The evolution of the concept of identity has been first examined from a philosophical, notably hermeneutical, point of view and its actual, as well as desirable, repercussions on the pedagogical theorizing detailed. It has then been assumed that the deeply innovative approach of contemporary thought to identity is a feature extending to the fields of literature and psychoanalysis. A parallel has hence been drawn between the works of French philosopher Jacques Derrida, literature Nobel Prize Samuel Beckett and French psychoanalysis reformer Jacques Lacan. Language seen as auto-referential and not anymore as a tool to describe reality is at the heart of the development: having lost its power to represent the world, language has rather become the inexhaustible maker of difference. Freed from all fixed references, language opens onto the complexity of an instrument which questions itself as a mode of functioning and therefore calls ethics into play as binding imperative for its production. Choosing to submit to the law of the propagation of meaning in accordance to the very nature of language implies the responsibility of taking into account any residual element of language as undisclosed. There lies the essence of alterity as unavoidable component of identity which opens onto the real event in the sense of what it is unexpected and uncontrollable.
Si è esaminato in apertura l'evoluzione del concetto di identità da un punto di vista ermeneutico e ne è stata valutato l'impatto, già in atto o auspicabile, sulla filosofia dell'educazione. Si è fatta l'ipotesi che l'approccio profondamente innovativo del pensiero contemporaneo al tema dell'identità sia una caratteristica che accomuna filosofia, letteratura e psicanalisi e la si è dettagliata analizzando parallelamente il lavoro del filosofo francese Jacques Derrida, del premio Nobel per la letteratura Samuel Beckett e del riformatore francese della psicanalisi Jacques Lacan. Non più strumento per descrivere la realtà, ma piuttosto considerato come sistema auto-referenziale, il linguaggio diventa inesauribile produttore di differenza. Svincolato dal rinvio a significati predeterminati, esso si apre alla complessità. Dato l'inevitabile e incessante movimento di interrogazione del suo proprio statuto, è all'etica che il linguaggio deve rispondere come unico principio di produzione. Piegarsi alla natura del linguaggio come moltiplicatore di significati implica necessariamente la responsabilità di qualsiasi residuo inassimilabile. Attraverso l'integrazione di questo elemento radicalmente non rivelato l'alterità diventa componente imprescindibile dell'identità e permette che essa si disponga all'evento, vale a dire all'accadere di ciò che non si può né prevedere né controllare.
la decostruzione dell'identità: un parallelo fra pedagogia, letteratura e psicoanalisi
NICASTRI, LAURA
2010/2011
Abstract
Si è esaminato in apertura l'evoluzione del concetto di identità da un punto di vista ermeneutico e ne è stata valutato l'impatto, già in atto o auspicabile, sulla filosofia dell'educazione. Si è fatta l'ipotesi che l'approccio profondamente innovativo del pensiero contemporaneo al tema dell'identità sia una caratteristica che accomuna filosofia, letteratura e psicanalisi e la si è dettagliata analizzando parallelamente il lavoro del filosofo francese Jacques Derrida, del premio Nobel per la letteratura Samuel Beckett e del riformatore francese della psicanalisi Jacques Lacan. Non più strumento per descrivere la realtà, ma piuttosto considerato come sistema auto-referenziale, il linguaggio diventa inesauribile produttore di differenza. Svincolato dal rinvio a significati predeterminati, esso si apre alla complessità. Dato l'inevitabile e incessante movimento di interrogazione del suo proprio statuto, è all'etica che il linguaggio deve rispondere come unico principio di produzione. Piegarsi alla natura del linguaggio come moltiplicatore di significati implica necessariamente la responsabilità di qualsiasi residuo inassimilabile. Attraverso l'integrazione di questo elemento radicalmente non rivelato l'alterità diventa componente imprescindibile dell'identità e permette che essa si disponga all'evento, vale a dire all'accadere di ciò che non si può né prevedere né controllare.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/16712