fondamentale. Nonostante l’indubbio beneficio apportato dalla combinazione di diagnosi precoce e terapie sempre più efficaci, a tutt’oggi sono ancora pochi i dati disponibili sul decorso di questi pazienti. Il presente studio si propone quindi come scopo primario quello di stabilire il tasso di sopravvivenza (globale e libero da malattia) di una coorte di pazienti con fibrosi epatica avanzata guariti dall’infezione da virus C mediante DAA che hanno sviluppato HCC durante il follow-up. Scopo secondario è quello di individuare i fattori predittivi di mortalità, recidiva di malattia e mancata risposta ai trattamenti curativi. MATERIALI E METODI Come punto di partenza sono stati presi in considerazione pazienti maggiorenni affetti da epatite cronica F3-F4 che sono stati trattati e guariti con DAA presso l’Ambulatorio Epatite C delle Molinette dal 1-1-2015 fino al 31-12-2019. Tali pazienti sono stati seguiti in modo consecutivo prospettico fino al 30-9-2023. Tra i 995 pazienti trattati e guariti con DAA, ai 66 pazienti (6.5%) che hanno sviluppato HCC durante il follow-up è stata proposta la partecipazione al presente studio. Ogni paziente è stato seguito in modo prospettico e ne è stata stabilita la guarigione, l’eventuale fallimento terapeutico o recidiva, fino all’eventuale exitus. I pazienti sottoposti a OLT sono stati seguiti anche dopo l’esecuzione del trapianto. Alla fine dello studio sono stati valutati tutti i parametri antropometrici, clinici, biochimici, virologici e tumorali dei pazienti e sono stati correlati all’outcome clinico (sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da malattia, exitus) in modo da evidenziare fattori predittivi di sopravvivenza. RISULTATI Durante il follow-up della durata media di 37.4 ± 27.5 mesi, intercorso fra diagnosi di HCC e outcome finale (morte o guarigione), 29 su 66 pazienti sono deceduti (43.9%), il 75,9% per causa epatica. In termini di overall survival, a 12 mesi la sopravvivenza è risultata dell’86.0%, a 36 mesi del 61.5% ed a 60 mesi del 51.7%. Sul totale dei 66 pazienti, sono stati sottoposti a trapianto 16 pazienti (24,2%) ed a tutt’oggi sono tutti vivi senza segni di recidiva discariocinetica. All’analisi univariata la sorveglianza ecografica semestrale è risultata essere un fattore protettivo (H.R.= 0.36, 95%CI H.R.= 0.13–0.95, p=0.04). All’analisi multivariata 2 fattori sono emersi come predittori indipendenti di mortalità: il performance status (p = 0.007) e la mancata guarigione dopo terapia di prima linea (p < 0.0001). CONCLUSIONI Lo studio ha confermato l’importanza dell’ottenimento della SVR nei pazienti cirrotici per quanto riguarda la prognosi a distanza in caso di insorgenza dell’HCC, la necessità della sorveglianza ecografica semestrale e la crucialità del performance status ottimale e della guarigione dopo la prima linea di terapia nella sopravvivenza a lungo termine, che è risultata essere superiore al 50% a 5 anni. Sono tuttavia necessari ulteriori studi prospettici longterm con ampie casistiche per determinare eventuali altri spazi di miglioramento diagnostico e terapeutico in questo tipo di neoplasia.
LONG-TERM COURSE OF PATIENTS WITH CHRONIC VIRUS C HEPATITIS AND HEPATOCARCINOMA RESULTING AFTER VIRAL RECOVERY OBTAINED WITH DIRECT-ACTING ANTIVIRAL DRUGS: RESULTS OF A PROSPECTIVE COHORT STUDY.
INTRODUCTION Eradication of HCV infection using direct-acting antiviral agents (DAAs) reduces but does not eliminate the risk of hepatocellular carcinoma (HCC) in patients with advanced chronic liver disease. This risk appears to persist for many years. Therefore, all patients with liver fibrosis F3-F4 cured of hepatitis C virus infection should undergo semiannual ultrasound surveillance to allow early diagnosis of neoplastic transformation and subsequently propose curative treatments, among which liver transplantation plays a fundamental role. Despite the undeniable benefit of early diagnosis and increasingly effective therapies, there is still limited data available on the outcomes of these patients. This study aims to primarily establish the survival rate (overall and disease-free) of a cohort of patients with advanced liver fibrosis cured of HCV infection through DAA who developed HCC during follow-up. The secondary purpose is to identify predictive factors of mortality, disease recurrence, and failure to respond to curative treatments. MATERIALS AND METHODS Patients with chronic hepatitis F3-F4 treated and cured with DAA at the Hepatitis C Clinic of Molinette were considered from January 1st, 2015, to December 31st, 2019. These patients were consecutively followed prospectively until September 30th, 2023. Of the 995 patients treated and cured with DAA, 66 patients (6.5%) who developed HCC during follow-up were invited to participate in this study. Each patient was followed prospectively, and clinical outcomes (recovery, any therapeutic failure or recurrence, death) were evaluated. Patients undergoing liver transplantation were followed even after the procedure. At the end of the study, all anthropometric, clinical, biochemical, virological, and tumor parameters of the patients were evaluated and correlated with clinical outcomes (overall survival, disease-free survival, death) to highlight predictive survival factors. RESULTS During the follow-up with a mean duration of 37.4 ± 27.5 months between HCC diagnosis and final outcomes (death or healing), 29 out of 66 patients died (43.9%), 75.9% due to liver-related causes. In terms of overall survival, at 12 months survival was 86.0%, at 36 months it was 61.5%, and at 60 months it was 51.7%. Of the total 66 patients, 16 patients (24.2%) underwent liver transplantation and all are currently alive without signs of neoplastic recurrence. On univariate analysis, semiannual ultrasound surveillance was found to be a protective factor (H.R.= 0.36, 95%CI H.R.= 0.13–0.95, p=0.04). On multivariate analysis, two factors emerged as independent predictors of mortality: performance status (p = 0.007) and failure to achieve healing after first-line therapy (p < 0.0001). CONCLUSIONS This study confirmed the importance of achieving sustained virologic response (SVR) in cirrhotic patients regarding long-term prognosis in case of HCC development, the necessity of semiannual ultrasound surveillance and the cruciality of optimal performance status and achieving healing after the initial therapeutic approach in long-term survival, which was found to be over 50% at 5 years. However, further long-term prospective studies with large cohorts are needed to determine any other diagnostic and therapeutic improvements in this type of neoplasm.
RIBALDONE, DAVIDE GIUSEPPE
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