Mammary tumors are among the most frequent oncological diseases in dogs and cats, representing respectively the second most common neoplasm in dogs and a highly aggressive pathology in cats. Several risk factors have been identified, especially reproductive status (particularly delayed or absent sterilization), advanced age, hormonal influence, and genetic predispositions related to breed. The aim of this study was to describe what is reported in the literature regarding the use of cytological examination for mammary tumors in small animals, particularly through a comparison with the gold standard represented by histopathological examination. This comparison revealed discordant results, indicating lower reliability compared to the histological gold standard and to findings observed in human medicine. A particularly higher risk of false positives was identified, likely due to the greater variability of mammary tumors in dogs and the higher prevalence of mixed tumors. Cytology demonstrates limitations in accurately defining tumor subtypes and in thoroughly evaluating structural elements and local invasiveness. Although grading via cytology is partially limited due to its inability to fully capture tumor architecture, the development and validation of an adapted cytological grading system for dogs appears desirable. The integration of cytology with biomarker analysis and/or the use of technological tools, such as artificial intelligence to assist the pathologist’s work, could represent a promising strategy. Currently, research on the association between cytology and biomarkers, as well as the use of cytological grading in small animal mammary tumors, is still in a preliminary phase, although initial results appear encouraging. Indeed, combining cytological and molecular approaches could significantly improve diagnostic and prognostic reliability, helping overcome the current limitations of cytology alone, thus potentially supporting more accurate and timely clinical decisions in veterinary oncology.
I tumori mammari sono tra le patologie oncologiche più frequenti nel cane e nel gatto, rappresentando rispettivamente la seconda neoplasia più comune nel cane e una patologia altamente aggressiva nel gatto. Sono noti vari fattori di rischio, tra questi si evidenziano soprattutto lo stato riproduttivo (in particolare la sterilizzazione tardiva o assente), l'età avanzata, l'influenza ormonale e alcune predisposizioni genetiche legate alla razza. L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di descrivere quanto riportato in letteratura sull’utilizzo dell’esame citologico nei tumori mammari dei piccoli animali. In particolare, confrontandolo con il gold standard rappresentato dall’esame istopatologico. Da tale confronto sono emersi risultati discordanti che evidenziano minore affidabilità rispetto al gold standard istologico ed a quanto osservato in medicina umana. Si evidenzia, in particolare un più elevato rischio di falsi positivi, correlato probabilmente alla maggiore variabilità nel tumore mammario del cane e alla maggior prevalenza di tumori misti. La citologia mostra limiti nella definizione accurata del sottotipo tumorale e nella valutazione approfondita di elementi strutturali e invasività locale. Sebbene la valutazione del grading tramite citologia risulti, almeno parzialmente, limitata dall'impossibilità di cogliere pienamente l'architettura tumorale, un sistema di grading citologico adattato e validato per il cane risulta quantomeno auspicabile. L’integrazione della citologia con l'analisi di biomarcatori e/o l’utilizzo di strumenti tecnoclogici, come l’intelligenza artificiale per affiancare il lavoro del patologo, potrebbero rappresentare una valida strategia. Attualmente, la ricerca sull'associazione tra citologia e biomarcatori, come anche l’utilizzo del grading citologico, nei tumori mammari dei piccoli animali è ancora in fase preliminare, ma i primi risultati appaiono promettenti. La combinazione citologica e molecolare potrebbe infatti migliorare sensibilmente l'affidabilità diagnostica/prognostica, contribuendo a compensare le attuali carenze della sola citologia risultando potenzialmente utile per supportare decisioni cliniche più accurate e tempestive in oncologia veterinaria.
L'esame citologico nei tumori mammari del cane e del gatto: classificazioni, correlazione cito-istologica e utilità diagnostica
TROIANO, ANDREA
2023/2024
Abstract
I tumori mammari sono tra le patologie oncologiche più frequenti nel cane e nel gatto, rappresentando rispettivamente la seconda neoplasia più comune nel cane e una patologia altamente aggressiva nel gatto. Sono noti vari fattori di rischio, tra questi si evidenziano soprattutto lo stato riproduttivo (in particolare la sterilizzazione tardiva o assente), l'età avanzata, l'influenza ormonale e alcune predisposizioni genetiche legate alla razza. L’obiettivo del presente lavoro è stato quello di descrivere quanto riportato in letteratura sull’utilizzo dell’esame citologico nei tumori mammari dei piccoli animali. In particolare, confrontandolo con il gold standard rappresentato dall’esame istopatologico. Da tale confronto sono emersi risultati discordanti che evidenziano minore affidabilità rispetto al gold standard istologico ed a quanto osservato in medicina umana. Si evidenzia, in particolare un più elevato rischio di falsi positivi, correlato probabilmente alla maggiore variabilità nel tumore mammario del cane e alla maggior prevalenza di tumori misti. La citologia mostra limiti nella definizione accurata del sottotipo tumorale e nella valutazione approfondita di elementi strutturali e invasività locale. Sebbene la valutazione del grading tramite citologia risulti, almeno parzialmente, limitata dall'impossibilità di cogliere pienamente l'architettura tumorale, un sistema di grading citologico adattato e validato per il cane risulta quantomeno auspicabile. L’integrazione della citologia con l'analisi di biomarcatori e/o l’utilizzo di strumenti tecnoclogici, come l’intelligenza artificiale per affiancare il lavoro del patologo, potrebbero rappresentare una valida strategia. Attualmente, la ricerca sull'associazione tra citologia e biomarcatori, come anche l’utilizzo del grading citologico, nei tumori mammari dei piccoli animali è ancora in fase preliminare, ma i primi risultati appaiono promettenti. La combinazione citologica e molecolare potrebbe infatti migliorare sensibilmente l'affidabilità diagnostica/prognostica, contribuendo a compensare le attuali carenze della sola citologia risultando potenzialmente utile per supportare decisioni cliniche più accurate e tempestive in oncologia veterinaria.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/167321