Maize is the most important herbaceous crop in the world in terms of quantity produced and is the basis of the food, livestock, industrial and energy supply chains. A fundamental aspect in the crop management of maize concerns the control of weeds, which are the main cause of production losses. In recent decades, an evolution of spring-summer weeds has been observed, both in terms of species present and development methods. This change is due to the reduction of crop rotations, the adaptation of species to climate change (which favors macrothermal weeds and with C3 physiology) and, finally, resistance to herbicides, resulting from the repeated use of the same active ingredients. In Italy, herbicides constitute a significant portion of the pesticides used, and initiatives are underway to reduce their use, with the aim of reducing their use by up to 50%. The concept of Integrated Weed Management (IWM), a systemic and multidisciplinary approach to weed control, is increasingly central to the management of cropping systems.One of the main preventive strategies is the use of cover crops, that is, crops sown between two main crop cycles, these can compete with unwanted weeds for light, water and nutrients, release allelopathic substances that inhibit the germination of weed seeds, create a mulch layer that physically hinders the growth of weeds, and even be grown simultaneously with the main crop to limit their development. The effectiveness of these techniques depends on several factors, such as the cover crop species chosen, the time of sowing and the agronomic practices adopted, such as fertilization. It has been found that rye, for example, shows a more marked allelopathic effect when fertilized with nitrogen. Furthermore, an indirect relationship has been highlighted between the amount of biomass produced by cover crops and that of weeds: the greater the biomass of the cover crop, the lower that of the weeds. Although these strategies represent a potentially effective solution to reduce the soil seed bank and limit weed development, it is essential to consider all agronomic aspects, to make their inclusion in maize systems economically and technically convenient.

Il mais è la coltura erbacea più importante al mondo in termini di quantità prodotta ed è la base delle filiere alimentari, zootecniche, industriali ed energetiche. Un aspetto fondamentale nella gestione colturale del mais riguarda il controllo delle erbe infestanti, che rappresentano la causa principale delle perdite di produzione. Negli ultimi decenni, si è osservata un’evoluzione delle malerbe primaverili – estive, sia in termini di specie presenti sia di modalità di sviluppo. Questo cambiamento è dovuto alla riduzione delle rotazioni colturali, all’adattamento delle specie al cambiamento climatico (che favorisce le infestanti macroterme e con fisiologia C3) e, infine, alla resistenza ai diserbanti, conseguente all'uso ripetuto degli stessi principi attivi. In Italia, i diserbanti costituiscono una porzione rilevante dei fitofarmaci utilizzati, e sono in corso iniziative per ridurre il loro impiego, con l’obiettivo di diminuire l'uso fino al 50%. È sempre più centrale nella gestione dei sistemi colturali il concetto di Integrated Weed Management (IWM), un approccio sistemico e multidisciplinare per il controllo delle infestanti. Questo approccio integra diverse strategie e tecniche, mirando sia alla prevenzione che alla lotta diretta contro le erbe indesiderate. Una delle principali strategie preventive è l’utilizzo delle cover crops, ovvero colture seminate tra due cicli colturali principali, queste possono competere con le erbe indesiderate per luce, acqua e nutrienti, rilasciare sostanze allelopatiche che inibiscono la germinazione dei semi delle infestanti, creare uno strato pacciamante che ostacola fisicamente la crescita delle infestanti, e persino essere coltivate simultaneamente con la coltura principale per limitarne lo sviluppo. L'efficacia di queste tecniche dipende da diversi fattori, come la specie di cover crop scelta, il momento di semina e le pratiche agronomiche adottate, quali ad esempio la concimazione. È stato riscontrato che la segale, ad esempio, manifesta un effetto allelopatico più marcato quando fertilizzata con azoto. Inoltre, è stata evidenziata una relazione indiretta tra la quantità di biomassa prodotta dalle cover crops e quella delle infestanti: maggiore è la biomassa della cover crop minore sarà quella delle infestanti. Sebbene queste strategie rappresentino una soluzione potenzialmente efficace per ridurre la banca seminale del suolo e limitare lo sviluppo delle infestanti, è essenziale considerare tutti gli aspetti agronomici, per rendere economicamente e tecnicamente conveniente il loro inserimento nei sistemi maidicoli.

