La probabilità è tra le più nuove branche della matematica: infatti viene inserita nei programmi scolastici solo dagli anni '70 pur essendo studiata sin dal 1400 da matematici e filosofi di rilievo. L'apprendimento degli aspetti probabilistici risulta possibile nei bambini già in età prescolare tramite esperienze dirette, che passino attraverso la mediazione del gioco. Questo, essendo il canale principale con il quale il bambino fa esperienza del mondo, risulta efficace tanto da un punto di vista linguistico con l'interiorizzazione di parole specifiche come ¿evento certo¿, ¿più probabile¿, ¿meno probabile¿, ¿impossibile¿, quanto da un punto di vista concettuale. Esistono alcune difficoltà frequenti nell'apprendimento di concetti probabilistici ai quali, spesso, neppure gli insegnamenti sanno far fronte: i misconcetti. Questi possono classificarsi come evitabili (quando derivano direttamente dalla trasposizione didattica effettuata dal docente) o inevitabili (quando derivano dai mezzi semiotici di oggettivazione del sapere). Nello specifico, per la probabilità si hanno delle misconcezioni tipiche che riguardano il campione o gli eventi presi in esame, oppure la percezione del caso. Quest'ultima dà origine all'effetto di recenza negativa che induce spesso in errore i giocatori d'azzardo. L'azzardo, infatti, è un tipico campo in cui intervengono eventi aleatori; dal lotto alle slot machines gli adulti tentano la fortuna sfidando la sorte, perdendo di vista le reali probabilità di vincita che sono alquanto rare. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento dello scenario, che si sta spostando sempre più verso aspetti patologici dei giochi d'azzardo, visti come un rifugio solitario per tentare di migliorare la propria incerta esistenza. Dal punto di vista infantile, molti effetti negativi dei giochi d'azzardo passano come concetti tipici, tanto da svalutare la percezione di valori come la meritocrazia e lo sforzo per l'ottenimento di buoni risultati. Per contrastare questi aspetti è quindi fondamentale educare al pensiero probabilistico, in modo da mettere in luce l'improbabilità dei casi di vittoria gratuita data dai giochi d'azzardo, ed abituare a far fronte all'incertezza che pervade la società contemporanea. L'apprendimento probabilistico però, non passa solo attraverso il canale scolastico, ma anche tramite canali non convenzionali tipicamente ludici come i Punti Gioco. Infatti, la sperimentazione che ho potuto condurre in questa situazione non didattica, ha dimostrato che in questi, essendo luoghi prettamente ricreativi, l'approccio spontaneo al pensiero probabilistico è più semplice, proprio perché meno scolastico e non soggetto a valutazione.
Probabilità 'in gioco'. Viaggio dai giochi tradizionali per bambini alle scommesse dell'età adulta
ANDRONICO, GIADA
2010/2011
Abstract
La probabilità è tra le più nuove branche della matematica: infatti viene inserita nei programmi scolastici solo dagli anni '70 pur essendo studiata sin dal 1400 da matematici e filosofi di rilievo. L'apprendimento degli aspetti probabilistici risulta possibile nei bambini già in età prescolare tramite esperienze dirette, che passino attraverso la mediazione del gioco. Questo, essendo il canale principale con il quale il bambino fa esperienza del mondo, risulta efficace tanto da un punto di vista linguistico con l'interiorizzazione di parole specifiche come ¿evento certo¿, ¿più probabile¿, ¿meno probabile¿, ¿impossibile¿, quanto da un punto di vista concettuale. Esistono alcune difficoltà frequenti nell'apprendimento di concetti probabilistici ai quali, spesso, neppure gli insegnamenti sanno far fronte: i misconcetti. Questi possono classificarsi come evitabili (quando derivano direttamente dalla trasposizione didattica effettuata dal docente) o inevitabili (quando derivano dai mezzi semiotici di oggettivazione del sapere). Nello specifico, per la probabilità si hanno delle misconcezioni tipiche che riguardano il campione o gli eventi presi in esame, oppure la percezione del caso. Quest'ultima dà origine all'effetto di recenza negativa che induce spesso in errore i giocatori d'azzardo. L'azzardo, infatti, è un tipico campo in cui intervengono eventi aleatori; dal lotto alle slot machines gli adulti tentano la fortuna sfidando la sorte, perdendo di vista le reali probabilità di vincita che sono alquanto rare. Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento dello scenario, che si sta spostando sempre più verso aspetti patologici dei giochi d'azzardo, visti come un rifugio solitario per tentare di migliorare la propria incerta esistenza. Dal punto di vista infantile, molti effetti negativi dei giochi d'azzardo passano come concetti tipici, tanto da svalutare la percezione di valori come la meritocrazia e lo sforzo per l'ottenimento di buoni risultati. Per contrastare questi aspetti è quindi fondamentale educare al pensiero probabilistico, in modo da mettere in luce l'improbabilità dei casi di vittoria gratuita data dai giochi d'azzardo, ed abituare a far fronte all'incertezza che pervade la società contemporanea. L'apprendimento probabilistico però, non passa solo attraverso il canale scolastico, ma anche tramite canali non convenzionali tipicamente ludici come i Punti Gioco. Infatti, la sperimentazione che ho potuto condurre in questa situazione non didattica, ha dimostrato che in questi, essendo luoghi prettamente ricreativi, l'approccio spontaneo al pensiero probabilistico è più semplice, proprio perché meno scolastico e non soggetto a valutazione.File | Dimensione | Formato | |
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