The present study investigates how the “war on drugs” is framed in the speeches of American presidents, in the period spanning from Nixon’s to Biden’s presidency, in order to identify recurrent linguistic and discursive patterns used to manipulate and influence the audience. The focus is on the language used, the meaning of the words selected to communicate a message, and, above all, the employment of specific rhetorical strategies (e.g. metaphors). This research has the purpose of understanding how Presidents describe the frame of reference and, consequently, portray drug addicts, whether as someone to be punished or helped. To this aim, an ad hoc corpus containing US Presidents’ speeches, delivered between July 14, 1969, and September 24, 2024, was collected in order to provide insight into the issue. The analysis adopts several methodological perspectives, such as Critical Discourse Analysis and Critical Metaphor Analysis. These theoretical approaches allow conclusions to be drawn on the data that emerges from the analysis of Corpus Linguistics features. The corpus was examined through the different tools of the software Sketch Engine, namely Keywords, Collocations, and Concordances. By investigating the linguistic and discursive strategies employed by these politicians, as well as the social, and historical context related to drugs, and the metaphors used, the main goal is to study the evolution of how this topic has been dealt with in political speeches. Results indicate that the US Presidents are divided on the matter. On the one hand, Democrats have always promoted the idea that drug addicts are victims of an inefficient social and medical system and, consequently, they must be helped. They should also be treated since addiction is a disease. As a consequence, this political Party adopts policies of destigmatization and decriminalization, emphasizing the inadequacy of indiscriminate incarceration. On the other hand, Republicans have always distinguished themselves by adopting a tougher approach to deal with this problem and therefore a worse portrayal of drug addicts. Indeed, the latter are seen as criminals who threaten national security, and, for this reason, they must be severely punished. In this regard, the employment of war metaphors is very frequent. However, today, even in the approach of the Republicans (e.g. Trump) the idea of the drug addict as a sick person who needs to be treated is slowly emerging. This change of perspective is due to the different historical framing, which is marked by a greater awareness of the danger of inappropriate prescription of drugs that can easily lead to addiction, such as painkiller medications. This ideological stance is encoded in language use, most notably in metaphors. This rhetorical figure is a powerful discursive tool that well explains concepts by making them more accessible to the audience and emotionally engaging it. In conclusion, the language and rhetorical strategies adopted in the discourse of “war on drugs” have changed over the years. In past times, different framings were adopted by politicians, whereas now they seem to have converged, regardless of their political affiliation.
Il presente studio si propone di analizzare come la “war on drugs” venga rappresentata nei discorsi dei presidenti americani, dalla presidenza di Nixon fino a quella di Biden. Lo scopo è quello di identificare i modelli linguistici e discorsivi più utilizzati per manipolare e influenzare l’opinione pubblica. Dunque, l’attenzione è rivolta al linguaggio impiegato, al significato delle parole scelte per comunicare un determinato messaggio e, soprattutto, all’uso di specifiche strategie retoriche, come le metafore. Questa ricerca vuole chiarire come i Presidenti descrivono il contesto della “war on drugs” e, di conseguenza, come rappresentino i tossicodipendenti. Nello specifico, ci si chiede se questi ultimi vengano rappresentati come persone da punire o aiutare. A tal fine, è stato raccolto un corpus ad hoc contenente i discorsi dei Presidenti degli Stati Uniti d’America, tenuti tra il 14 luglio 1969 e il 24 settembre 2024, per cercare di fornire un quadro quanto più completo possibile, anche a livello temporale. L’analisi adotta diverse prospettive metodologiche, come la Critical Discourse Analysis e la Critical Metaphor Analysis. Questi approcci teorici permettono di trarre delle conclusioni sui dati emersi dall’analisi delle caratteristiche della Corpus Linguistics. Il corpus è stato, infatti, esaminato attraverso gli strumenti del software Sketch Engine, ovvero Keywords, Collocations, e Concordances. Indagando le strategie linguistiche e discorsive adottate da questi politici, così come il contesto sociale e storico legato alla droga e le metafore utilizzate, si è studiata l’evoluzione di come questo tema sia stato trattato nei discorsi politici. Nello specifico, i risultati indicano che i presidenti americani hanno visioni diverse sulla questione. Da un lato, i Democratici hanno sempre promosso l’idea che i tossicodipendenti siano vittime di un sistema sociale e medico inefficiente. Di conseguenza, devono essere aiutati e curati con i giusti trattamenti medici, dal momento che la dipendenza è una malattia attestata. Per questo motivo, questo partito politico adotta politiche di de-stigmatizzazione e decriminalizzazione, sottolineando l’inadeguatezza dell’incarceramento indiscriminata. Dall’altro lato, invece, i Repubblicani si sono sempre distinti per un approccio più severo nei confronti di questo problema e, di conseguenza, una rappresentazione peggiore dei tossicodipendenti. Infatti, questi ultimi, sono visti principalmente come criminali che minacciano la sicurezza nazionale e, per questo motivo, devono essere puniti severamente. A tal proposito, l’impiego di metafore belliche per descrivere la situazione è frequente. Tuttavia, è ormai noto che il linguaggio si adatti al periodo storico di riferimento. Per questo motivo, oggi, anche in molti Repubblicani, come in Trump, si sta lentamente affermando l’idea del tossicodipendente come una persona malata che deve essere curata. Questa nuova prospettiva deriva da una maggiore consapevolezza riguardante il pericolo della frequente prescrizione di farmaci che possono facilmente portare alla dipendenza, come i farmaci antidolorifici. Questa posizione ideologica è riflessa nel linguaggio, soprattutto nelle metafore. Tale figura retorica è un potente strumento discorsivo che spiega chiaramente i concetti, rendendoli accessibili ad un pubblico più ampio ed emotivamente più impattanti. In conclusione, il linguaggio e le strategie retoriche adottate nel discorso sulla “war on drugs” sono cambiati nel corso degli anni. In passato, i politici adottavano inquadramenti diversi, mentre ora sembrano convergere, indipendentemente dalla loro affiliazione politica.