Innovazione nella lotta alle infestanti del mais in un contesto di transizione ecologica

VITTONE, EMANUELE
2023/2024

Abstract

Il mais è la coltura erbacea più importante al mondo in termini di quantità prodotta ed è la base delle filiere alimentari, zootecniche, industriali ed energetiche. Un aspetto fondamentale nella gestione colturale del mais riguarda il controllo delle erbe infestanti, che rappresentano la causa principale delle perdite di produzione. Negli ultimi decenni, si è osservata un’evoluzione delle malerbe primaverili – estive, sia in termini di specie presenti sia di modalità di sviluppo. Questo cambiamento è dovuto alla riduzione delle rotazioni colturali, all’adattamento delle specie al cambiamento climatico (che favorisce le infestanti macroterme e con fisiologia C3) e, infine, alla resistenza ai diserbanti, conseguente all'uso ripetuto degli stessi principi attivi. In Italia, i diserbanti costituiscono una porzione rilevante dei fitofarmaci utilizzati, e sono in corso iniziative per ridurre il loro impiego, con l’obiettivo di diminuire l'uso fino al 50%. È sempre più centrale nella gestione dei sistemi colturali il concetto di Integrated Weed Management (IWM), un approccio sistemico e multidisciplinare per il controllo delle infestanti. Questo approccio integra diverse strategie e tecniche, mirando sia alla prevenzione che alla lotta diretta contro le erbe indesiderate. Una delle principali strategie preventive è l’utilizzo delle cover crops, ovvero colture seminate tra due cicli colturali principali, queste possono competere con le erbe indesiderate per luce, acqua e nutrienti, rilasciare sostanze allelopatiche che inibiscono la germinazione dei semi delle infestanti, creare uno strato pacciamante che ostacola fisicamente la crescita delle infestanti, e persino essere coltivate simultaneamente con la coltura principale per limitarne lo sviluppo. L'efficacia di queste tecniche dipende da diversi fattori, come la specie di cover crop scelta, il momento di semina e le pratiche agronomiche adottate, quali ad esempio la concimazione. È stato riscontrato che la segale, ad esempio, manifesta un effetto allelopatico più marcato quando fertilizzata con azoto. Inoltre, è stata evidenziata una relazione indiretta tra la quantità di biomassa prodotta dalle cover crops e quella delle infestanti: maggiore è la biomassa della cover crop minore sarà quella delle infestanti. Sebbene queste strategie rappresentino una soluzione potenzialmente efficace per ridurre la banca seminale del suolo e limitare lo sviluppo delle infestanti, è essenziale considerare tutti gli aspetti agronomici, per rendere economicamente e tecnicamente conveniente il loro inserimento nei sistemi maidicoli.
Innovation in the weed control for maize cropping systems in a context of ecological transition
Maize is the most important herbaceous crop in the world in terms of quantity produced and is the basis of the food, livestock, industrial and energy supply chains. A fundamental aspect in the crop management of maize concerns the control of weeds, which are the main cause of production losses. In recent decades, an evolution of spring-summer weeds has been observed, both in terms of species present and development methods. This change is due to the reduction of crop rotations, the adaptation of species to climate change (which favors macrothermal weeds and with C3 physiology) and, finally, resistance to herbicides, resulting from the repeated use of the same active ingredients. In Italy, herbicides constitute a significant portion of the pesticides used, and initiatives are underway to reduce their use, with the aim of reducing their use by up to 50%. The concept of Integrated Weed Management (IWM), a systemic and multidisciplinary approach to weed control, is increasingly central to the management of cropping systems.One of the main preventive strategies is the use of cover crops, that is, crops sown between two main crop cycles, these can compete with unwanted weeds for light, water and nutrients, release allelopathic substances that inhibit the germination of weed seeds, create a mulch layer that physically hinders the growth of weeds, and even be grown simultaneously with the main crop to limit their development. The effectiveness of these techniques depends on several factors, such as the cover crop species chosen, the time of sowing and the agronomic practices adopted, such as fertilization. It has been found that rye, for example, shows a more marked allelopathic effect when fertilized with nitrogen. Furthermore, an indirect relationship has been highlighted between the amount of biomass produced by cover crops and that of weeds: the greater the biomass of the cover crop, the lower that of the weeds. Although these strategies represent a potentially effective solution to reduce the soil seed bank and limit weed development, it is essential to consider all agronomic aspects, to make their inclusion in maize systems economically and technically convenient.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/167332