The present work illustrates the methodology followed for the restoration of the tiputa OC 4, a decorated barkcloth poncho originating from the Samoan archipelago in the South Pacific and dated between the early and mid-19th century. The artifact is currently preserved, along with the collection to which it belongs, at the Museum of Anthropology and Ethnography of the University of Turin. The piece showed conservation problems mainly related to the structural stability of the barkcloth support and the decorated layers, due both to the inherent nature of the constituent materials and to inadequate handling and storage practices over time. In order to identify a suitable restoration methodology and compatible materials for the artifact, a preliminary study was carried out on the artifact’s manufacturing technique and its ethnographic context of origin. This was supported by diagnostic investigations aimed at the chemical characterization of the materials and the assessment of their conservation condition. The results made it possible to initiate an experimental phase to test various materials for the conservation treatment with the aim of identifying those most compatible with the artifact’s original components. This analysis allowed for the definition of an intervention methodology that was as respectful as possible in terms of compatibility and reversibility. The restoration, that was carried out according to the principle of minimal intervention, led to the stabilization of the existing deteriorations and to the recovery of the artifact’s formal and aesthetic qualities.

Nel presente lavoro viene illustrata la metodologia seguita per il restauro della tiputa OC 4, un poncho in tessuto di corteccia decorato proveniente dall’arcipelago samoano, nel Pacifico meridionale e datato tra l’inizio e la metà del XIX secolo. Il manufatto è oggi conservato, insieme alla collezione di cui fa parte, presso il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino. L’opera presentava problematiche conservative che riguardavano principalmente la stabilità strutturale del supporto in tessuto di corteccia e degli strati decorati, riconducibili alla natura intrinseca dei materiali costitutivi e alle modalità non sempre idonee di movimentazione e stoccaggio dell’indumento. Al fine di individuare la metodologia operativa dell’intervento di restauro e i materiali compatibili con l’opera è stato condotto uno studio propedeutico sulla tecnica esecutiva e sul contesto etnografico di origine del manufatto, supportato da indagini diagnostiche finalizzate alla caratterizzazione chimica dei materiali e dello stato di conservazione. I risultati emersi hanno reso possibile l’avvio di una sperimentazione volta a testare diversi materiali per il trattamento conservativo, con l’obiettivo di individuare quelli più compatibili con i materiali originari dell’opera. Questa analisi ha permesso di definire una metodologia d’intervento il più possibile rispettosa in termini di compatibilità e reversibilità. Il restauro, condotto secondo il principio del minimo intervento, ha portato alla stabilizzazione delle alterazioni presenti e al recupero delle qualità formali ed estetiche del manufatto.

Il restauro di una tiputa oceaniana: dal contesto etnografico alla sua musealizzazione

FEDERICO, LETIZIA
2023/2024

Abstract

Nel presente lavoro viene illustrata la metodologia seguita per il restauro della tiputa OC 4, un poncho in tessuto di corteccia decorato proveniente dall’arcipelago samoano, nel Pacifico meridionale e datato tra l’inizio e la metà del XIX secolo. Il manufatto è oggi conservato, insieme alla collezione di cui fa parte, presso il Museo di Antropologia ed Etnografia dell’Università di Torino. L’opera presentava problematiche conservative che riguardavano principalmente la stabilità strutturale del supporto in tessuto di corteccia e degli strati decorati, riconducibili alla natura intrinseca dei materiali costitutivi e alle modalità non sempre idonee di movimentazione e stoccaggio dell’indumento. Al fine di individuare la metodologia operativa dell’intervento di restauro e i materiali compatibili con l’opera è stato condotto uno studio propedeutico sulla tecnica esecutiva e sul contesto etnografico di origine del manufatto, supportato da indagini diagnostiche finalizzate alla caratterizzazione chimica dei materiali e dello stato di conservazione. I risultati emersi hanno reso possibile l’avvio di una sperimentazione volta a testare diversi materiali per il trattamento conservativo, con l’obiettivo di individuare quelli più compatibili con i materiali originari dell’opera. Questa analisi ha permesso di definire una metodologia d’intervento il più possibile rispettosa in termini di compatibilità e reversibilità. Il restauro, condotto secondo il principio del minimo intervento, ha portato alla stabilizzazione delle alterazioni presenti e al recupero delle qualità formali ed estetiche del manufatto.
The Restoration of an Oceanian Tiputa: from its Ethnographic Context to Musealization
The present work illustrates the methodology followed for the restoration of the tiputa OC 4, a decorated barkcloth poncho originating from the Samoan archipelago in the South Pacific and dated between the early and mid-19th century. The artifact is currently preserved, along with the collection to which it belongs, at the Museum of Anthropology and Ethnography of the University of Turin. The piece showed conservation problems mainly related to the structural stability of the barkcloth support and the decorated layers, due both to the inherent nature of the constituent materials and to inadequate handling and storage practices over time. In order to identify a suitable restoration methodology and compatible materials for the artifact, a preliminary study was carried out on the artifact’s manufacturing technique and its ethnographic context of origin. This was supported by diagnostic investigations aimed at the chemical characterization of the materials and the assessment of their conservation condition. The results made it possible to initiate an experimental phase to test various materials for the conservation treatment with the aim of identifying those most compatible with the artifact’s original components. This analysis allowed for the definition of an intervention methodology that was as respectful as possible in terms of compatibility and reversibility. The restoration, that was carried out according to the principle of minimal intervention, led to the stabilization of the existing deteriorations and to the recovery of the artifact’s formal and aesthetic qualities.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/167164