Framing the War on Drugs in US Political Discourse: A Critical Discourse Analysis of Presidential Speeches
DALLI CARDILLO, CARLA
2023/2024
Abstract
Il presente studio si propone di analizzare come la “war on drugs” venga rappresentata nei discorsi dei presidenti americani, dalla presidenza di Nixon fino a quella di Biden. Lo scopo è quello di identificare i modelli linguistici e discorsivi più utilizzati per manipolare e influenzare l’opinione pubblica. Dunque, l’attenzione è rivolta al linguaggio impiegato, al significato delle parole scelte per comunicare un determinato messaggio e, soprattutto, all’uso di specifiche strategie retoriche, come le metafore. Questa ricerca vuole chiarire come i Presidenti descrivono il contesto della “war on drugs” e, di conseguenza, come rappresentino i tossicodipendenti. Nello specifico, ci si chiede se questi ultimi vengano rappresentati come persone da punire o aiutare. A tal fine, è stato raccolto un corpus ad hoc contenente i discorsi dei Presidenti degli Stati Uniti d’America, tenuti tra il 14 luglio 1969 e il 24 settembre 2024, per cercare di fornire un quadro quanto più completo possibile, anche a livello temporale. L’analisi adotta diverse prospettive metodologiche, come la Critical Discourse Analysis e la Critical Metaphor Analysis. Questi approcci teorici permettono di trarre delle conclusioni sui dati emersi dall’analisi delle caratteristiche della Corpus Linguistics. Il corpus è stato, infatti, esaminato attraverso gli strumenti del software Sketch Engine, ovvero Keywords, Collocations, e Concordances. Indagando le strategie linguistiche e discorsive adottate da questi politici, così come il contesto sociale e storico legato alla droga e le metafore utilizzate, si è studiata l’evoluzione di come questo tema sia stato trattato nei discorsi politici. Nello specifico, i risultati indicano che i presidenti americani hanno visioni diverse sulla questione. Da un lato, i Democratici hanno sempre promosso l’idea che i tossicodipendenti siano vittime di un sistema sociale e medico inefficiente. Di conseguenza, devono essere aiutati e curati con i giusti trattamenti medici, dal momento che la dipendenza è una malattia attestata. Per questo motivo, questo partito politico adotta politiche di de-stigmatizzazione e decriminalizzazione, sottolineando l’inadeguatezza dell’incarceramento indiscriminata. Dall’altro lato, invece, i Repubblicani si sono sempre distinti per un approccio più severo nei confronti di questo problema e, di conseguenza, una rappresentazione peggiore dei tossicodipendenti. Infatti, questi ultimi, sono visti principalmente come criminali che minacciano la sicurezza nazionale e, per questo motivo, devono essere puniti severamente. A tal proposito, l’impiego di metafore belliche per descrivere la situazione è frequente. Tuttavia, è ormai noto che il linguaggio si adatti al periodo storico di riferimento. Per questo motivo, oggi, anche in molti Repubblicani, come in Trump, si sta lentamente affermando l’idea del tossicodipendente come una persona malata che deve essere curata. Questa nuova prospettiva deriva da una maggiore consapevolezza riguardante il pericolo della frequente prescrizione di farmaci che possono facilmente portare alla dipendenza, come i farmaci antidolorifici. Questa posizione ideologica è riflessa nel linguaggio, soprattutto nelle metafore. Tale figura retorica è un potente strumento discorsivo che spiega chiaramente i concetti, rendendoli accessibili ad un pubblico più ampio ed emotivamente più impattanti. In conclusione, il linguaggio e le strategie retoriche adottate nel discorso sulla “war on drugs” sono cambiati nel corso degli anni. In passato, i politici adottavano inquadramenti diversi, mentre ora sembrano convergere, indipendentemente dalla loro affiliazione politica.File | Dimensione | Formato | |
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