My final paper consists of two parts. The first part concerns the internship period I carried out at the Turin headquarters of the Experimental Zooprophylactic Institute of Piedmont, Liguria and Valle d'Aosta, where I practiced various laboratory activities, cadaveric diagnostics and identification of ticks collected during necropsy. The second part instead concerns an in-depth topic I have chosen, namely the contribution that wildlife gives to the transmission of zoonotic diseases carried by ticks, which are blood-sucking parasites, as well as vectors of pathogens and viruses. Wild animals can be competent, non-competent, accidental, reservoir, or non-reservoir hosts for these pathogens. However, in any case, they play a key role in maintaining populations of tick vectors and contribute to their spread even over long distances, increasing the incidence of diseases caused by the pathogens that ticks carry. To understand how viruses and pathogens are transmitted from tick to tick, or from tick to animal (including humans), it is necessary to first know the biology and ecology of blood-sucking vectors. But also, the interactions between host-vector-pathogen-environment, the dynamics of transmission of viruses and pathogens carried by ticks and the risk factors that increase the probability of contracting the disease are all aspects to take into consideration. Zoonotic diseases carried by ticks represent an issue of ever-increasing public medical importance. Lyme borreliosis and tick-borne encephalitis (or TBE) are the two most widespread zoonoses in Italy and Europe and constitute a major threat. For this reason, it is important to try to keep the expansion of these diseases under control as much as possible. This can be achieved through the implementation of multidisciplinary wildlife management plans involving public health, researchers, industrial or commercial companies and citizens, especially those most at risk who work in contact with animals and nature or practice activities in parks and woods, habitats considered ideal for ticks. Educational programs on personal protection and appropriate behavioral measures could also be considered, especially in schools. However, efforts must be aimed at reducing the risk of contracting tick-borne diseases, while also mitigating the effects of climate change on the diversity, abundance and health of wildlife.
Il mio elaborato finale si compone di due parti. La prima parte è relativa al periodo di tirocinio che ho svolto presso la sede di Torino dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, dove ho praticato svariate attività di laboratorio, diagnostica cadaverica e identificazione di zecche prelevate in sede necroscopica. La seconda parte riguarda invece un argomento di approfondimento da me scelto, ovvero il contributo che la fauna selvatica dà alla trasmissione delle malattie zoonotiche veicolate dalle zecche, le quali sono parassiti ematofagi, nonché vettori di patogeni e virus. Gli animali selvatici possono fungere da ospiti competenti, non competenti, accidentali, serbatoi o non serbatoi per questi patogeni. Tuttavia, in ogni caso, svolgono un ruolo chiave nel mantenimento delle popolazioni dei vettori-zecca e contribuiscono alla loro diffusione anche a lunga distanza, facendo sì che aumenti l’incidenza delle malattie causate dai patogeni di cui le zecche sono portatrici. Per capire in che modo si trasmettono virus e patogeni da zecca a zecca, o da zecca ad animale (compreso l’uomo), è necessario conoscere innanzitutto la biologia e l’ecologia dei vettori ematofagi. Ma anche le interazioni tra ospite-vettore-patogeno-ambiente, la dinamica di trasmissione di virus e di patogeni veicolati dalle zecche e i fattori di rischio che aumentano la probabilità di contrarre la malattia, sono tutti aspetti da tenere in considerazione. Le malattie zoonotiche veicolate dalle zecche rappresentano un tema di importanza medica pubblica sempre crescente. In particolare, la Borreliosi di Lyme e l’encefalite trasmessa dalle zecche (o TBE) sono le due zoonosi più diffuse in Italia e in Europa e costituiscono una grossa minaccia. Per questo motivo, è importante cercare di tenere il più possibile sotto controllo l’espansione di queste malattie. Ciò è praticabile mediante l’attuazione di piani multidisciplinari di gestione della fauna selvatica che coinvolgano la sanità pubblica, i ricercatori, le aziende industriali o commerciali e i cittadini, soprattutto quelli più a rischio che lavorano a contatto con gli animali e la natura o praticano attività in parchi e boschi, habitat considerati ideali per le zecche. Si potrebbe anche pensare a programmi educativi sulla protezione personale e sulle misure comportamentali appropriate, soprattutto nelle scuole. Ad ogni modo gli sforzi devono essere mirati a ridurre il rischio di contrarre malattie trasmesse dalle zecche, andando inoltre a mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla diversità, sull’abbondanza e sulla salute della fauna selvatica.
Il contributo della fauna selvatica alla trasmissione di malattie zoonotiche veicolate dalle zecche
VEGLIO, FRANCESCA
2023/2024
Abstract
Il mio elaborato finale si compone di due parti. La prima parte è relativa al periodo di tirocinio che ho svolto presso la sede di Torino dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, dove ho praticato svariate attività di laboratorio, diagnostica cadaverica e identificazione di zecche prelevate in sede necroscopica. La seconda parte riguarda invece un argomento di approfondimento da me scelto, ovvero il contributo che la fauna selvatica dà alla trasmissione delle malattie zoonotiche veicolate dalle zecche, le quali sono parassiti ematofagi, nonché vettori di patogeni e virus. Gli animali selvatici possono fungere da ospiti competenti, non competenti, accidentali, serbatoi o non serbatoi per questi patogeni. Tuttavia, in ogni caso, svolgono un ruolo chiave nel mantenimento delle popolazioni dei vettori-zecca e contribuiscono alla loro diffusione anche a lunga distanza, facendo sì che aumenti l’incidenza delle malattie causate dai patogeni di cui le zecche sono portatrici. Per capire in che modo si trasmettono virus e patogeni da zecca a zecca, o da zecca ad animale (compreso l’uomo), è necessario conoscere innanzitutto la biologia e l’ecologia dei vettori ematofagi. Ma anche le interazioni tra ospite-vettore-patogeno-ambiente, la dinamica di trasmissione di virus e di patogeni veicolati dalle zecche e i fattori di rischio che aumentano la probabilità di contrarre la malattia, sono tutti aspetti da tenere in considerazione. Le malattie zoonotiche veicolate dalle zecche rappresentano un tema di importanza medica pubblica sempre crescente. In particolare, la Borreliosi di Lyme e l’encefalite trasmessa dalle zecche (o TBE) sono le due zoonosi più diffuse in Italia e in Europa e costituiscono una grossa minaccia. Per questo motivo, è importante cercare di tenere il più possibile sotto controllo l’espansione di queste malattie. Ciò è praticabile mediante l’attuazione di piani multidisciplinari di gestione della fauna selvatica che coinvolgano la sanità pubblica, i ricercatori, le aziende industriali o commerciali e i cittadini, soprattutto quelli più a rischio che lavorano a contatto con gli animali e la natura o praticano attività in parchi e boschi, habitat considerati ideali per le zecche. Si potrebbe anche pensare a programmi educativi sulla protezione personale e sulle misure comportamentali appropriate, soprattutto nelle scuole. Ad ogni modo gli sforzi devono essere mirati a ridurre il rischio di contrarre malattie trasmesse dalle zecche, andando inoltre a mitigare gli effetti del cambiamento climatico sulla diversità, sull’abbondanza e sulla salute della fauna selvatica.File | Dimensione | Formato | |
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