This thesis analyzes the character of Medea through a comparison between Apollonius Rhodius' Argonautica and the twelfth epistle of Ovid's Heroides. The aim is to explore how the myth of Medea has been reinterpreted in these two texts, highlighting the different aspects of her figure: the passionate and tormented heroine, the powerful yet marginalized sorceress, and the betrayed woman driven by a desire for revenge. Starting with Medea in the Argonautica, the study examines her transformation from a lovestruck princess to a central figure in the Argonauts' mission, analyzing her psychological complexity and pivotal role in the epic narrative. At the same time, the twelfth epistle of the Heroides offers an intimate and painful perspective on Medea, portraying her as a wounded and abandoned woman, ready to turn her suffering into destructive power. Through an intertextual analysis, the thesis highlights how Apollonius Rhodius and Ovid reworked the myth to align with the sensibilities of their respective eras, while preserving Medea’s moral ambiguity and enduring relevance as a symbol of otherness, solitude, and extreme passion. Finally, the study underscores her uniqueness as a character who transcends cultural, ethical, and temporal boundaries, making her an inexhaustible subject of reflection and reinterpretation.
Questa tesi analizza il personaggio di Medea attraverso un confronto tra le Argonautiche di Apollonio Rodio e la XII epistola delle Heroides di Ovidio. L'obiettivo è esplorare come il mito di Medea sia stato reinterpretato in questi due testi, mettendo in luce i diversi aspetti della sua figura: l'eroina innamorata e tormentata, la maga potente ma emarginata, e la donna tradita e desiderosa di vendetta. Partendo dalla Medea delle Argonautiche, viene studiata la sua evoluzione da principessa innamorata a protagonista centrale della missione degli Argonauti, analizzandone la complessità psicologica e il ruolo centrale nella narrazione epica. Parallelamente, la XII epistola delle Heroides offre uno sguardo intimo e doloroso su Medea, descrivendola come una donna ferita e abbandonata, pronta a trasformare il suo dolore in forza distruttiva. Attraverso un'analisi intertestuale, la tesi evidenzia come Apollonio Rodio e Ovidio abbiano rielaborato il mito per adattarlo alla sensibilità delle rispettive epoche, mantenendo intatta l’ambiguità morale e l’attualità di Medea come simbolo di alterità, solitudine e passione estrema. Viene infine sottolineata la sua unicità come personaggio che trascende i confini culturali, etici e temporali, rendendola un soggetto inesauribile di riflessione e reinterpretazione.
Medee a Confronto: Un Viaggio Letterario tra Apollonio e Ovidio
MORAGLIA, MIRIAM
2023/2024
Abstract
Questa tesi analizza il personaggio di Medea attraverso un confronto tra le Argonautiche di Apollonio Rodio e la XII epistola delle Heroides di Ovidio. L'obiettivo è esplorare come il mito di Medea sia stato reinterpretato in questi due testi, mettendo in luce i diversi aspetti della sua figura: l'eroina innamorata e tormentata, la maga potente ma emarginata, e la donna tradita e desiderosa di vendetta. Partendo dalla Medea delle Argonautiche, viene studiata la sua evoluzione da principessa innamorata a protagonista centrale della missione degli Argonauti, analizzandone la complessità psicologica e il ruolo centrale nella narrazione epica. Parallelamente, la XII epistola delle Heroides offre uno sguardo intimo e doloroso su Medea, descrivendola come una donna ferita e abbandonata, pronta a trasformare il suo dolore in forza distruttiva. Attraverso un'analisi intertestuale, la tesi evidenzia come Apollonio Rodio e Ovidio abbiano rielaborato il mito per adattarlo alla sensibilità delle rispettive epoche, mantenendo intatta l’ambiguità morale e l’attualità di Medea come simbolo di alterità, solitudine e passione estrema. Viene infine sottolineata la sua unicità come personaggio che trascende i confini culturali, etici e temporali, rendendola un soggetto inesauribile di riflessione e reinterpretazione.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/167473